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Il Ministro Raffaele Fitto rinviato a giudizio

 |  Redazione Sconfini

Raffaele Fitto, ministro dei Rapporti con le Regioni, è stato in passato presidente della Regione Puglia prima della sconfitta del centrodestra per mano di Nichi Vendola. Il 3 febbraio 2009, il giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Bari, Marco Guida, ha rinviato a giudizio l'attuale Ministro e parlamentare del Pdl con l'accusa di concorso in turbativa d'asta e di interesse privato del curatore negli atti del fallimento nella procedura di amministrazione straordinaria della Cedis.

Nel procedimento Fitto è accusato di essere 'concorrente estraneo' nella vicenda Cedis in quanto 'referente politico' di alcuni degli altri otto indagati per i quali la procura ha chiesto il rinvio a giudizio.

Le accuse vertono su 23 tra i più grandi e meglio avviati supermercati salentini dell'azienda Cedis, che sono stati venduti per 7,1 milioni di euro, a fronte di una stima di oltre 15 milioni, a un lontano parente di Raffaele Fitto, tale Brizio Montinari. La moglie di Fitto sarebbe infatti cognata del nipote di Montinari.
Il caso è nato quando si è venuto a sapere che esisteva un'altra offerta da parte di un altro gruppo imprenditoriale, molto più elevata, ovvero di 19 milioni di euro, per rilevare la Cedis. Questa offerta avrebbe anche garantito la continuità lavorativa alle persone impiegate e occupate nella Cedis.

Fitto avrebbe fatto pressioni sull'ex sottosegretario Mario Valducci e sull'allora Ministro delle Attività Produttive per agevolare l'offerta di Brizio Montinari. Una serie di falsi e stime drogate, prodotti dai curatori fallimentari avrebbero fatto il resto.

Ad agevolare le indagini e a permettere di giungere al rinvio a giudizio sono state fondamentali, come spesso accade, le intercettazioni telefoniche.

Oltre che per Fitto il giudice ha disposto il rinvio a giudizio per due dei tre commissari straordinari della Cedis: Antonio De Feo e Giuseppe Rochira. Per il terzo commissario, Franco Cesare Lopasso, l’avvocato difensore ha chiesto e ottenuto il giudizio con rito abbreviato. Il rinvio a giudizio è stato disposto dal gup anche per il consulente contabile della procedura, Stefano Montanari, per l’allora dg del settore sviluppo produttivo del ministero delle attività produttive, Massimo Goti, e per l’imprenditore Brizio Montinari.

Il processo è stato fissato dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Bari per l’udienza del 12 maggio 2009.

La risposta di Fitto, lanciata dall'agenzia AdnKronos, sottolinea un errore giudiziario, un vizio di forma nella richiesta di rinvio a giudizio.

"Ho appreso dai miei avvocati che Marco Guida, peraltro candidato di Magistratura Democratica alla Presidenza della Giunta distrettuale dell'Anm di Bari, nel disporre il mio rinvio a giudizio ha sbagliato nell'inviare il processo ad un giudice monocratico anziche' al tribunale collegiale. Nonostante il tentativo di mettere una pezza a colore di cui apprendiamo dalla solita immancabile e 'puntuale' agenzia di stampa, l'errore resta grossolano, inaccettabile e indicativo dell'approccio dedicato all'intera vicenda, evidentemente superficiale e non intonato a garantire una giustizia giusta". E' quanto ha detto il ministro dei Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto in merito all'inchiesta sul fallimento della Cedis. "E' come se io confondessi il Governo con il Parlamento, come se un medico confondesse un raffreddore con un'appendicite, come se un avvocato confondesse il Tribunale dei Minori con la Cassazione - ha aggiunto - Ma in questo Paese un magistrato puo' ancora sbagliare senza pagare in prima persona ma facendo pagare i propri errori ad altri". "E lo dico oggi, da ministro della Repubblica, con amarezza e rammarico anche maggiori rispetto al passato - ha concluso Fitto - Questo macroscopico errore comportera' quantomeno un ritardo nell'inizio e nella definizione del processo con evidente lesione del mio diritto di difesa. Non potro' che aggiungerlo alla lunga lista di abusi fin qui subiti che ho puntualmente denunciato e che continuero' a denunciare e combattere in tutte le sedi. Nessuna esclusa".


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