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Nei primi anni '90 la Mafia minacciava Berlusconi

 |  Redazione Sconfini

provenzano, arrestatoChe Berlusconi fosse stato (o lo è ancora) molto vicino alla Mafia è un sospetto che in molti hanno. La sola presenza di Vittorio Mangano (lo stalliere "eroe", in realtà pluriomicida e mafioso di spicco) nelle sue case o la vicinanza con Marcello Dell'Utri (condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa) sono indici di un certo rilievo, ma non sufficienti (?) ad azzardare teorie.

L'agenzia Ansa in una nota (rilanciata da antimafiaduemila.com) riapre però un nuovo filone nei legami tra la Mafia e Berlusconi, il quale stavolta sarebbe vittima di una serie di minacce di estorsione (e "promesse di lutti") da parte di Cosa Nostra.

La Dda di Palermo, infatti, sta indagando per risalire all'autore della missiva da cui emergono richieste estorsive e minacce a Silvio Berlusconi, sequestrata nel 2005 fra le carte personali di Vito Ciancimino, l'ex sindaco mafioso di Palermo. I magistrati hanno disposto perizie calligrafiche: le prime escluderebbero che gli autori possano essere Vito e Massimo Ciancimino. Da indiscrezioni emerge che a scrivere il messaggio possa essere stato un uomo di fiducia di Totò Riina che lo avrebbe girato a Bernardo Provenzano, e a sua volta lo avrebbe fatto arrivare al suo amico fidato, Vito Ciancimino. Quest'ultimo potrebbe avere avuto il compito di far giungere l'ambasciata a persone che sarebbero state vicine a Berlusconi. La lettera, da accertamenti tecnici, potrebbe essere stata scritta nel 1991. Nell'ambito dell'inchiesta avviata sono state sentite alcune persone, compreso Massimo Ciancimino, che da quasi un anno rende dichiarazioni ai magistrati di diverse procure su mafia ed economia e su intrecci con la politica. I pm gli hanno mostrato il documento e le sue dichiarazioni sono state secretate.

Nel verbale di sequestro redatto dai carabinieri, si legge: "Parte di foglio A4 manoscritto contenente richieste all'on. Berlusconi di mettere a disposizione una delle sue reti televisive". Nel testo della missiva, che è incompleto perché la prima parte è stracciata, emerge, però, l'intimidazione legata al fatto che se non si fosse dato corso alla richiesta avanzata ci sarebbe stato "il luttuoso evento".


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