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Il principe Bondi e il gran venditore

 |  Redazione Sconfini

bondisilvioNei giorni della scontata doppia fiducia alla Camera e al Senato, il premier Berlusconi è stato costretto a tornare alla luce del sole, ad uscire dai grigi palazzi del potere massonico che ruota attorno al Cavaliere, ad abbandonare le tranquille e artefatte conferenze stampa senza domande e, finalmente, a parlare per qualche minuto su vari temi in Parlamento.

Inutile dire che si è trattato di uno show pirotecnico ed estremamente comico, completato oggi con la tenera scenetta dell'ex comunista Bondi che, ripiegata la lingua, sveglia come un novello principe azzurro l'esausto premier addormentatosi nuovamente sulla comoda e imbottita sedia del Senato dopo essersi addormentato già ieri alla Camera durante il vibrante e commovente del piduista Cicchitto.

Ed ecco le frasi degne di una puntata di Zelig che ha tirato fuori dal cilindro il povero Berlusconi.

"Nessuno ha combattuto la mafia come noi". E infatti, questo vero. Nessuno ha combattuto così poco la mafia come loro. Altrimenti non si spiegherebbe il "NO" alle intercettazioni su Cosentino, l'iscrizione al registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa di Renato Schifani, i 7 anni per fatti di mafia in Appello a Marcello Dell'Utri e la stessa iscrizione nel registro degli indagati di Berlusconi e dello stesso Dell'Utri per le stragi del 1993 a Milano e Firenze.

"Saranno triplicati gli interventi sul Mezzogiorno nei prossimi anni con investimenti per circa 21 miliardi di euro pari al 40% di quelli totali, raggiungendo nel 2013 alcuni risultati importanti come il completamento della Salerno-Reggio Calabria". Pensate che fantasia: la stessa mattina durante la quale Berlusconi pronunciava questa frase in Commissione sono stati tagliati ufficialmente proprio i fondi che il premier millanta nel suo discorso.

"Non vi può essere né autentica democrazia né buon governo se il Parlamento non è libero e forte". Sì l'ha detto. L'ha detto proprio lui che il 21 maggio 2009 disse: "Il Parlamento è dannoso e inutile".

"L'Italia finalmente svolge un ruolo da protagonista sulla scena internazionale". Questa è troppo facile da commentare: tra il mitra alla giornalista che fa una domanda a Putin, tra la sceneggiata da pervertito con Michelle Obama, la figuraccia con la regina d'Inghilterra, il cucu alla Merkel, l'esaltazione di dittatori del calibro di Putin, Gheddafi e Lukashenko oltre a qualche altra decina di piazzate internazionali si possono scrivere libri.

"Il federalismo fiscale non prevede la divaricazione tra Sud e Nord". Ah, allora Bossi che il 10 agosto disse "Quelli si mangiano subito tutto e ci ritroviamo da capo. Va bene valutare progetti per il rilancio del Sud ma soldi è meglio non darne, niente assistenza, ormai l'hanno capito tutti che non serve a niente" non era lucido.

"In giro vedo e sento troppo odio e la storia ha insegnato che spesso l'odio ha armato le mani delle persone. Tutti dovremmo esserne consapevoli e preoccupati. La mia stessa indole personale mi porta a cercare l'intesa". E il manganello mediatico contro i dissidenti? Vedi alla voce: trattamento Boffo oppure Casa di Montecarlo. Oppure ancora Bossi in preda all'alcol: "SPQR: Sono Porci Questi Romani".

"Abbiamo evitato i licenziamenti di massa e tutelato i lavoratori maggiormente colpiti". Record storico inavvicinabile di cassa integrazione negli ultimi 24 mesi; disoccupazione giovanile alle stelle (quasi il 30% di giovani senza lavoro); decine di migliaia di lavoratori che hanno perso il posto a causa della delocalizzazione delle attività industriali e precariato ormai così diffuso da superare il lavoro stabile sono solo dei lievi problemi immaginiamo.

"Il regime parlamentare non è quello dove la maggioranza ha sempre ragione, ma quello dove sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni della minoranza". Ma il 24 aprile 2010 non aveva detto lui stesso: "Nel Pdl le minoranze devono adeguarsi".

Insomma povero Silvio. Un disastro. Una bugia seguita da una menzogna a sua volta preceduta da una minchiata, cui fa seguito uno sbaglio. Il gran venditore si è arenato. Però è stato divertente.

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