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UE: i vantaggi del mercato unico

 |  Redazione Sconfini

Libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali: sono queste le quattro libertà, che a partire dal 1993, hanno portato alla concretizzazione ed attuazione del mercato unico europeo, segnando l’inizio di un importante processo di sviluppo economico e sociale.


Nel quotidiano e come cittadini vivere oggi nell’Unione europea significa potersi muovere con autonomia, ovvero vivere, lavorare, studiare ed andare in pensione in un qualsiasi Paese dell’Unione a nostra scelta; come consumatori vuol dire, invece, poter scegliere tra una vasta gamma di prodotti e servizi e poter beneficiare delle migliori normative in materia di tutela della sicurezza e della salute e di più ampi diritti legali. L’Unione europea deve essere trattata come un unico territorio dove persone, capitali, merci e servizi interagiscono liberamente per stimolare gli scambi commerciali, migliorare l’efficienza e sviluppare la concorrenza positiva.


Dal 2004 il mercato unico vanta circa 500 milioni di consumatori, una popolazione superiore a quella di Stati Uniti e Russia messi insieme, 300 milioni dei quali utilizza un’unica moneta, l’Euro. La condivisione della stessa moneta è un importante traguardo che ha permesso di attenuare l’instabilità monetaria, spesso causa di flussi commerciali e finanziari transfrontalieri irregolari. Le imprese che operano in due Paesi della zona euro non devono più lavorare in due valute ed i cittadini in viaggio all’interno dell’Unione non devono più effettuare operazioni di cambio, evitando quindi i costi ad esse annessi. Con la netta diminuzione dei rischi e altdei costi e con l’abolizione delle interruzioni causate da tassi di cambio e movimenti irregolari, siamo finalmente giunti ad un quadro economico più stabile, con un’inflazione inferiore e tassi di interesse più elevati.


A ciò si aggiunge, inoltre, il “volto umano”, ovvero la libertà ed il diritto di ogni singolo cittadino di operare degli spostamenti a seconda delle proprie necessità o ambizioni di lavoro, studio o pensione. Ad esempio una delle modalità più popolari per studiare nelle università europee è il programma Erasmus, al quale aderiscono più di 2.200 istituti universitari. Creato nel 1987, prevede l’assegnazione di borse di studio della durata di un anno e da questa data sono stati oltre 1,3 milioni gli studenti ad averne beneficiato. Per quanto riguarda, invece, la mobilità dei posti di lavoro e la sua agevolazione, l’Ue finanzia uno Sportello unico per l’occupazione in tutto il suo territorio. Si tratta del portale Eures (sito Internet: europa.eu.int/eures), che offre tutta una serie di servizi per mettere in contatto datori di lavoro e persone in cerca di impiego, dando così utili informazioni sulle opportunità di lavoro. Il tutto è poi dal 2005 ancora più semplice, poiché sono state introdotte procedure più chiare in merito al riconoscimento, da parte degli Stati membri, delle qualifiche professionali ottenute dai cittadini in un altro Paese dell’Unione. Sono, infatti, oltre 15 milioni le persone che oggi lavorano in uno Stato europeo diverso dal proprio di provenienza.


Ma i cittadini sono anche consumatori e l’Unione, come già accennato in premessa, si impegna per tutelarne la salute ed il benessere economico. La tutela dei consumatori deve essere allo stesso livello per tutti gli Stati membri, dato che l’abolizione delle barriere transfrontaliere con Schengen ed il commercio elettronico tramite Internet rendono gli scambi più difficili da monitorare. Ad esempio, negli ultimi anni una priorità costante è stata la sicurezza alimentare per mantenere inalterata la fiducia dei consumatori, che vogliono conoscere la tracciabilità di ogni prodotto. Ben note sono le norme sull’etichettatura e lo studio di proposte per avere definizioni comuni di termini alimentari quali “basso contenuto di grassi” o “alto contenuto di fibre”. Nonostante il mercato unico definisca requisiti specifici, però, il suo scopo non è quello di uniformare i prodotti all’interno del suo territorio, ma di preservarne la diversità ed unicità nazionale e regionale. In tal senso si ricorderà il caso del termine Tokaj, che nel 2005 la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha assegnato esclusivamente ai viticoltori ungheresi di tale regione, obbligando pertanto i produttori di vino italiani a rinunciare alla medesima denominazione.


Il mercato unico è in continua evoluzione e deve sempre più spesso fare fronte a nuove esigenze e più ampie sfide. Le opportunità derivano non solo dalla soppressione di controlli amministrativi e regolamenti eccessivi, ma anche dalla libertà e mobilità dei cittadini. Per beneficiare di tutte queste libertà sono però necessarie una sicurezza “globale” e la più totale protezione. Fondamentali sono la tutela della parità d’accesso alla giustizia e del rispetto dei diritti fondamentali in tutto il territorio Ue. Tale rafforzamento deriva anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, adottata nel 2000, che definisce i principi di uguaglianza, non discriminazione, solidarietà e giustizia. Le istituzioni dell’Ue e tutti i suoi membri sono tenuti a rispettare e promuovere questi valori perché, come divulgato dall’Unione europea stessa, “conciliare il diritto di vivere in piena sicurezza con il rispetto delle libertà civili e garantire il riconoscimento transfrontaliero delle decisioni giudiziarie, in campo tanto civile quanto penale, sono le motivazioni alla base delle iniziative per fare dell’Ue uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia”.


Per capire, quindi, la logica del mercato unico c’è solamente ancora da dire che esso costituisce il successo economico più notevole dell’Unione europea, poiché in maniera concreta tende verso l’obiettivo di garantire stabilità e consolidare la prosperità di e per tutti i cittadini.

Martina Pluda

 


In collaborazione con Help!

 


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