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Sostegno a distanza: l’opportunità per costruire un futuro

 |  Redazione Sconfini


Assicurare efficienza, efficacia e trasparenza nell’operato delle organizzazioni impegnate nelle attività del sostegno a distanza (SaD). Sono questi gli obiettivi delle “Linee guida per il sostegno a distanza di minori e giovani” presentate ufficialmente lo scorso 23 novembre nel corso di un evento istituzionale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Una data significativa, fissata non a caso a ridosso del 20 novembre, ricorrenza della Giornata nazionale dei diritti dell’infanzia, ma anche ventennale della sottoscrizione a New York della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo. Scopo del documento anche la promozione del valore etico e sociale del sostegno a distanza quale forma di cooperazione internazionale e di solidarietà umana volta allo sviluppo della persona, nonché la creazione di un Osservatorio dedicato. Un quadro all’interno del quale è previsto il definitivo spostamento del concetto di “sostegno” da beneficenza ad esperienza educativa alla solidarietà attraverso la responsabilizzazione morale di ciascun sostenitore. SaD, quindi, come forma di aiuto decentrato che, rispettando la dignità del beneficiario, offre al singolo l’opportunità di crearsi un futuro reggendosi sulle proprie gambe e alla comunità l’occasione di evitare la fuga del capitale umano indispensabile per lo sviluppo di un Paese.


Le linee guida rappresentano un documento di “soft law”: si tratta cioè di una forma di diritto non vincolante, o vincolante solo per le associazioni che decidono di aderirvi. Tre i principi costituzionali che hanno ispirato la stesura del testo: il principio di solidarietà attraverso la realizzazione di progetti duraturi per creare delle relazioni a carattere internazionale tramite le organizzazioni; il principio di sussidiarietà per favorire la creazione di una sfera internazionale come reale raffigurazione di rapporti e quindi il riconoscimento dell’ambiente delle organizzazioni sociali da parte dei beneficiari degli aiuti; la tutela privilegiata dell’infanzia, motivo per il quale si è deciso di concentrarsi proprio sui minori e sui giovani dove l’adozione internazionale viene vista solo come estrema ratio tra gli interventi possibili. Tra i limiti delle linee guida, una definizione ampia e generica del SaD per cercare di abbracciare tutte le realtà e forme presenti sul territorio italiano.


Fondamentale, in tutto questo, la massima trasparenza attraverso l’informazione (dei donatori in primo luogo) e la tracciabilità delle risorse. Elaborate dall’Agenzia delle Onlus con il supporto tecnico di un Comitato scientifico apposito, le linee guida vanno ad inserirsi nell’ambito della programmazione istituzionale dell’Agenzia per le Onlus, istituita nel 2000 per la promozione, l’indirizzo e la vigilanza sugli enti non commerciali e non profit (il Terzo settore). Le “Linee guida per il sostegno a distanza di minori e giovani” vanno così ad aggiungersi alle “Linee guida per la redazione dei bilanci di esercizio degli enti non profit”, alle “Linee guida per la raccolta dei fondi” e alle “Linee guida per il bilancio di missione” già redatte, e rappresentano il risultato di un percorso a tappe di studio, analisi e confronto con le organizzazioni impegnate nelle attività del SaD.

Tappe che hanno visto: la realizzazione di una ricerca esplorativa sulla dimensione del fenomeno e la sua distribuzione curata dagli esperti Marco De Cassan e Serena Gaiani; l’organizzazione di un seminario di lavoro tenutosi a Milano nel 2008 dove l’Agenzia si è presentata alle varie associazioni per proporre la stesura delle linee guida; l’istituzione di un Comitato scientifico per l’elaborazione del documento; l’organizzazione del seminario svoltosi a Trieste nell’ottobre scorso per presentare la bozza del documento e offrire un momento di confronto.
Entrando un po’ più nel dettaglio, il sostegno a distanza (SaD) è una forma di solidarietà che consente di aiutare bambini, giovani o comunità che vivono condizioni difficili nei numerosi Paesi in via di sviluppo presenti nel mondo, permettendo loro di non abbandonare la loro terra natia, famiglia e/o comunità e aiutando contemporaneamente ad innescare quei processi di autosviluppo previsti anche dagli Obiettivi del Millennio, sottoscritti nel 2000 dai 191 stati membri dell’Onu, da raggiungere entro il 2015. Il sostegno avviene tramite l’invio del contributo economico attraverso l’organizzazione promotrice.


Esistono tre forme di sostegno a distanza, dove nessuna delle tre prevede l’adozione giuridica: il sostegno di un singolo bambino o giovane; il sostegno di progetti che coinvolgono tutti i minori di un villaggio o di una comunità (attività scolastiche, formazione professionale, prevenzione sanitaria, difesa dei diritti) per non creare degli squilibri al suo interno; il sostegno per la realizzazione di microprogetti (costruzione di una scuola, gestione di un ospedale, di una casa accoglienza e altro ancora) che presentano caratteristiche particolari in relazione al Paese di intervento, al tipo di bisogno, alla durata del progetto e ai principi degli organismi promotori.
Quanto costa? Attivare un SaD costa dai 40 ai 780 euro all’anno, a seconda del progetto che si decide di supportare. Di questa somma una percentuale viene trattenuta dalle organizzazioni per sostenere le spese di gestione. Secondo i risultati del rapporto De Cassan-Gaiani, il 55% delle organizzazioni censite trattiene meno del 5%, e un altro 13,5% si ferma tra il 10% e il 15%.


Il Friuli Venezia Giulia è l’unica regione in Italia a ospitare un Forum SaD regionale, organismo nato per raccogliere le realtà che operano attraverso il sostegno a distanza. Il Forum SaD Fvg è frutto dell’esperienza di quattro Tavoli tematici per la programmazione e progettazione congiunta nati a metà del 2005: Tavolo per il sostegno a distanza, Tavolo per il diritto all’acqua, Tavolo migranti e cooperazione, Tavolo educazione alla mondialità.
A livello regionale sono 15 le associazioni oggi aderenti al Forum SaD Fvg e 32 gli enti impegnati nella promozione e gestione del SaD. A questi sono da aggiungere gruppi parrocchiali, circoli, comitati, gruppi informali di appoggio ai missionari laici e religiosi originari del Friuli Venezia Giulia non presenti nei rilevamenti ufficiali ma fortemente radicati sul territorio. Inoltre sono 51mila i SaD in corso nel 2008 e oltre 13 milioni i fondi raccolti nel Friuli Venezia Giulia.


A livello nazionale i due quinti delle realtà censite (circa un migliaio nell’insieme) hanno dichiarato complessivamente per l’anno 2008 quasi 1 milione di SaD per una raccolta generale di 260 milioni di euro. Concludendo: 1 anno è la nuova durata minima di impegno per chi decide di sottoscrivere un SaD; 37-54 anni è la fascia d’età media dei sostenitori a distanza (fonte Eurisko 2007); 20% è il calo delle offerte registrato nei primi mesi del 2009, parallelamente ad una diminuzione di nuove adesioni e percentuali di rinuncia tra il 10% e 30% a causa degli effetti della crisi economica. L’auspicio è che anche in questo ambito la ripresa si manifesti quanto prima.


FARE SOSTEGNO A DISTANZA A TRIESTE

foto: Allen Taylor


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