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Chirurgia estetica: la fretta non migliora il proprio benessere

 |  Redazione Sconfini

Questo è il dialogo che si è svolto un anno fa tra un’aspirante paziente e il medico chirurgo titolare di una clinica estetica

in Slovenia: “Voglio fare la liposuzione”, “No. Prima segua una dieta e faccia ginnastica, quindi ritorni da me e vediamo quanto grasso in eccesso le rimane”. Ed ecco la conversazione avvenuta a distanza di alcuni mesi: “Dottore, grazie: lei mi ha cambiato la vita”, “Ne sono felice”.

 

“Molto spesso – rileva Marjan Fabjan, il medico chirurgo in questione – le persone non hanno a cuore la propria salute e pongono attenzione solo al loro aspetto. Ma io prima che un chirurgo plastico sono un medico ed ho ben presenti le priorità della persona. L’avvicinarsi a un chirurgo con l’obiettivo di correggere il proprio corpo diventa allora un espediente efficace per far comprendere che prima di tutto bisogna condurre una vita sana, cioè, come è risaputo, seguire un’alimentazione corretta e fare con costanza una moderata attività fisica”.

 

La liposuzione, cioè l’intervento che consente di eliminare il grasso in eccesso in particolare da fianchi, cosce e pancia, non è sufficiente – osserva Fabjan – e soprattutto non va intesa come un’alternativa alla dieta dimagrante. Infatti il rischio è di ritrovarsi con un corpo privo di grasso ma con la pelle svuotata, con un effetto simile ad un sacco vuoto”. Bisogna sempre aver presente che ciò che gli altri vedono di noi è in primo luogo la nostra postura, il modo con cui ci muoviamo. A pensarci bene, nella maggior parte dei casi incontriamo gli altri a dieci-quindici metri di distanza. “Non è infatti il viso a far capire agli altri la nostra età. Sono pochi – evidenzia il chirurgo – coloro che incontriamo a distanza ravvicinata e dei quali possiamo scrutare i segni che il tempo ha lasciato sul loro volto. Si tratta, in buona sostanza, di cambiare punto di vista. Di noi stessi notiamo il volto quando ci specchiamo, mentre gli altri vedono il nostro corpo, e più precisamente vedono come noi ci muoviamo”.

 

Ecco perché diventa fondamentale per comunicare il nostro benessere, il nostro essere belli, curare adeguatamente la propria forma fisica. Ci sono bambini, oggi, con atteggiamenti da grandi, ci sono persone in età che sembrano ragazzi. E il cerchio si chiude: bisogna comprendere che l’essere in forma è un obiettivo da perseguire non tanto o non solo per motivi estetici ma prima di tutti per ragioni di salute.

 

Vero è che l’operazione di chirurgia estetica, volta a risolvere alcuni problemi, diviene talvolta necessaria. “Il grasso corporeo – spiega Fabjan – a volte è distribuito in modo non armonico. Le donne tipicamente hanno vita stretta e cosce sproporzionate, mentre gli uomini hanno spesso una pancia abbondante”. “Innanzitutto – continua – quando ci si trova di fronte a questi pazienti è bene procedere con adeguate analisi. Spesso sono gli ormoni ad essere causa di queste disarmonie. In particolare è bene verificare che non ci siano problemi alla tiroide”. Escluse queste problematiche si può cominciare a ragionare su altre possibili soluzioni.

 

Quando si parla di modellare il corpo, una delle operazioni di chirurgia plastica che più di frequente viene in mente è quella relativa al seno. “Questa – afferma Fabjan – è una parte importante del corpo: è quella che permette alla donna di sentirsi veramente tale. Tuttavia è necessario sfatare una convinzione diffusa, ovvero quella secondo la quale la mastoplastica additiva permette di passare da una misura di reggiseno nella norma a una taglia extra. La chirurgia estetica non ha questa finalità”. “Fondamentalmente – aggiunge il chirurgo – due sono le categorie di donne che si sottopongono a questo tipo di intervento. Ovvero: le giovani donne prive di seno che non riescono ad accettare il loro corpo e si sentono mortificate nella loro femminilità, e le mamme che, dopo due o più gravidanze, non riconoscono più il loro corpo e vedono il loro seno svuotato e cadente”.

 

Introdurre una protesi mammaria è possibile in molti casi, tuttavia possono esserci situazioni particolari in cui bisogna focalizzare bene l’aspettativa della paziente. “Può succedere infatti – conferma Fabjan – che una donna non abbia lo spazio sufficiente per inserire la protesi che le permetterebbe di avere un seno normale. O meglio: è possibile, ma l’inserzione di una protesi risulterebbe visibile sul corpo nudo. L’alternativa è quella di avere un seno più piccolo, ma del quale non si percepisce la presenza protesica. A questo punto è bene che la paziente, in totale consapevolezza, scelga se per lei è prioritario come appare il suo corpo quando è vestita o se invece preferisce sentirsi a proprio agio da nuda”. Si tratta di una scelta e come tale deve essere compiuta solo dopo una riflessione molto seria.

 

Un’ultima informazione che può tranquillizzare molte indecise. “Le giovani donne che si sottopongono a mastoplastica additiva – rassicura Fabjan – non si precludono la possibilità di allattare il giorno in cui diventeranno mamme. E a proposito di mamme che desiderano riavere il seno di un tempo, esse devono tener presente che è necessario che sia trascorso almeno un intervallo di tempo di sei mesi dalla fine dell’allattamento per intraprendere il percorso che porta a un intervento di rimodellamento”.

Tiziana Benedetti

 


In collaborazione con Help!

 

 


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