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Sicurezza: la manutenzione degli impianti termici

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Nel corso degli ultimi quarant’anni il consumo di energia nel mondo è quasi quadruplicato, ecco perché il risparmio energetico è oggi, più che mai, una necessità, considerando che una parte importante di questa energia viene adoperata in casa, per riscaldare gli ambienti e l’acqua per usi sanitari.


Secondo le rilevazioni di Confartigianato, solo il 60-70% dei cittadini esegue una corretta manutenzione delle caldaie e negli ultimi quattro anni in base alle statistiche del Comitato Italiano Gas, a causa del malfunzionamento degli impianti, è stata registrata una media di 163 incidenti all’anno; questi sono concentrati soprattutto al Nord e sono stati causati, nella maggior parte dei casi, dall’insufficiente ricambio d’aria del locale e dalla carenza di manutenzione. Gli impianti maggiormente a rischio sono le caldaie autonome, seguono scaldabagni e apparecchi di cottura, responsabili di due incidenti su dieci. Da questa analisi si può dedurre che soltanto chi rispetta le normative può stare tranquillo: il rispetto delle tempistiche per quanto riguarda le manutenzioni periodiche, infatti, contribuisce ad evitare sprechi di denaro, garantendo nel contempo la sicurezza propria e delle persone vicine. E allora poniamoci l’ardua domanda: ogni quanto va fatta la manutenzione della caldaia? È davvero obbligatorio far verificare ogni anno il proprio impianto?
A tutela del consumatore è stata rivista e perfezionata la vecchia Legge n° 10/1991 e sono stati emanati il D.Lgs. n° 192/2005 ed il D.Lgs. n° 311/2006 che regolamentano la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione degli impianti termici al fine di contenere al massimo i consumi energetici. Vengono riportate le tempistiche secondo le istruzioni tecniche elaborate dal costruttore dell’impianto, secondo le istruzioni tecniche elaborate dal costruttore dell’apparecchio e degli eventuali altri dispositivi facenti parte dell’impianto termico e secondo le prescrizioni e con la periodicità prevista dalle normative UNI e CEI. Gli impianti termici si dividono in due categorie: impianti termici di potenzialità uguale o maggiore di 35 kW; impianti termici di potenzialità inferiore a 35 kW. Mentre per quanto riguarda i controlli di efficienza energetica: per gli impianti di potenzialità uguale o superiore a 35 kW, la cadenza è ogni anno; per gli impianti di potenzialità inferiore a 35 kW a camera aperta e le caldaie a camera stagna dopo otto anni dall’installazione, invece ogni due anni; per gli impianti di potenzialità inferiore a 35 kW a camera stagna fino a otto anni dall’installazione, infine, ogni quattro anni.
Le verifiche spettano ai Comuni se con più di 40.000 abitanti e alle Province per la restante parte del territorio. Questi soggetti devono accertare l’effettivo stato di manutenzione ed esercizio degli impianti termici, a partire dalla caldaietta unifamiliare fino al grosso generatore senza limiti di potenza, avvalendosi eventualmente della collaborazione di professionisti esterni.
Per quanto riguarda il Comune di Trieste, l’Amministrazione si è dotata di un “Regolamento per l’esecuzione del controllo di efficienza energetica e dello stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici”, che definisce in modo chiaro quali siano gli obblighi dei cittadini e dei manutentori, mentre il compito di ispezione degli impianti termici è stato affidato alla Società Esatto S.p.A. che ha introdotto un nuovo sistema per la trasmissione del rapporto di controllo e manutenzione mediante l’utilizzo di un bollino verde denominato “calore sicuro”, il quale viene acquistato unicamente presso la medesima società o presso le associazioni di categoria dei manutentori dalle imprese abilitate alla manutenzione degli impianti termici. In tal senso è stato sottoscritto un protocollo d’intesa con le medesime associazioni al fine di uniformare, coordinare e razionalizzare tali procedure e di agevolare gli utenti. Il costo del bollino ammonta a 7,50 euro (IVA di legge inclusa). Nel frattempo la Provincia di Trieste, in collaborazione con gli altri Comuni, sta attivando le procedure per i controlli su tutti gli impianti termici del territorio provinciale al di fuori del Comune di Trieste.
“In concreto – afferma Marco Coccolo, vicepresidente categoria termoidraulici della Confartigianato giuliana – gli obblighi stabiliti indicano la frequenza minima con la quale va eseguita la manutenzione della caldaia da parte dei tecnici autorizzati per garantire la massima efficienza del proprio impianto di riscaldamento. Tuttavia, è consigliabile leggere attentamente il libretto di istruzioni a corredo della caldaia oppure rivolgersi direttamente alla casa costruttrice se necessario: ogni apparecchio, infatti, può avere caratteristiche e modalità di funzionamento particolari”. In ogni caso le caldaie vanno fatte controllare da un tecnico qualificato almeno una volta all’anno: questo tipo di manutenzione detta “ordinaria” è necessaria per la propria e altrui sicurezza ed inoltre, in caso di omessa esecuzione delle operazioni di controllo e manutenzione dell’impianto termico, si può incorrere in una sanzione amministrativa il cui ammontare è compreso tra i 500 e i 3.000 euro.
Per far sì che la normativa venga rispettata evitando di incorrere in spiacevoli disguidi il tecnico qualificato, dopo aver controllato il corretto funzionamento dell’apparecchio, deve rilasciare un rapporto di controllo tecnico detto allegato G per le caldaie domestiche (inferiori a 35 kW), oppure F per le centrali termiche, in cui vengono riportate tutte le caratteristiche della caldaia ed i controlli eseguiti. Questi rapporti vanno allegati al libretto di impianto o di centrale, il quale andrà aggiornato annualmente e firmato dalla ditta di manutenzione e dal responsabile dell’esercizio e manutenzione (se impianto autonomo dall’occupante o proprietario se abita egli stesso), se centrale termica dal terzo responsabile.
“Facendo una corretta manutenzione annuale della caldaia – conclude Coccolo – l’utente è in grado di mantenere nel tempo il corretto funzionamento dell’apparecchio, e quindi ridurre l’inquinamento, i consumi e soprattutto aumentare la sicurezza di noi tutti”.
Corinna Opara


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