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Difendiamo la democrazia e la legalità costituzionale. Segui la manifestazione in diretta

 |  Redazione Sconfini

Roma 28 gennaio 2009. La manifestazione organizzata dall'Associazione Nazionale dei Familiari Vittime della Mafia, si apre con un video inchiesta che potremmo intitolare "il negazionismo della mafia". Protagonisti tra gli altri, Totò Riina, Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi.

In attesa dell'inizio degli interventi di Serenetta Monti, Emiliano Morrone, Salvatore Borsellino, Sonia Alfano, Beppe Grillo, Antonio Di Pietro, Marco Travaglio e Carlo Vulpio prosegue la messa in onda di filmati storici che ricostruiscono dal punto di vista giornalistico e giudiziario la storia di Dell'Utri, la nascita di Forza Italia e gli incontri di Berlusconi con famosi mafiosi. Una rassegna stampa creata ad hoc riporta i titoli di moltissimi quotidiani di alcuni anni fa: "Silvio riciclava i soldi della Mafia", "A Forza Italia e Dell'Utri i soldi della Mafia", Fininvest è nata da Cosa Nostra" ecc.

Appello dal palco di Serenetta Monti ai movimenti politici che hanno aderito alla manifestazione. L'Associazione Nazionale dei Familiari Vittime della Mafia, come già indicato nei giorni scorsi, desidera che a sventolare in piazza Farnese siano solamente il tricolore. Si chiede quindi di abbassare le bandiere dei partiti politici presenti.

Nel preambolo alla manifestazione un paio di stilettate alle autorità, che hanno messo a disposizione solo piazza Farnese, difficilmente raggiungibile al punto che diversi pullman provenienti da fuori Roma non sono ancora arrivati, e alla stampa "tradizionale" che non ha seguito fin qui (e scommettiamo non seguirà neppure oggi e domani) l'importante appuntamento odierno. A seguire un altro crudo contributo video che mostra diverse immagini di stragi e uccisioni della mafia, il famoso intervento di Silvio Berlusconi che ricorda che il famoso mafioso Vittorio Mangano ("stalliere di Arcore, bravissimo con i cavalli, un eroe"), le immagini della strage di Capaci e via D'Amelio in cui persero la vita Falcone, Borsellino e le rispettive scorte.

Intervienee Sonia Alfano, presidente dell'Associazione Nazionale dei Familiari Vittime della Mafia, che spiega il simbolo dell'Associazione, la rosa bianca (purezza) e rossa (sangue) e ringrazia tutti coloro che hanno sostenuto in modi diversi la manifestazione.Il palco della manifestazione

Interviene la figlia di Gaetano Longo, il sindaco di Capaci assassinato dalla Mafia nel 1978. Toccanti le sue parole sulle leggi vergogna varate da Governo e Parlamento e la non-rappresentatività dei parlamentari, scelti dai partiti e non dai cittadini attraverso la legge elettorale non a caso definita "Porcellum".

- Emiliano Morrone e Savario Alessio: i drammi della Calabria

A seguire l'intervento di Emiliano Morrone e Saverio Alessio autori di "Società sparente" un drammatico racconto sulle liason tra politica e 'ndrangheta in Calabria. Molto articolate, in occasione della manifestazione, le loro denunce su vari esponenti oscuri della politica calabrese in perenne caccia di poltrone ben retribuite e di imprenditori (come Saladino e Fragomeni) per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio.

Salvarore Borsellino: Resistere, resistere, resistere!

Parla Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino. Parla di baratro all'interno del quale i politici stanno facendo precipitare il Paese. La disgraziata seconda Repubblica è fondata sul sangue delle vittime della Mafia, secondo Borsellino, che chiede anche di mettere in cella niente meno che Berlusconi e Dell'Utri e di constringerli in stile "arancia meccanica" a vedere e rivedere mille volte le immagini delle stragi. Molto forti e sentiti gli applausi della folla. Commoventi e crudi i ricordi di Salvatore Borsellino del giorno in cui è stato ucciso il fratello-eroe. E' tempo di reagire, di lottare, di Resistere e di opporsi al Governo, non di piangere, afferma Borsellino, che accusa le modifiche legislative all'Istruzione come un modo per bloccare anticipatamente una nuova potenziale Resistenza civile alle ingiustizie di Stato. Forti anche le accuse sul sitema politico e dell'informazione che dopo aver "assassinato professionalmente" giudici e magistrati onesti, tenta di uccidere anche Gioacchino Genchi, definito fedele e onesto servitore dello Stato. Resistenza! Resistenza! Le sue parole finali.

