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Tutti sono d’accordo: lo sport è una cosa buona e giusta

 |  Redazione Sconfini

Ognuno è pronto a far seguire il termine sport da una serie di definizioni positive: fa bene alla salute, aiuta a socializzare, è utile per prevenire situazioni di degrado, e via dicendo. Ora si tratta di passare dalle parole ai fatti.

Se allora sottoscriviamo che lo sport è cosa buona e giusta, dobbiamo coerentemente ammettere che “esso è anche una risorsa”. Ne è convinto Elio De Anna, assessore regionale allo Sport, politico che ben conosce il significato di attività sportiva, in quanto praticata e vissuta in prima persona. Rugbista, con due titoli italiani conseguiti con la squadra del Rugby Rovigo e con 27 presenze, negli anni Settanta, nella nazionale italiana. Ed è proprio per passare dalla potenzialità all’atto, che bisogna attivarsi per realizzare progetti capaci di dimostrare quante e quali risorse lo sport implica. Progetti di ampio respiro, o meglio di respiro internazionale. O, meglio ancora, progetti da presentare a Bruxelles, sede dell’Unione europea.


È un’utopia arrivare a una specie di Erasmus nell’ambito dello sport?”, si domanda l’assessore, alludendo al progetto Eucampus. Un’idea made in Friuli Venezia Giulia che nasce nell’ottica della cooperazione di più Stati membri dell’Unione europea. “Partendo dallo sport – spiega De Anna – abbiamo in animo di presentare un progetto capace di coinvolgere i ragazzi di più Stati per dar loro l’opportunità di vivere un’esperienza nell’ambito sportivo di un’altra Nazione e, contestualmente, di imparare la lingua del Paese che li ospita”. Il veicolo dello sport appare il più efficace per l’apprendimento di un idioma straniero. “Se si mettono alcuni ragazzi in un campo di calcio con un pallone, nel giro di pochi minuti ognuno saprà comunicare con l’altro. Lo sport – sintetizza De Anna – è forse il più formidabile traduttore istantaneo”. Ecco da qui viene il parallelismo con l’ormai più che ventennale Erasmus, ovvero il collaudato progetto che consente allo studente universitario europeo di effettuare in un’università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto.


I progetti europei devono rispondere a criteri di sostenibilità, pari opportunità e non discriminazione. Con sostenibilità s’intende anche la durevolezza e la possibilità di replicare il progetto. Soprattutto riflettendo su questo criterio, viene in mente che la scuola non può altche essere l’interlocutore privilegiato di una progettualità incentrata sullo sport, questo in nome del fatto che la persistenza della struttura-scuola consente di ripetere nel tempo il progetto.

 

Eucampus potrebbe così diventare un sistema che consente ai ragazzi degli ultimi due anni delle scuole superiori e dei primi anni dell’università di trascorrere sei mesi presso una società sportiva, con la quale allenarsi e giocare. Ma qui arriva il punto dolente. Se infatti il progetto è sulla carta non solo accattivante, ma anche sembra ripercorrere in qualche misura lo schema di Erasmus, apparendo pertanto fattibile, dall’altro ci si va a scontrare con le peculiarità del sistema delle realtà sportive. “Il rischio – rileva l’assessore allo Sport – è che lo studente straniero possa soltanto allenarsi durante la settimana e non giocare con la squadra durante le competizioni ufficiali, in quanto il numero degli stranieri consentiti è già coperto dall’organico autoctono”. Allora che fare per superare questi ostacoli che possono togliere entusiasmo ai giovani atleti? “È evidente – risponde De Anna – che dobbiamo trovare il modo di superare i vincoli. La strada allora appare più facile se si decide di agire nel settore giovanile e non professionistico”. E per trovare le soluzioni un gruppo di lavoro si è già messo all’opera. Presieduta da Ariella Cuk, docente di Lingue e comunicazione nonché esperta di Europrogettazione, e con la partecipazione di rappresentanti del settore scolastico, funzionari regionali e un rappresentante dell’assessorato, questa équipe si è già rimboccata le maniche per riuscire a presentare nel 2010 il progetto a Bruxelles.


