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La legge bavaglio è così incostituzionale che anche Napolitano potrebbe rifiutarsi di firmarla

 |  Redazione Sconfini

Pare che i banditi che occupano abusivamente il Parlamento abbiano capito la dirompente forza della libera informazione e delle opinioni che circolano in Rete ad una velocità che i loro neuroni di scadente qualità non possono neanche ipotizzare.

 

Con l'ennesimo tentativo di imbavagliare il web e il diritto di informare ed essere informati l'Italia diventa ufficialmente regime dittatoriale ed esce dal perimetro delle democrazie liberali, avvicinandosi moltissimo alla Cina, alla Birmania, all'Iran e allo Zimbabwe. La sola idea di mettere in galera i giornalisti che pubblicano notizie vere appartiene evidentemente ai peggiori regimi fascisti che l'occidente ha conosciuto nell'ultimo secolo e ai peggiori regimi comunisti che in oriente si sono affermati in tempi analoghi.

A questo punto, occorre fare appello agli ultimi due baluardi che lo stato di diritto italiano ancora conserva: il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale. Quest'ultima non avrà nessun problema (a meno che non sia stata comprata in blocco dal partito del Corruttore) ad incenerire la norma in quanto incostituzionale, ma è a Napolitano che occorre fare riferimento hic et nunc. E' solo lui che può rifiutarsi di firmare una legge che batte ogni record mondiale di incostituzionalità.

Se come accadde per il clamoroso errore del lodo Alfano il Presidente della Repubblica dovesse firmare anche questa ignobile legge, passerebbe troppo tempo prima che essa decada e i danni sarebbero spaventosi: blog e testate libere costrette ad autocensurarsi, giornalisti in galera, piccole realtà editoriali costrette a chiudere per colpa dei debiti e delle condanne che si prenderebbero nel frattempo. Uno scenario apocalittico.

Per questo a Napolitano serve un rapido richiamo a tutti gli articoli della Costituzione che la legge bavaglio calpesta.

Art.2 - Diritti inviolabili dell'uomo (tra i quali quello di informare ed essere informati)

Art.3 - Compito della Repubblica rimuovere ogni ostacolo sociale ed economico affinché tutti abbiano pari dignità sociale (non essere preparati ed informati rappresenta uno degli ostacoli principali alla realizzazione di questo compito).

Art.13 - La libertà personale è inviolabile. Solo l'Autorità giudiziaria può limitarla (con il bavaglio anche Totò Riina potrà chiedere la censura o la rettifica di articoli che riportano fatti reali, senza passare dall'Autorità Giudiziaria!).

E soprattutto:

Art.21 - Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Solo l'Autorità Giudiziaria può procedere a sequestro per atto motivato. Se l'Autorità Giudiziaria non convalida il sequestro nelle 24 ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.

Insomma, il bavaglio è incostituzionale perché:

1 - priva della libertà di espressione i singoli;

2 - priva i cittadini del diritto al giudizio da parte di un arbitro terzo;

3 - eleva a giudice chi giudica non è (l'individuo che si sente "offeso" da uno scritto);

4 - sbilancia a favore del censore il giudizio della magistratura, chiamata solo ad accertarsi che i diritti dell'offeso siano stati tutelati, alla faccia della libertà di espressione;

5 - si sostituisca al criterio della veridicità quello del "sentimento" del singolo.

Questo già può essere sufficiente per comprendere il quadro, e non abbiamo ancora neanche trattato le lesioni a una mezza dozzina di Diritti dell'Uomo (quelli redatti dall'Onu).

Questa porcheria, che eleva il berlusconismo all'ennesima potenza, è quindi così platealmente incostituzionale che persino Firmatutto Napolitano dovrebbe rendersi conto che questa legge è assolutamente irricevibile.

Occorre quindi mobilitarci con un pacifico ma fermo mail bombing

Questo è l'indirizzo per scrivere a Giorgio Napolitano: https://servizi.quirinale.it/webmail/

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