Angelica Manca: mio figlio Attilio aspetta giustizia

Toccante anche la testimonianza urlata con le lacrime agli occhi di Angelina Manca, madre di Attilio, trovato morto per un overdose di eroina, alcol e tranquillanti. “Era un drogato, è morto di overdose“. E’ la tesi della Procura che tenta di archiviare l’indagine. Attilio Manca aveva effettuato un'operazione urologica sul boss Bernardo Provenzano, giunto in ospedale con un documento falso del Comune di Villabate. Era mancino e non poteva quindi autoiniettarsi sul polso sinistro (dove c'erano i segni delle punture). La mamma attende ancora giustizia.

- Sonia Alfano contro Berlusconi e Angelino Alfano

Ancora un duro affondo di Sonia Alfano al presidente del Consiglio: mi vergogno di lui, delle sue battutine quando parla di ragazze violentate, delle corna che fa durante i summit europei, mi vergogno delle sue leggi e mi vergogno del paese che stiamo lasciando ai nostri figli. Mi vergogno anche di Angelino Alfano (che solo per omonimia ha il suo stesso cognome) che bacia il boss mafioso di Palma di Montechiaro, Croce Napoli, al matrimonio della figlia. Riprendiamoci il paese con la rettitudine e il coraggio. Torna ancora sulla scena, per voce della Alfano, il presidente del Senato Schifani, controllato dai mafiosi di Villabate (i Mandalà, con cui è stato anche socio nella Sicula Brokers) comune siciliano poi sciolto per infiltrazioni mafiose. Stiamo manifestando contro delinquenti che hanno occupato le istituzioni e che molti servitori dello Stato sono quotidianamente a scortare, il suo monito, cui segue l'appello contro il lodo Alfano - incostituzionale - che evita i processi per le 4 cariche più alte dello Stato. Siamo un esercito senza colori che deve a tutti i costi riprendersi il Paese il suo urlo, cui segue un'arringa alla politica: la cosa più alta e più nobile che ci sia. Non pensiamo di starne lontani solo perché qui in Italia è sporca.

- Di Pietro: contro le leggi vergogna e un appello alla terzietà di Napolitano

La parola passa ad Antonio Di Pietro, leader di Italia dei Valori che subito fa un appello all'importanza di scendere in piazza e ad informare quanta più gente possibile: su lodo Alfano, sul futuro lodo salva Ministri, sul già presentato lodo salva furbetti del quartierino e sul futuro lodo salvaci dalle intercettazioni. Sono stati presi con le mani nella marmellata e ora si chiudono a riccio in tutti i modi per restare impuniti, le parole di Di Pietro. Interessanti le sue parole e la sua proposta sulla Rai: non si può continuare a far scegliere ai politici i consiglieri d'amministrazione perché non è possibile che chi debba controllare i partiti dal punto di vista informativo, sia nominato dai controllori. Poi un appello al Presidente della Repubblica: hanno organizzato uno "scherzetto" simile a quello organizzato in piazza Navona e hanno sequestrato uno striscione polemico nei suoi confronti ("Napolitano dorme, l'Italia insorge". Lei deve essere arbitro e garante del nostro diritto di manifestare. E' nostro diritto manifestare contro i suoi silenzi sul lodo Alfano e le altre leggi vergogna. E poi promette: metteremo in piazza un altro grappolo di referendum dopo quello sul lodo Alfano in primavera.

