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E il Pd si chiede ancora perché il M5S non appoggerà mai Bersani?

 |  Redazione Sconfini

Il difetto che pareva essere appannaggio dell'elettore berlusconiano medio, ovvero l'assenza nella materia grigia della cosiddetta "memoria a lungo termine", sembra invece un retaggio genetico italiano.

Vittime stavolta dell'inspiegabile fenomeno sono i sostenitori del Pd che in uno sperticarsi confusionario e per nulla costruttivo si indignano per il fatto che il Movimento 5 Stelle rifiuti al Senato l'alleanza con il governo (immaginario) Bersani. Ora, sono comprensibili le critiche al dirigismo di Beppe Grillo, sono comprensibili le critiche allo stratega un po' visionario Casaleggio, cui però vanno riconosciute doti di lettura del futuro fuori dal comune, sono comprensibili le critiche alla scarsissima esperienza e alla traballante sicurezza nell'affrontare argomenti specifici degli eletti targati M5S.

Ciò che non è affatto comprensibile è invece il motivo per il quale per forza i grillini debbano sottostare a un governo bersaniano. I motivi che dovrebbero portare l'eletto e l'elettore grillino a sbattere la porta in faccia al Pd sono così numerosi che serve riassumerne solo per sommi capi quelli principali.

1) 8 settembre 2007 - Grillo organizza il primo V-Day e raccoglie le firme per presentare una legge di iniziativa popolare riguardante i criteri di candidabilità ed eleggibilità dei parlamentari, i casi revoca e decadenza dei medesimi e la modifica della legge elettorale. Col senno di poi, un prelibato nettare per la governabilità e la presentabilità del parlamento italiano. Al governo c'era Prodi, sostenuto al Senato da un traballante caravanserraglio. Il partito principale della coalizione era il Pd. E cosa ha fatto il Pd della proposta sottoscritta da oltre 300mila persone? Ci si è logicamente pulito le scarpe.

2) 25 aprile 2008 - Grillo organizza il secondo V-Day. La raccolta firme verteva su 3 referendum abrogativi: abolizione del finanziamento pubblico all'editoria, dell'ordine dei giornalisti e della legge Gasparri. Centinaia di migliaia le firme raccolte. Una discutibile sentenza riscontrò vizi di forma e tutto fu mandato al macero. Stavolta il Pd è all'opposizione ma avrebbe potuto far sua l'istanza di quelle centinaia di migliaia di sottoscrittori e presentare appositi disegni di legge. Ovviamente elettroencefalogramma piatto.

3) luglio del 2009 - Beppe Grillo si candida alle primarie del Pd. Per statuto aperte a tutti quelli che hanno la tessera. Grillo la ottiene nell'entroterra campano, ma poi gliela tolgono. Il motivo lo spiega il geniale Piero "abbiamo una banca" Fassino, quello che poi dirà "Grillo si faccia un suo partito e vediamo quanti voti prende" generando il più clamoroso epic fail della storia politica italiana. "Grillo non è iscritto al Pd e lo ha attaccato di continuo. La sua candidatura è un boutade un po' provocatoria e non c'è alcuna ragione per considerarla una cosa seria. Bisogna vedere se noi accettiamo la sua iscrizione al partito e non penso che si possa accettare. Per correre per la segreteria non basta l'iscrizione, perchè qualsiasi associazione al mondo non accetta chi aderisce in modo strumentale ma ritiene che ogni adesione debba essere vera e sincera ai valori e allo finalità del Partito. Per me la cosa finisce qua". Oggi un Pd a guida Grillo avrebbe il 60% dei consensi, ma non ditelo a Fassino.

Logico che il dialogo sia chiuso. Anche perché poi sono proseguite le cannonate (da ambo le parti naturalmente, solo che ora una parte - non quella grillina - è in ginocchio a chiedere aiuto)

4) Andando a tempi più recenti come dimenticare Vendola? "Grillo è l'evoluzione di Berlusconi" "Vedo in lui lo stesso populismo che ha alimentato la marcia su Roma" "Anche Hitler sembrava un comico" "Populismo inquietante che alimenta regimi reazionari" "A cavallo delle due guerre si possono rintracciare i segnali di una cultura antipolitica, preludio al fascismo" "fondamentalista, maschilista e sessista". E Grillo dovrebbe allearsi con questo signore?

5) Bersani mentre sognava di smacchiare giaguari e dando idea di essere un vero statista, un anticipatore: "Fascisti del web, venite qui a dirci zombie" (sfida raccolta oseremmo dire!) "Con Grillo finiamo come in Grecia" "Autocrate da strapazzo" "prende in giro la gente" "Lenin a Grillo gli fa un baffo" "Ci porta fuori dalla democrazia" "Se vince Grillo il Paese sarà nei guai" "indecente, maschilista come Berlusconi" Da Grillo populismo che può diventare pericoloso".

Il tutto al netto di Monte dei Paschi, di Penati, dei rimborsi elettorali multimilionari spariti ancora prima di essere incassati, dell'alleanza con Pdl e Monti per 13 mesi, dell'ok all'Imu, della soppressione dell'art. 18...

E' davvero "inspiegabile" come faccia Grillo a non appoggiare il governo del Pd.

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