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Che Italia avremmo avuto se Berlusconi non avesse corrotto senatori per far cadere Prodi?

 |  Giuseppe Morea

Il Tribunale di Napoli ha sentenziato in primo grado che Silvio Berlusconi per corruzione in concorso con Valter Lavitola.

Non serviva certo un mago per capire che la "spallata" che nel 2008 depose Prodi fosse farina del sacco del leader di Forza Italia, ansioso di tornare al potere (cosa puntualmente avvenuta con una campagna elettorale improntata sull'italianità di Alitalia che si rivelerà un disastro clamoroso).

Berlusconi ha pagato 3 milioni Sergio De Gregorio per passare all'opposizione. La corruzione, già fatto drammaticamente onnipresente nella sfera pubblica italiana, assume un velo di ulteriore nefandezza in questo contesto, poiché è la prima volta che ufficialmente entra nelle aule in cui si esercita il potere legislativo.

Dimostrano che ai tempi di Berlusconi la democrazia si poteva comprare un tanto al chilo. Comprando nel vero senso della parola, deputati e senatori alla bisogna. Al di là di tutti i guai causati dal pifferaio di Arcore al Paese, è questa una macchia ancora più grande della mega frode fiscale per cui è già stato condannato. Ora che rischia di diventare pluripregiudicato il suo estro politico e la sua forza comunicativa sono ridotti al lumicino, tuttavia resterà irrisolta una domanda: che Italia avremmo avuto se Berlusconi non avesse pagato senatori per far cadere Prodi?

C'era Prodi che aveva appena ridotto il cuneo fiscale, avevamo Bersani allo Sviluppo Economico, certo non Berlinguer, ma nettamente il miglior ministro degli ultimi 20 anni in questo campo. C'era Padoa Schioppa all'Economia, che stava riuscendo a ridurre il debito pubblico e aveva accantonato un cospicuo tesoretto che i voraci tremontian-berlusconian-leghisti si divorarono poche settimane dopo la loro rielezione e contribuendo a devastare le casse pubbliche nei 3 anni successivi, facendo esplodere defitivamente il rapporto deficit pil.

Se il trend fosse continuato, è lecito pensare che oggi l'Italia non avrebbe subito il fallimento dell'estate del 2011 e non sarebbe stata commissariata dalla Germania per interposta persona con Monti, Letta e Renzi tutti dediti al bacio della pantofola alla Merkel.

Forse oggi a parlare con Tsipras ci sarebbe un interlocutore in più. Un Paese ancora ricco, con un rapporto deficit pil vicino al 100% o addirittura inferiore (anziché al 133% attuale), che forse non avrebbe indebitato i cittadini per salvare banche tedesche e francesi. Forse.

Ma gli italiani non l'avrebbero meritato.


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