- Marco Travaglio: neanche sotto il fascismo fatti così gravi

Sale sul palco uno degli ospiti più attesi, Marco Travaglio che subito ricorda: neanche il fascismo osò formalmente mettere le mani sulla giustizia ordinaria. All'epoca istituì i tribunali speciali per i diritti politici, ma non osò entrare a gamba tesa sull'indipendenza della giustizia. Qui sta succedendo qualcosa di molto peggiore, la politica sta decidendo sulle scelte della magistratura, una cosa mai vista. Nel 1924 - rincara Travaglio - al momento della svolta autoritaria di Mussolini, l'Associazione Nazionale Magistrati si sciolse per far sapere quanto drammatici erano gli eventi. Oggi l'ANM si è schierata con il Governo, nonostante fatti ancora più gravi. E poi sviscera il "caso della guerra tra Procure". Racconta di come la Procura di Salerno poteva indagare su Catanzaro, che era riottosa a dare la documentazione relativa alle inchieste sottratte a De Magistris, e non viceversa. Ricorda che il Tribunale del Riesame, l'unico a giudicare su questa "guerra tra Procure" ha dato ragione a Salerno. E infine ricorda che, comunque, il Csm ferendo mortalmente lo stato di diritto, ha seguito la linea del Governo cacciando i magistrati di Salerno e addirittura sospendendo lo stipendio al Procuratore Capo Apicella. Chiarmanifestazione, piazza Farnese, 28 gennaioa la sua posizione: i politici hanno paura che questi validi magistrati scoprissero i loro illeciti, altrimenti, se li avessero ritenuti incapaci, li avrebbero fatti andare avanti.

E poi si scaglia contro le decisioni del Csm. Chi si mette contro Catanzaro finisce cancellato, eliminato professionalmente o punito (Carlo Vulpio, De Magistris, Apicella, i magistrati di Salerno, Clementina Forleo, forse anche Santoro con il suo AnnoZero ecc.), mentre Catanzaro gode di una quasi totale immunità. Probabilmente neanche De Magistris aveva capito cosa stava per scoprire quando lavorava a Catanzaro, perché le azioni messe in pratica da Governo, Csm, Anm e informazione sono incredibilmente gravi rispetto ai nomi e ai presunti reati emersi dalle inchieste Why Not e Poseidon. Il precedente creato è molto grave: nessuno oserà più mettere il becco nella Procura di Catanzaro e sulle vicende di malaffare calabrese. Troppo alto il prezzo da pagare.

- L'intervento di Carlo Vulpio: il vero scandalo sono le intercettazioni illegali di Matera

Dopo Travaglio interviene un altro giornalista, il più esperto di tutti sulle inchieste di De Magistris: Carlo Vulpio. Subito l'apertura è dedicata al finto scandalo intercettazioni sbandierato pochi giorni fa da Berlusconi che ha fatto venir fuori la falsa notizia dell'esistenza dell'archivio di Gioacchino Genchi. E rilancia invece su un altro "scandalo intercettazioni" che coinvolge la Procura di Matera, la quale illegalmente ha intercettato e messo sotto controllo 5 giornalisti tra cui lo stesso Vulpio - violando la segretezza delle fonti, la libertà e l'indipendenza dell'informazione - che seguivano le inchieste di De Magistis, ma intercettavano ancora più illegalmente se possibile lo stesso De Magistris che indagava anche proprio su di loro. Questo - dice Vulpio - è golpismo giudiziario attraverso la sovversione di regole certe ed elementari. Questi mezzi erano illegali, ma si facevano - aggiunge Vulpio -, anche in Unione Sovietica e nelle dittature Sud America.

- Beppe Grillo: ci sta guardando Previti dagli arresti domiciliari e sta ridacchiando di noi

Il suo inizio è al fulmicotone: Noi che siamo "sfigati e perdenti" facciamo paura con le nostre web cam, petizioni e referendum che ci sono stati bocciati da un giudice di 85 anni che aveva detto: Toto Riina è una persona perbene.

Negli Usa hanno Obama che ha vinto con Internet, noi abbiamo lo psiconano (Berlusconi ndr) che fa campagna elettorale in Sardegna a spese dei contribuenti.

E poi prosegue con una serie di spot e immagini:

Maroni, il Ministro degli Interni, è condannato per via definitiva per OLTRAGGIO A PUBBLICO UFFICIALE.

Uno che grida Viva Caselli, Viva il pool antimafia viene rinchiuso proprio dalle forze dell'ordine in una camera per sei ore.

Rilanciamo l'idea della democrazia dal basso, creiamo le liste civiche e occupiamo i Comuni come prima cosa con candidati con la fedina penale pulita. E che si parli di mobilità, energie rinnovabili, piste ciclabili.

