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AAA CERCASI DISPERATAMENTE LAVORO

 |  redazionehelp

Trovare un’occupazione non è semplice. È un “lavoro”, un’attività che richiede tempo, dedizione, attenzione, curiosità e metodicità.

“I canali utilizzati possono essere diversi – asserisce Sandra Marcon, capo ripartizione Servizi agli studenti e Progetti speciali dell’Università di Trieste – e devono essere controllati costantemente: si va dai quotidiani, portali e siti Internet che si occupano di lavoro ai Servizi/Sportelli dei Centri per l’impiego, alle Agenzie per il lavoro e agli eventi organizzati dalle università stesse (Career Day universitari, Job Fairs). Certamente c’è stata un’inversione di tendenza rispetto al passato, in altre parole i tempi in cui i laureati trovavano immediatamente un posto di lavoro appena terminati gli studi universitari sono ormai molto lontani”.
La ricerca di un impiego significa sostenere colloqui, test che saggiano le competenze e le attitudini dei candidati per valutarne attentamente i diversi aspetti e l’idoneità e la predisposizione per un determinato ruolo. Bisogna dire che sempre più spesso le selezioni sono articolate su più livelli. “Le grandi aziende – spiega l’esperta – spesso incontrano un primo gruppo di candidati, che sottopone a degli assessment di gruppo, una metodica per la valutazione che si fonda su tecniche e strumenti per l’osservazione e l’analisi dei comportamenti messi in atto di fronte a compiti di elaborazione, decisione e discussione di gruppo. I candidati che superano questo primo momento sono poi esaminati individualmente”. “Ciascuna azienda comunque – precisa – a seconda delle proprie necessità, delle esperienze pregresse e dei progetti futuri, articola le selezioni con modalità specifiche. Oltre alla valutazione delle competenze specifiche, inoltre, le imprese che decidono di assumere nuove figure professionali valutano anche le competenze trasversali, non meno importanti per il giudizio sull’idoneità del candidato a svolgere un determinato tipo di attività professionale”. Flessibilità, iniziativa, visione d’insieme, sono altri elementi che consentono di dare una valutazione completa e precisa della persona. Quando poi la ricerca è rivolta a posizioni di responsabilità, altri sono i fattori da valutare per l’idoneità del candidato, tra cui la capacità di lavorare in team, di tollerare e gestire situazioni di stress.
Trovare il lavoro tanto agognato sembra essere un miraggio e spesso giovani con titoli di studio ottenuti in modo eccellente devono adattarsi a fare ciò che esula dal loro curriculum e dalle loro aspettative, solo perché il mercato non ha nulla di meglio da offrire loro. “Ottenere un incarico che risponda alle proprie aspettative è importante, tuttavia – conferma Sandra Marcon – si assiste molte volte al cosiddetto job mismatch, cioè la non coerenza tra il percorso di studio intrapreso e l’attività lavorativa svolta. Ciò può verificarsi per vari motivi: dal contesto socio-economico contingente, ai repentini cambiamenti delle richieste del mercato del lavoro in una determinata area geografica (mutamenti che spesso non sono chiari e prevedibili nemmeno per il tessuto industriale e produttivo), ad una certa attitudine, da parte degli studenti, di cominciare ad entrare in contatto con il mondo del lavoro solo alla fine del percorso universitario tralasciando quindi l’opportunità di creare una rete di contatti lavorativi durante gli anni universitari”.
L’Università degli Studi di Trieste, per limitare tale fenomeno, si sta attivando con un insieme di interventi integrati e strutturati di politiche attive del lavoro che cercano di rendere più fluidi e trasparenti i meccanismi che regolano l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e che anticipano il contatto tra lo studente e l’impresa lungo tutto il percorso universitario. “In generale – racconta il capo ripartizione Servizi agli studenti e Progetti speciali dell’ateneo giuliano – i ragazzi che terminati gli studi si rivolgono al nostro Servizio, vogliono poter entrare in contatto con un settore lavorativo in linea con le loro aspettative, di potersi misurare attraverso un tirocinio che gli consentirà di vedere quali sono le reali abilità, competenze e attitudini, oltre che osservare quali sono le reali esigenze di un’azienda. Interessante in tal senso è stato il progetto Fixo (Formazione ed innovazione per l’occupazione), promosso dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, che aveva messo a disposizione dei laureandi e laureati dell’Università di Trieste per l’anno 2008 delle borse per lo svolgimento di tirocini in azienda, consentendo così agli studenti di misurarsi con il mondo del lavoro. Nei prossimi mesi è prevista una nuova fase del progetto”.
