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Il “cotto” della tradizione e di qualità certificata

 |  Redazione Sconfini

Incontro con Gabriella e Daniela Sfreddo, insieme a capo dell’azienda familiare proiettata a personalizzare un prodotto della tradizionale gastronomia triestina.

 

Ambienti luminosi e predominio di colori chiari e freschi, a cornice della cordiale dialettica di Gabriella e Daniela Sfreddo. Sono dettagli coerenti del messaggio complessivo della solida azienda fondata dal padre Giorgio: trasparenza e genuinità certificata per il cotto triestino, prodotto tradizionale d’eccellenza.

 

Continuano con passione un’attività appresa nei minimi dettagli, integrando con fantasia, creatività, pragmatismo e concretezza femminile l’esperienza artigiana e manuale custodita dal padre, ancora presente in azienda. “Fortunate – si definiscono – ad aver avuto l’opportunità di condividere una responsabilità forte, un impegno che non ci ha penalizzate dal punto di vista personale”. “Siamo state sempre stimolate a dare qualcosa di proprio – precisa Gabriella – a portare ed esprimere nel lavoro di gruppo il meglio di sé: intuizioni, creatività, aspirazioni. Senza pregiudiziali e investendo nella qualità dei rapporti umani con collaboratori, fornitori, clienti”. “E questo incoraggiamo nei nostri figli, già presenti in azienda. Ognuno di loro – conferma la sorella Daniela – trova nel settore più congeniale il modo per apprendere sul campo e di esprimere e integrare nel lavoro d’equipe predisposizioni, interessi e sogni”.

 

L’azienda Sfreddo è oggi un’industria proiettata nel futuro, con la sicurezza di una terza generazione già in apprendistato, i figli di entrambe, e una solida tradizione “contaminata” dal supporto tecnologico, che nulla aggiunge di sofisticato nel senso di artificioso, ma che garantisce il perfezionamento della qualità e della genuinità.

 

“Superate le iniziali difficoltà dell’inserimento in azienda dovendo quella volta conciliare, come donne, figli piccoli da accudire, famiglia e lavoro, oggi – continua Gabriella – viviamo con più serenità questo impegno di grande portata”. Essere imprenditrici donne è uno svantaggio? “Non lo è mai stato – è la risposta non scontata e all’unisono – perché dobbiamo riconoscere di aver sempre trovato interesse e considerazione per i prodotti e le idee, anche innovative, e apprezzamento per come, ognuna secondo le proprie competenze, li abbiamo proposti”.

 

“Certo, è richiesta professionalità – aggiunge Daniela – e l’essere formalmente ineccepibili. Ma questo è ovvio in un’attività che presuppone rapporti basati sulla correttezza e l’affidabilità, e sulla responsabilità, malta condivisa. Questa è stata la nostra ricchezza: poter sempre contare l’una nell’altra, sulla solidità di rapporti familiari e umani, e sull’affidabilità dei collaboratori”.

 

“E, dobbiamo riconoscerlo, favorite dal fatto – precisa Gabriella – di disporre già allora di un prodotto validissimo, con una credibilità sul mercato già consolidata. Attualmente il mercato è in continua evoluzione verso la globalizzazione: questo ci stimola a personalizzare la nostra produzione per conquistare nuovi consumatori a un gusto e ad una qualità superiore, e per non deludere mai chi già apprezza un prodotto di alto livello come quello che, in varie tipologie, proponiamo”. “I nostri progetti – afferma con convinzione Gabriella Sfreddo – trovano stimoli nella creatività nostra e dei nostri figli e hanno come obiettivo il contrastare, quanto possibile, la tendenza all’appiattimento verso livelli qualitativi inferiori, più economici ma che rinunciano al gusto”.

 

La qualità ha da sempre rappresentato un obiettivo primario della Sfreddo, fin dai tempi della sua costituzione alla fine degli anni sessanta. La certificazione UNI EN ISO 9002 ha rappresentato un obiettivo prestigioso che ha visto l’azienda impegnata negli anni a perseguire una linea di trasparente rintracciabilità di filiera.

 

“La nostra certificazione – rileva decisa Gabriella – è stata una garanzia in più quando ancora nessuno la esibiva. È il frutto di una oculata scelta dei fornitori, delle materie prime, della qualificazione dei collaboratori, del controllo dei processi produttivi, della puntualità delle consegne”. “Tra le nostre specialità – conclude la sorella Daniela – spicca Il prosciutto cotto tipo Praga, che a Trieste è un’istituzione, fatto come vuole la tradizione gastronomica, documentata e confermata da nostre ricerche storiche. Fuori da certi limiti territoriali la stessa denominazione può significare un prodotto estremamente economico, che nulla ha a che vedere con il vero Praga. Le nostre certificazioni di qualità, come quelle attestanti l’assenza di derivati del latte (lattosio e caseinati) o l’assenza di glutine, non ostentano ma garantiscono. Sono prodotti differenziati e creati grazie a una mia sensibilità personale al problema delle intolleranze e allergie alimentari, creati per una fascia limitata di mercato ma che, con orgoglio, possiamo proporre a tutti indifferentemente. Sicuri che sarà una piacevole sorpresa gustare una specialità dal sapore autentico, col vantaggio di una maggiore leggerezza, digeribilità e genuinità”.

I.Z.

 


 

 Lente d’ingrandimento su etichette e certificazione

 

Acquistare il tipico prosciutto cotto con osso, unico in Italia ad essere certificato come prodotto tipico della tradizione triestina, significa avere la garanzia di un prodotto di fascia alta e che si distingue dalla concorrenza per la lavorazione ancora artigianale della coscia di suino, come elemento principale, e l’attenta ricerca per quelle che sono le sostanze allergeniche. Nel febbraio del 2000 l’azienda Sfreddo è la prima azienda produttrice di prosciutti cotti della regione Friuli Venezia Giulia ad avere ottenuto la certificazione di qualità ISO 9002. Nel marzo del 2003 passa al sistema qualità ISO 9001/2000, noto come Vision 2000, il più alto livello di riconoscimento di qualità attualmente conosciuto.

 

Polifosfati - Sostanze già presenti nel maiale, che servono a trattenere l’acqua nella carne. Perse in parte in fase di macellazione, vengono spesso aggiunti. Non sono conservanti ma stabilizzanti. Non è corretto parlare di prosciutto senza polifosfati, ma bisogna specificare senza aggiunta di polifosfati, perché appunto già in parte presenti nel maiale.

 

Conservanti - Non esistono prosciutti cotti senza conservanti! Devono essere presenti per garantire il colore rosato e per conservare un aspetto appetibile per un certo tempo (E 250 nitrito di sodio, E 252 potassio nitrato).

 

Latte, lattosio, caseinati - Sostanze a base di latte a cui molte persone sono intolleranti, utilizzate per arricchire la carne di valore proteico. Buona parte della produzione Sfreddo ne è priva.

 

Glutine - Sostanza proteica di alcuni cereali alla quale i celiaci sono intolleranti. Si trova negli aromi utilizzati per la produzione anche di prosciutti cotti. Nei prodotti contrassegnati da Spiga Sbarrata si garantisce l’assenza totale di fonti di glutine.

 


In collaborazione con Help!

 

 


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