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Un giocattolo per adulti e non solo: la bicicletta

 |  Redazione Sconfini

Come percepiamo la bicicletta? È solo un giocattolo o è un mezzo di trasporto a tutti gli effetti? La bicicletta, a differenza di auto e moto, è sia una che l’altra cosa: la bicicletta si sceglie con passione, l’uso e il possesso vanno al di là della semplice necessità di due ruote su cui spostarsi. Le competenze tecniche di un professionista permettono all’appassionato di creare e studiare una bicicletta unica, fatta su misura. Pierpaolo Capponi, fondatore e gerente della Casa del Ciclo, ci permetterà di “pedalare” nel mondo delle biciclette, aiutandoci ad orientarci sulle questioni tecniche e, perché no, invogliandoci a cavalcare le due ruote con passione e cognizione.

 

Innanzitutto, le bici sono tutte uguali?

“Assolutamente no! Esistono in commercio vari tipi di biciclette che rispondono adeguatamente ai bisogni e alle diverse aspettative di performance. Solo per rendere l’idea, elenco i principali modelli che possiamo trovare in commercio: da passeggio, city bike, da corsa, “cruiser” (le bici da postino anni ’50), mountain bike, da trekking. Le differenze tra queste tipologie riguardano principalmente la postura del ciclista, i materiali e le prestazioni. Nel Nord dell’Europa, dove girare in bicicletta è un’abitudine consolidata da molti anni, la più venduta è quella da trekking perché è un ibrido che coniuga caratteristiche da city bike e da mountain bike: permette, infatti, di fare fuoristrada leggero con una posizione più rilassata rispetto a quella che si ha sulla mountain bike (postura abbassata che costringe a mantenere la schiena arcuata), ha le ruote più sottili (simili a quella di una city bike) ed è indicata a chi non farà mai un fuoristrada impegnativo e la usa anche su asfalto”.

 

Mi pare di capire, quindi, che per ogni ciclista ci sia una bici. Come riconoscere il modello che fa per noi? E chi può consigliarci nella scelta?

“Il primo consiglio che mi sento di dare, è trovare un professionista che possa mettere al servizio del cliente le sue competenze, che purtroppo spesso non vengono contabilizzate: le magaltgiori case di produzione organizzano, infatti, validissimi corsi di formazione e di aggiornamento. La bicicletta non è solo un giocattolo, questo è bene non dimenticarlo mai, è soprattutto un mezzo di locomozione, divertente e rispettoso della natura e come tale deve essere considerato quando lo si acquista. Sono convinto che solo insegnando una cultura del prodotto, il compratore possa apprezzare e valorizzare il suo ciclo. I prezzi allettanti, come quelli che si possono trovare su Internet o nei supermercati, possono indurre ad un incauto acquisto. Comprare d’impulso una bici equivale, spesso, a trovare poca gratificazione nell’uso e a farla diventare un ferrovecchio dimenticato in garage. L’approccio che un rivenditore serio deve avere è capire prima di tutto che tipo di ciclista ha davanti, l’utilizzo che intende fare del mezzo (dove, come e con che frequenza) e se ha problemi fisici che ne possano pregiudicare le prestazioni (questo aspetto è molto importante)”.

 

Praticamente il cliente dovrebbe essere ascoltato e “studiato” a 360 gradi. Questo perché?

“Perché le tecnologie e i materiali che esistono oggi in commercio consentono di venire incontro a tutte le esigenze che un ciclista può avere. Ad esempio, l’alluminio è un po’ più rigido, quindi se una persona lamenta mal di schiena, è più indicato l’acciaio che assorbe le vibrazioni o una bici bi-ammortizzata che è provvista sui modelli più evoluti di valvole “intelligenti” che rispondono adeguatamente alle sollecitazioni. A chi vuole costruirsi una bici “ad hoc” consiglio di rivolgersi ad un esperto che sia in grado di studiare le soluzioni migliori in base alle misure antropometriche e al budget stabilito”.

 

Quando si acquista una bicicletta, di quali requisiti fondamentali di sicurezza essa dovrebbe essere dotata?

“Sicuramente controllerei che i componenti siano di marche note; poi, a seconda dell’uso che si vuol fare della bici, questa potrebbe avere la classica dinamo oppure delle luci provviste di accumulatore. La sicurezza visiva stradale è fondamentale: per il Codice della Strada sono obbligatori il campanello sul manubrio e i catarifrangenti sui pedali e/o sulle ruote. È assolutamente consigliato l’uso del casco, anche se in Italia fa fatica a diventare un’abitudine”.

 

Passiamo ai numeri: cosa determina il prezzo di vendita di una bicicletta?

“Un prezzo consono per un prodotto affidabile è ragionato in base ad alcune variabili: la qualità del materiale e delle leghe, il tipo di freni, di forcelle e degli accessori di cui è composta la bicicletta. Siamo intorno ai 300 euro per una da passeggio o city bike, dai 450 euro in su per una mountain bike, mentre si parte dagli 800-900 euro a salire per una da corsa. È rilevante ricordare che sull’acquisto di un ciclo nuovo ci sono 2 anni di garanzia del produttore valida solo per il primo proprietario, mentre per l’usato la garanzia del commerciante è di 1 anno sulla bici revisionata. Entro un mese dall’acquisto, un rivenditore serio offre un tagliando gratuito come “a fine rodaggio”. Suggerisco agli acquirenti di farsi scrivere sulla garanzia il numero di telaio che, purtroppo, ancora non è obbligatorio per legge stampigliare sulle biciclette: potrebbe tornare utile in caso di furto, e deve essere conservato sempre insieme allo scontrino fiscale poiché nessuna casa riconosce le garanzie senza di esso”.

 

Quando si acquista una bicicletta non sempre si pensa alla manutenzione di cui necessiterà e che, invece, risulta essere molto importante sia per la sicurezza che per la “freschezza” del mezzo. Che consigli si possono dare?

“Le accortezze che posso suggerire a chi usa spesso la bicicletta sono: ogni settimana armarsi di pompa e verificare la pressione dell’aria nelle ruote; ogni 2-3 mesi, a seconda della frequenza d’uso, controllare i cavi dei freni, i cambi e il serraggio del manubrio e della sella. È molto importante poi non esagerare con la lubrificazione perché potrebbe essere un’arma a doppio taglio: troppo olio (raccomando uno specifico per bici) sporca e intrappola polvere rendendo la pedalata poco fluida; quindi, ne basta un filo sulla catena e sugli ingranaggi dopo la pulizia. Per lavare il ciclo è sufficiente una spugna, del sapone (per i piatti o per le auto) e dell’acqua: raccomando di non usare mai la pompa perché l’acqua potrebbe penetrare negli ingranaggi e lasciare residui di calcare in grado di compromettere la bici. Per questo motivo è fondamentale asciugarla tutta con una pezzuola. Infine, per le biciclette più tecniche inviterei a mettersi nelle mani di un professionista perché alcuni materiali richiedono degli attrezzi appositi: facendo da sé si possono combinare dei costosi danni!”.

Elisabetta Celi

 


In collaborazione con Help!

 

 


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