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Il bavaglio? E' solo un'inutile legge di regime

 |  Redazione Sconfini
La legge bavaglio in perfetto stile iraniano procede a tappe forzate. I parlamentari, devoti e riconoscenti, lavorano anche di notte per accontentare il loro padrone che li ha nominati alla Camera o al Senato. Evidentemente alle porte ci sono novità più  deflagranti delle inchieste per corruzione che stanno finora coinvolgendo più o meno direttamente Verdini, Scajola e altri uomini che ruotano attorno alla "cricca" degli appalti.

Con la nuova legge bavaglio i giornalisti che pubblicano intercettazioni telefoniche, trascrizioni e addirittura riassunti di intercettazioni (tutte non coperte da segreto istruttorio) rischiano multe pesantissime e anche la galera. Il tutto in perfetto Ventennio Style.

Gli editori potrebbero dover sborsare quasi mezzo milione di euro e così solo chi ha grandi capitali potrà continuare a pubblicare le notizie. I piccoli (quelli più coraggiosi) sono tagliati fuori.

La speranza, ancora una volta, giunge dall'Europa. Anche se "sbadatamente" Morfeo Firmatutto Napolitano dovesse non accorgersi dell'incostituzionalità anche di questa legge e la Consulta dovesse perdere il coraggio che ha caratterizzato il suo lavoro in occasione del lodo Alfano, c'è ancora una speranza. La Corte di Giustizia dei Diritti dell'Uomo.

Per intenderci: la legge bavaglio voluta dal popolo della libertà (di delinquere) viola i diritti dell'uomo! Una situazione degna di Cuba, Cina, Iran, Zimbawe ecc.

Qualche anno fa due giornalisti francesi erano stati condannati dal tribunale francese per aver pubblicato un libro in cui si ricostruiva il sistema di intercettazioni illegali attuato durante la presidenza Mitterand (usa sorta di Watergate in salsa parigina). Nell’opera, oltre che stralci di dichiarazioni al giudice istruttore e brogliacci delle intercettazioni, era contenuto l’elenco delle persone sottoposte ai controlli telefonici. I due autori avevano violato le norme sul segreto istruttorio e per questo erano stati condannati in Francia.

Con la sentenza del 7 giugno 2007 la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (ricorso n.1914/02), pur riconoscendo la violazione del segreto istruttorio ha CONDANNATO LA FRANCIA PER VIOLAZIONE DELLA LIBERTA' DI ESPRESSIONE!

Il diritto della stampa di informare su indagini in corso e quello del pubblico di ricevere notizie su inchieste scottanti prevalgono sulle esigenze di segretezza. Più che la privacy conta l’esigenza del pubblico di essere informato sul procedimento giudiziario in corso e sui fatti oggetto del libro, al quale erano allegati alcuni verbali di intercettazioni.

Cosa accadrà dunque in Italia? Che ci saranno minacce, multe, processi, forse qualcuno finirà in galera e poi ne uscirà e così anche i risarcimenti saranno restituiti con gli interessi. Nel frattempo però l'effetto sarà dirompente sulla libertà di informazione in tutto il Paese: la paura e il terrore vinceranno. Per un po'

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