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Disfunzioni del “sesto senso”: la sintomatologia della litiasi

 |  Redazione Sconfini

Vertigine, capogiro e disequilibrio. Quotidianamente si utilizzano questi termini per descrivere delle sensazioni che hanno confuso il nostro senso di stabilità. Malesseri che vanno ad intaccare il nostro equilibrio, un bene fondamentale per l’uomo, a tal punto che da alcuni è considerato il suo sesto senso. Per parlare dell’equilibrio e dei suoi disturbi abbiamo incontrato il dottor Stefano Rigo, uno specialista nel campo della otorinolaringoiatria.


Qual è la definizione corretta di equilibrio?

"Esso consiste nella condizione in cui sono garantiti una posizione corretta del corpo nello spazio, un orientamento dello sguardo che consenta di tenere sotto controllo cosa avviene nell’ambiente circostante, una consapevolezza della propria posizione nello spazio e quindi il benessere psicologico in ogni condizione ambientale. Vari organi e centri nervosi garantiscono questa funzione".


Quali sono i disturbi legati all’equilibrio?

"I disturbi dell’equilibrio sono molto numerosi e diversi tra loro anche se vengono spesso identificati con l’unico termine generico di vertigine. Le loro possibili cause sono altrettanto numerose, di varia natura e gravità, e le diagnosi sono spesso difficili e possono richiedere la collaborazione anche di diversi specialisti".


Spesso queste patologie si associano prevalentemente all’orecchio…

"No, non è proprio così. Labirinto, vista e postura collaborano assieme per darci sempre in modo congruo una coscienza di stabilità. Nel momento in cui una delle tre vie entra in crisi, compare un conflitto neurosensoriale e il nostro organismo reagisce sviluppando nausea e vertigine, in attesa di capire quel che succede".


Cosa si prova durante una vertigine?

"La vertigine è un’erronea sensazione di movimento dell’ambiente circostante rispetto al proprio corpo (vertigine oggettiva) o di se stessi rispetto all’ambiente (vertigine soggettiva) che coinvolge, con diversi processi patologici, il labirinto, il nervo vestibolare, le strutture troncoencefaliche e centrali del sistema nervoso. Nella maggior parte dei casi il paziente prova una sensazione di rotazione totale con la percezione di occhi in movimento: si tratta della vertigine rotatoria vera e propria. Altrimenti si “sente” instabile, come ubriaco, e in questo caso la percezione è quella di instabilità, di un galleggiamento".


Frequentemente si parla di vertigini per indicare la fobia dell’altezza. È corretto?

"In realtà non c’è un termine medico italiano che definisca esattamente questa sensazione. In inglese si indica con il termine distance vertigo che potremmo tradurre con l’espressione “mal d’altezza”. Si tratta di un presupposto fisiologico enfatizzato da uno stato ansiogeno ed avvaltiene quando, appunto in luoghi in cui non abbiamo dei punti di riferimento vicini come sulla finestra di un piano alto, percepiamo il movimento stando fermi".


Quali sono le vertigini che partono dall’orecchio?

"La litiasi, denominata anche vertigine posizionale parossistica, è dovuta alla fluttuazione nei canali semicircolari di “sassolini” (otoconi) staccatisi dall’utricolo, loro sede naturale, per numerose cause (traumatiche, virali, vascolari, degenerative). La sintomatologia è rappresentata da vertigini rotatorie intense, della durata di 20-30 secondi, che insorgono tipicamente a letto, distendendosi o girandosi su di un fianco, ed è frequente nelle donne dopo i 40 anni. È estremamente diffusa e viene ottimamente trattata con manovre terapeutiche eseguite dall’otorinolaringoiatra atte a riposizionare questi “sassolini” liberi all’interno dell’utricolo. Il deficit vestibolare acuto (labirintite e/o neurite vestibolare) è sostenuto da una lesione del labirinto o del nervo vestibolare, ed è caratterizzato dalla comparsa improvvisa d’intense vertigini rotatorie, da fenomeni parasimpatici (nausea e vomito) e talvolta anche da caduta di lato. Le cause sono solitamente virali. A causa dell’intensità della sintomatologia e della disabilità che provoca, è spesso responsabile dei ricoveri ospedalieri per vertigine. Si risolve anch’esso spontaneamente, in pochi giorni nei giovani, in qualche settimana nelle persone anziane. Infine vi è la malattia di Ménière, una patologia legata all’eccessiva produzione di endolinfa nel labirinto, ed è definita il “glaucoma” dell’orecchio. La malattia è caratterizzata da una triade sintomatologica (vertigini rotatorie, ronzii e sordità) che comparisce in un orecchio; gli episodi sono improvvisi, durano alcune ore o qualche giorno e lasciano il paziente in perfetto stato di benessere. Gli attacchi però si fanno progressivamente più frequenti e portano ad una progressiva sordità percettiva del lato colpito. La diagnosi viene essenzialmente definita dal ripetersi delle crisi e da esami audiologici".


Come si possono curare le vertigini?

"Una terapia farmacologica va iniziata da subito: in fase acuta, per al massimo 2-3 giorni si utilizza un farmaco sintomatico, per poi passare immediatamente ad un farmaco vasoattivo o neurotropo che aiuti il compenso, da utilizzare durante la fase riabilitatoria".


Solitamente le persone, nel momento del bisogno, vanno dal proprio medico di famiglia. È consigliabile, invece, recarsi direttamente dall’otorino?

"Diciamo che spesso i medici di famiglia sovrastimano la malattia di Ménière o associano erroneamente le vertigini alla cervicale secondo una teoria medica ormai sorpassata. L’otorino ha sicuramente una preparazione specifica migliore sull’equilibrio e le sue disfunzioni".

Elena Miserocchi

 

 
In collaborazione con Help!

 

 


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