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Goldmonti Sachs

 |  Redazione Sconfini

Dunque, mettiamola così. Il governo dei tecnici ha praticamente fallito la sua missione riformista e iper-liberista (a parte randellare pensionati, pensionandi e operai).

Così, il tecnicissimo Mario Monti ha nominato un po' di consulenti iper-tecnici per aiutarlo a togliere le castagne dal fuoco. Tra essi l'ex tesoriere del Psi di craxiana memoria e noto espropriatore dei risparmi che gli italiani avevano nei conti correnti, Giuliano Amato (oltre 30mila euro di pensione al mese!), il bocconiano Francesco Giavazzi e Enrico Bondi (ex commissario Parmalat).

Proprio su quest'ultimo vale però la pena soffermarsi per una riflessione. Non relativamente ai suoi innegabili meriti professionali, ma per le solite questioni di opportunità. Ai tempi del suo commissariamento alla Parmalat, il buon Enrico Bondi, tra decine di migliaia di potenziali manager dalla brillante carriera avviata in Italia e all'estero chi scelse? Giovanni Monti.

Che non è un omonimo del figlio di Mario Monti. E' proprio lui! Il rampollo, eccezionale studente alla Bocconi, dove guarda caso il padre era professore ordinario e poi presidente, ha avuto una carriera addirittura migliore di quell'altro fenomeno dell'ereditarietà delle carriere come Michel Martone: dopo la laurea a pieni voti nell'università di papà, un master alla Columbia University, partner della Bocconi di papà, eccolo entrare nella Goldman Sachs, dove papà è stato International Advisor fino alla nomina di premier, per poi essere nominato vicepresidente di Morgan Stanley una celeberrima banca d'affari a cui guarda caso, il governo Monti ha dirottato 2 miliardi e mezzo di euro a inizio 2012 per estinguere una serie di contratti derivati semi-truffaldini venduti alla pubblica amministrazione.

Certo che ripercorrere passo passo il cammino di papà doveva essere una bella noia. Così, dopo un'altra vicepresidenza presso Citigroup, per Giovannino ecco l'esperienza manageriale con la Parmalat del corso bondiano, prima di essere gentilmente sbattuto fuori dai francesi di Lactalis, con i quali il paparino evidentemente non aveva grandi rapporti professionali.

Il profilo LinkedIn del rampollo della famiglia Monti è stato misteriosamente cancellato (cosa avrà mai da nascondere?) ma ovviamente su internet è possibile trovare molti richiami al suo curriculum prima dell'autocensura.

In ogni caso il "leggerissimo sospetto" che questa gentaglia (nobili) faccia fare carriera ai propri figli sulle spalle dei cittadini (servi della gleba) come accadeva nel medioevo continua a rafforzarsi. Anche perché scherzandoci un po' sopra, quanta strada poteva fare uno con quella faccia? Pare appena appena un po' più vivace di Gasparri.

La nomina di Bondi, sebbene ufficialmente a titolo gratuito, somiglia infatti una specie di ringraziamento di papà Mario per l'assunzione ai tempi della Parmalat del figlioletto Giovanni. O no?

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foto: economiaweb.it

 


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