Favia sceglie Ingroia, tradimento o scelta condivisibile?
Alla fine Giovanni Favia ha ceduto alle lusinghe di Ingroia e sarà candidato "blindato" alla Camera con le liste di Rivoluzione Civile.
L'ex alfiere del Movimento 5 Stelle, primo consigliere regionale del movimento di Grillo, ha un grande bacino di voti che non sarebbero più stati canalizzati nella formazione pentastellata perché Favia avrebbe dovuto, alla scadenza di questo mandato, concludere la sua attività politica. Le draconiane regole grilline (che se fossero applicate da tutti ci avrebbero permesso di scongiurare i mostri che siedono oggi in Parlamento) prevedono infatti il massimo di due mandati, poi si torna a casa, alla propria occupazione. Da un lato l'impostazione è giusta, dall'altro questa regola non riesce a fare i conti con la realtà.
Il problema l'avevamo sollevato in questo articolo già 4 mesi fa, quando Ingroia ancora non era neppure andato in Guatemala.
Cosa significa per Favia "tornare alla sua professione"? Come per quasi tutti suoi coetanei significa tornare alla precarietà e alla povertà più assoluta.
E' un tradimento? In buona parte lo è. Sicuramente Favia ha tradito il mandato elettorale, ma la prospettiva era di breve respiro: pochi mesi e poi sotto ai ponti nonostante il buon lavoro svolto come consigliere regionale.
C'è una discrasia tra tendenza innata dell'essere umano a migliorare, senza prevaricare ma attraverso l'onesto lavoro, la propria esperienza umana, la propria condizione economica e il proprio status sociale e la regola dei due mandati del Movimento 5 Stelle.
Ciò che avevamo proposto allora potrebbe essere ancora valido. Passi la regola dei due mandati elettivi e poi a casa, ma esiste la possibilità di conservare il patrimonio di conoscenze dei vecchi eletti che si sono comportati in modo cristallino per usarli per fini utili al bene comune: segreteria, nomine politiche, "tutoraggio" ai neo eletti, portaborse regolarmente assunti per i neo parlamentari, operatore video delle riunioni del Movimento e delle sedute parlamentari e delle commissioni ad esempio. Il loro bagaglio di esperienza non può essere buttato al vento con tanta sufficienza.
Insomma, fermo restando che Favia è verosimilmente un furbetto traditore degli ideali 5 Stelle, riteniamo che sia meglio pagare degli onesti e preparati giovani che non vecchie cariatidi e incompetenti leccapiedi per svolgere questi compiti che comunque qualcuno dovrebbe svolgere. O no?
Serve standardizzare un sistema di "welfare 5 Stelle" per gli ex eletti senza prospettive di vita per il futuro altrimenti in pochi anni si rischiano di perdere i cervelli (e i cuori) migliori. Quelli che hanno scommesso per primi su questo sogno.
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foto: Il Resto del Carlino (dettaglio)