Il Parlamento è chiuso. Non legifera più. E' inutile e completamente in mano a Berlusconi.

Con al Social Card, Tremonti è ricorso ai conti correnti dormienti, ovvero ai soldi di padri, nonni e bisnonni non movimentati da almeno dieci anni. Prendono i soldi dai morti per darli ai morti di fame.

Noi perderemo - afferma spesso Grillo - solo la crisi economica potrà spazzare via questa classe politica marcia.

- Pancho Pardi: la nostra è una democrazia malata dall'interno

Pancho Pardi inizia ringraziando la libera informazione e i giornalisti indipendenti. Ma subito la riflessione vira sulla situazione italiana: Precarietà, rinuncia alla progettazione del futuro, democrazia malata il cui specchio è il lodo Alfano. Tutte le democrazie soffrono la crisi, ma solo la nostra è malata. Abbiamo vizi e difficoltà in più: giustizia e informazione imbavagliate. E' l'anomalia italiana che rende difficile se non impossibile vedere un Obama o uno Zapatero da noi. Il rinnovamento è reso impossibile insomma dalla concentrazione del potere radiotelevisivo in una persona che allontana la democrazia dai problemi politici e personali.

Si è rovesciato il rapporto tra Parlamento e il Governo: le leggi camminano a velocità supersonica con il ricorso alla fiducia per semplice volontà del Governo. Non è più il Parlamento che stabilisce le leggi, ma funge solo da cassa di risonanza del volere del Governo. E le modifiche ai regolamenti non faranno che aggravare la situazione sbilanciando sempre più il potere in favore del Governo.

Non siamo riusciti a fermare che l'ineleggibile Berlusconi diventasse per ben 3 volte presidente del Consiglio. Ora facciamo un salto di prospettive e promuoviamo insieme un nuovo slogan: Berlusconi al Quirinale MAI! Non accettiamo che Berlusconi, che si è sempre vantato di non aver partecipato alle commemorazioni del 25 aprile perché la Resistenza gli fa schifo, diventi garante dell'Unità d'Italia, nata dal sangue della Resistenza, né che diventi capo del Consiglio Superiore della Magistratura.

- Diego Pascale: continueranno a fare i loro porci comodi

Facciamo in modo di cambiare questo potere e non finiamo qui, dopo aver messo a posto la nostra coscienza, perché loro continueranno a fare i loro porci comodi. Non fermiamoci ai Comuni, ma uniti impegnamoci e puntiamo a ripulire anche il Parlamento. Siamo il popolo della rete, ci sono oltre a voi più di 20.000 persone che stanno seguendo la manifestazione on line.

- Monia Benini - è una guerra a senso unico.

Una volta - questo l'intervento della Benini - si facevano le stragi con il tritolo, oggi si denigra attraverso l'informazione, basta fare un colpo di telefono per eliminare un oppositore o un giornalista scomodo. Si imbastiscono campagne denigratorie per eliminare avversari politici non allineati. E' una guerra a senso unico tra chi fagocita tutti i denari e cittadini inermi. Ha generato un sistema che genera paura, insicurezza è che ha posto il potere in mano a piduisti che farebbero rivoltare nella tomba i Padri Costituenti.

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E' stato un onore, sebbene un grande investimento in termini di impegno e di tempo, raccontare questa manifestazione. Chiediamo scusa per eventuali refusi o frasi mal interpretate. Abbiamo cercato semplicemente di riportare quanto più possibile in tempo reale gli interventi dei personaggi che si sono alternati sul palco. Se abbiamo saltato qualche intervento e se abbiamo riportato alcuni interventi solo parzialmente ce ne scusiamo.

Non vogliamo con questo nostro speciale, solo per aver informato i nostri (tanti e sempre più numerosi) lettori, che fossimo additati come quelli che prendono le parti di questa o quella parte chiamate in causa. Crediamo soltanto di aver fatto il nostro dovere di informatori, che hanno raccontato e riassunto i fatti e gli interventi di molte personalità di rilievo, che hanno molto poco spazio su mezzi di informazione più seguiti del nostro portale.

La redazione di Sconfini


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