Le aspettative dei giovani dipendono molto dalla tipologia degli studi intrapresi. Gli studenti che si dedicano a una formazione di tipo internazionale, ad esempio, preferiscono, terminati gli studi, dedicarsi ad un’attività che li porti all’estero. “Sino a qualche anno fa – rileva l’esperta – i ragazzi del nostro ateneo generalmente preferivano un’occupazione che non li portasse lontano da casa, probabilmente per l’alta qualità di vita che i ragazzi attribuivano alla città di Trieste. La crisi economica che sta interessando anche il nostro territorio, però, obbliga oggi i giovani a guardare anche fuori dai confini del loro territorio per trovare un impiego, considerando così lo spostamento geografico con più convinzione”.
Il consiglio da dare ad un giovane è di iniziare a creare i primi contatti con il mondo del lavoro già durante gli anni di studio universitario, effettuando tirocini formativi e di orientamento e partecipando alle Job Fairs e ai Career Day universitari. Questo approccio permette agli studenti di arrivare più preparati al momento del “salto” dalla carriera universitaria al mondo del lavoro. “Tutte le facoltà universitarie – puntualizza Sandra Marcon – offrono opportunità di impiego in specifici ambiti lavorativi. Si rileva comunque in questo momento una forte richiesta da parte del mercato del lavoro della nostra regione di profili provenienti dal settore ingegneristico, informatico, economico e statistico”.
L’Università di Trieste, per aiutare i propri studenti in questa fase delicata del loro percorso, il 10 marzo scorso ha organizzato il proprio Career Day “Job@units” (cfr. www.units.it/job) che ha visto la partecipazione di più di 50 realtà del territorio nazionale e circa 1.000 studenti. La giornata, in cui erano previste sessioni di workshop su tematiche inerenti la ricerca attiva del lavoro, si è rivelata un momento importante per capire quali profili e competenze cerchino le aziende e come vengano svolti i primi colloqui di selezione, oltre che rappresentare un’occasione unica per consegnare il proprio curriculum vitae ai responsabili delle risorse umane delle imprese presenti. La nuova edizione del Job@units è prevista per il 6 Aprile 2011.
Scrivere un buon curriculum, preciso e dettagliato, sintetico (2/3 pagine per un neolaureato) e accattivante risulta quanto mai indispensabile. È consigliabile documentarsi sull’azienda a cui ci si vuole candidare e personalizzare il proprio curriculum magari allegando una lettera di presentazione. Ciò richiede molto tempo, ma è più efficace inviare curricula personalizzati in virtù della posizione a cui ci si vuole proporre, piuttosto che inviare curricula generici che possono risultare meno attrattivi per la specifica azienda o posizione. “Lo Sportello del lavoro dell’Università di Trieste – rende noto Sandra Marcon – accoglie studenti e laureati per erogare consigli su come muoversi per la ricerca attiva del lavoro, come stendere un curriculum vitae ed una lettera di presentazione per favorire l’incontro domanda/offerta di lavoro nel nostro territorio e non solo. È aperto tutti i giorni dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 11.30, il lunedì e giovedì anche il pomeriggio dalle 15.15 alle 16.15”. Si ricorda infine che tutti gli atenei del territorio regionale sono dotati di strutture il cui scopo è aiutare gli studenti a muoversi nell’intricato mondo del lavoro e favorire il loro inserimento nel settore più consono alle loro aspettative e capacità.
Paolo Baldassi


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