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Letizia Moratti ha deciso. Presto a Milano una via dedicata a Craxi

 |  Redazione Sconfini
craxiLa politica continua a prendere a ceffoni la cittadinanza onesta con iniziative sempre più ardite. Stavolta (si potrebbe dire anche questa volta), in pieno stile bipartisan, è la volta di beatificare istituzionalmente uno dei politici più corrotti che l'Italia abbia mai conosciuto: Bettino Craxi. Ricorreranno presto i 10 anni dalla morte del ex leader del Psi e dopo aver appreso che a spese dei contribuenti il ministro degli esteri Frattini andrà a rendere omaggio alla tomba del latitante Craxi in Tunisia, oggi ci tocca sentire Letizia Moratti che intende dedicare a Milano una via (più vicina al centro possibile) o un parco in onore dello "statista" condannato in contumacia a 10 anni, morto latitante con due mandati di cattura pendenti sul capo e due condanne definitive a 10 anni complessivi per corruzione e finanziamento illecito, più varie provvisorie.

"Diede una svolta al nostro Paese" ha detto la Moratti per giustificare l'intitolazione a "Bottino".

Ciò che colpisce è anche la presenza e il sostegno del Capo dello Stato Giorgio Napolitano alla commemorazione ufficiale che si terrà in Senato il 19 gennaio. Il Presidente della Repubblica, da comunista radicato in Parlamento da 50 anni, ben ha conosciuto Craxi e le sue losche frequentazioni ma ciononostante ha deciso di presenziare e sostenere il ricordo di questo personaggio così inviso alla cittadinanza onesta.

Ma ricordiamo quali sono state le "svolte" del "grande statista":

Sotto il governo Craxi (1983-87) il debito pubblico balzò da 400mila a 1milione di miliardi di lire e il rapporto debito-pil dal 70% al 92%. Solo Tremonti di questo bienno sta facendo "meglio" indebitando il paese ad un ritmo di 1.800 miliardi di euro al mese. A far aumentare il debito (con cui ancora oggi ci troviamo a dover combattere vanamente) le scelte - ben ripagate - con cui Craxi bloccò la privatizzazione della Sme con la scusa di difendere i "panettoni di Stato" e l'aver bloccato la vendita dell'Alfa Romeo alla Ford (che l'avrebbe pagata) per regalarla alla Fiat.

Craxi si fece conoscere qualche anno prima, nel 1978, caldeggiando la trattativa tra lo Stato e le Brigate Rosse contrapponendosi a Berlinguer che per fortuna vinse il braccio di ferro politico e contribuì così alla vittoria dello Stato sulle BR. Come ben sappiamo la trattativa tra Stato e Mafia posteriore di qualche anno non ha trovato oppositori così risoluti e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Ottime anche le sue prove in politica estera: nel 1985 Craxi sottrasse al blitz americano di Sigonella i terroristi palestinesi che avevano appena sequestrato la nave Achille Lauro e assassinato un ebreo paralitico, Leon Klinghoffer, gettandone il cadavere in mare; si impegnò a farli processare in Italia; poi fece caricare il loro capo Abu Abbas su un aereo dei servizi e lo lasciò fuggire prima nella Jugoslavia del maresciallo Tito e di lì in Irak, gradito omaggio a Saddam Hussein.

Altre posizioni poco occidentali che denotavano la sua "illuminata" capacità di gestire la politica estera: Craxi appoggiò acriticamente l’Olp, ancora ben lontana dalla svolta moderata, paragonando Arafat a Giuseppe Mazzini; spalleggiò e foraggiò il dittatore sanguinario somalo Siad Barre; e nel 1982, durante la crisi delle Falkland, si schierò addirittura con i generali argentini contro la Gran Bretagna appoggiata da tutto il resto dell’Occidente.

Craxi fu un grande precursore del berlusconismo di oggi: fu il primo a picconare la Costituzione in vista della “grande riforma” presidenzialista e ad attaccare la magistratura, proponendo di assoggettarla al governo. Prima con i decreti Berlusconi e poi con la legge Mammì consacrò il monopolio televisivo incostituzionale dell’amico Cavaliere, che fra l’altro pagava bene, cash, stando a numerose risultanze processuali.

Ma Craxi fu anche tra i primi ad aprire alla P2 diventando amico di Licio Gelli e di Roberto Calvi, amorevolmente assistito dal suo consulente giuridico Renato Squillante e, soprattutto, fu il primo ad aprire le porte del Parlamento a nani e ballerine candidando Gerry Scotti e Massimo Boldi anticipando di quasi 20 anni Mara Carfagna, Luca Barbareschi, Gabriella Carlucci e compagnia cantante.

Ebbene, pagati dai cittadini milanesi, i tecnici comunali milanesi della toponomastica stanno lavorando per trovare la via o il giardino giusto da dedicare a questo ladro. Già in passato ci sono stati tentativi di bloccare l'intitolazione di vie al latitante, ma sono sempre stati bloccati in un modo o nell'altro. Sarà la volta buona?

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