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Dell'Utri vuole una commissione d'inchiesta sulle stragi di mafia. I familiari delle vittime in rivolta

 |  Redazione Sconfini

La notizia secondo cui il sen. Marcello Dell'Utri avrebbe "proposto" al suo partito di presentare una proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulle stragi di mafia del 1992 sembrava una provocazione figlia del solleone agostano. E invece sembra proprio la verità. Secondo Il Velino, se a breve il Pdl non presenterà la proposta sarà lui stesso a farsi carico dell'iniziativa.

Il punto è che le procure del professionisti dell’antimafia (Palermo e Caltanissetta) sono state costrette a riconoscere che le indagini e i processi per la strage di via D’Amelio, dove furono massacrati il giudice Borsellino e gli agenti della scorta, sono falliti e che, dopo diciassette anni, non si conoscono ancora gli esecutori materiali e i veri mandanti e tutti quelli che sono stati finora indagati e giudicati in ben tre diversi processi, con sentenze confermate in Appello e in Cassazione, e condannati all’ergastolo, non sono i veri responsabili. Chi saranno quindi i veri responsabili e i mandanti occulti delle stragi? Berlusconi e Dell'Utri all'epoca furono indagati con l'accusa di essere i mandanti delle stragi ma ne uscirono bene. In un altro processo, però, il sen. Dell'Utri è stato condannato in primo a 9 anni e 6 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa e a breve si attende la sentenza di secondo grado.

La riapertura delle indagini ha riportato violentemente alla luce i misteri che avvolgono i delitti dell'estate '92: le trattative Stato e Mafia, il papello di Riina, i silenzi di Nicola Mancino, i sospetti su Dell'Utri e Berlusconi, i servizi segreti deviati, alcuni esponenti dei carabinieri dai comportamenti molto poco chiari ecc.

Che sia Dell'Utri a chiedere la commissione parlamentare puzza tanto di estremo tentativo di insabbiamento delle nuove indagini (un po' come se la Banda Bassotti diventasse giudice di un processo per il furto al deposito di zio Paperone) e ovviamente il movimento delle associazioni dei familiari delle vittime di mafia, capitanate simbolicamente da Salvatore Borsellino non hanno fatto tardare una violenta replica a firma di Giovanna Maggiani Chelli (Associazione trai i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili):

E' inaudito che un individuo condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa ed attualmente sotto processo per la conferma in secondo grado della suddetta condanna abbia l'impudenza di proporre una commissione d'inchiesta sulle stragi del '93. Sono ormai passati 17 anni dalle stragi del '92 e del '93 e durante questi anni l'unica attività da parte del sistema di potere nato da quelle stragi è stata quella di favorire l'insabbiamento, il depistaggio e il blocco delle indagini della magistratura quando il livello di indagine  superava quello non valicabile dei semplici manovali del crimine.
Oggi, proprio nel momento in cui finalmente dei magistrati coraggiosi, a Palermo e a Caltanissetta, stanno squarciando il velo sulle reali responsabilità di quelle stragi, proprio una di quelle persone che era stato indagato come facente parte dei mandanti occulti delle stesse stragi si fa avanti per proporre una commissione d'inchiesta parlamentare che a questo punto è lampante che non possa avere altro scopo che quello di bloccare anche questo estremo tentativo da parte della Magistratura di arrivare alla Verità e di rendere Giustizia ai martiri di quelle stragi.
Noi ci opporremo con tutte le nostre forze a questa ignobile manovra, mobiliteremo l'opinione pubblica e la Società Civile, andremo fin sotto i palazzi del potere a manifestare contro questo ennesimo tentativo di occultare le responsabilità di parti dello Stato nella progettazione e nella esecuzione di quelle stragi.
Quella stessa Agenda Rossa che abbiamo levato in alto marciando a Palermo fino al Castello Utveggio sarà il simbolo della nostra RESISTENZA e della nostra volontà di lottare fino all'ultimo respiro a sostegno dei magistrati onesti, per la GIUSTIZIA e per la VERITA'.
Non  permettermo che altri magistrati vengano uccisi, ne fisicamente ne con le armi delle ispezioni, dei trasferimenti e della sottrazione delle inchieste.
Lotteremo fino all'ultimo perchè questo non avvenga. Noi non vogliamo che il nostro paese sia sempre più sommerso dal puzzo del compromesso e della complicità vogliamo che i nostri giovani, i nostri figli possano finalemente sentire quel fresco priofumo di libertà per cui altri magistrati, altri poliziotti hanno sacrificato la loro vita.
Sono questi i nostri eroi, coloro che hanno osato proclamare eroe un criminale come Mangano devono essere cacciati fuori dalle Istituzioni non proporre commissioni d'inchiesta per insabbiare ancora una volta quelle stragi come mandanti delle quali essi stessi sono stati indagati.



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