“È puntando sulle fasce giovanili – sottolinea l’assessore – che lo sport diventa fenomeno di massa con significative ricadute anche di tipo economico”. Di fatto ponendo mente alle città che hanno fatto dei loro atenei perni sui quali far girare parte della loro economia, ragionevolmente ci si può aspettare che possa accadere qualcosa di analogo anche creando un flusso di studenti sportivi. A questo si aggiunga che le manifestazioni internazionali, quali per esempio le Olimpiadi, oggi comportano problemi, oltre che organizzativi e strutturali, anche di sicurezza. Ciò invece non si verifica quando ci si rivolge agli under 20. Si tratta infatti di iniziative che fortunatamente non sono ancora considerate oggetto di possibili attentati terroristici. Ecco perché esse diventeranno sempre più eventi propulsori di turismo sportivo. Altrimenti detto: a vedere gli under 20 ci può andare con serenità tutta la famiglia, promuovendo così un movimento di massa.


Ma al di là dell’importante progetto su scala europea, l’assessorato del Friuli Venezia Giulia allo Sport si è già attivato per coinvolgere in maniera diretta le scuole del territorio. “L’anno scorso – racconta De Anna – ci siamo seduti al tavolo con le scuole e siamo giunti a un gentlemen’s agreement, in base al quale sono state attivate collaborazioni molto strette con il mondo dell’associazionismo sportivo. La scuola può ricevere infatti fondi per realizzare progetti che incentivano l’interesse per le attività sportive”. “Un lavoro – continua – che viene svolto a contatto di gomito con figure professionali e competenti del mondo dello sport, finalizzato, tra l’altro, ad individuare tra gli allievi quelli che hanno una particolare predisposizione in un’attività ginnica. In base a questo accordo, è la scuola stessa a segnalare il ragazzo all’associazione sportiva con la quale ha attivato la collaborazione”.


La scuola rappresenta un veicolo fondamentale per la diffusione della pratica sportiva tra i giovani. Ma attenzione, nulla si vuole togliere a quella che è la formazione culturale: lo sportivo cui si mira è un professionista tanto abile nell’attività ginnica, quanto preparato culturalmente. Un’iniziativa interessante questa che va nella direzione dell’idea dell’impegno sportivo come attività positiva e formativa, al pari dello studio delle altre discipline. A palesare la convinzione dell’assessorato in questo senso è la cifra investita: 600mila euro, una somma che appare ancora più importante se paragonata a quanto fatto in altre regioni (in Lombardia, per esempio, l’investimento è di 120mila euro). L’efficacia di questa scelta sarà confermata se nel giro dei prossimi tre anni ci sarà un aumento cospicuo di tesserati nelle associazioni sportive regionali.


“Per tutte le materie – precisa De Anna – la scuola ha l’obbligo di esplorare e di indirizzare le attitudini degli studenti. Così deve accadere anche per quanto riguarda le capacità motorie”. Il che significa dimostrare che lo sport all’interno del percorso formativo per eccellenza, quale la scuola, è una priorità. “In quest’ottica finalmente anche il soma e non solo il cerebro ha finalmente diritto a pieno titolo di accesso negli istituti scolastici”, illustra l’assessore mutuando i termini dalla sua professione, quella di medico chirurgo. Altrimenti detto, il corpo non solo la mente assume un ruolo importante tra i banchi scolastici. E non è un appunto di poco conto anche perché ci obbliga ad un atto di onestà. Nessuno oserebbe smentire gli antichi e confutare che la mens sia sana in un corpore sano ma, di fatto, a ben guardare quante ore di educazione motoria, o, come si diceva una volta, di ginnastica, si fanno nelle scuole? Una alle elementari e due alle superiori. “Il mio obiettivo – dichiara De Anna – è quello di far salire il numero delle ore dedicate all’educazione fisica all’interno tanto delle scuole primarie quanto in quelle secondarie. Vorrei che si arrivasse, rispettivamente, a tre ore settimanali e a quattro, se non addirittura a sei, alle superiori”.


In questa fine d’anno sono d’obbligo gli auguri. Ecco quelli che Elio De Anna fa al Friuli Venezia Giulia: “Alla nostra regione auguro di uscire presto dalla crisi. Famiglia, lavoro, risparmio e casa: questi sono i valori solidi che caratterizzano questa comunità. Ed è da qui che viene la mia convinzione che il Friuli Venezia Giulia supererà prima di altre regioni questo momento di difficile congiuntura economica”. E a se stesso cosa augura? “Salute”. Parola di assessore allo sport, sportivo e medico-chirurgo.

Tiziana Benedetti

 


In collaborazione con Help!

 


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