Skip to main content

Il dilemma di Berlusconi

 |  Redazione Sconfini

Un'interessante trama tattica si intreccia nei Palazzi del potere romani in queste settimane.

Finora il dominus della situazione e assoluto vincitore di tutte le mosse della partita di questa legislatura è stato indubbiamente Silvio Berlusconi. Ha lasciato il via libera a due cariche importanti ma non strategiche come quelle del presidente del Senato e della Camera, ma dove contava, grazie al solito collaborazionismo delle teste di legno del Pd, ha imposto la sua agenda.

Ha riconfermato a Presidente della Repubblica l'unico, tra tutti i nomi fatti, che potesse garantirgli al 100% di poter ancora contare qualcosa ai tavoli della politica: l'ottantottenne Napolitano, famoso per la rapidità con cui ha firmato ogni porcata del governo Berlusconi in carica tra il 2008 e la fine del 2011.

E' riuscito a dar vita al governo Letta grazie all'arrendevolezza imbarazzante e collaborazionista dell'ala democristiana del Pd dimostrando fin da subito che chi comanda veramente è proprio lui. Non tanto per la presenza di Alfano agli Interni e come vicepremier, quanto per la golden share che quotidianamente ostenta come una clava sui malcapitati piddini che infatti chinano il capo, si mettono in ginocchio e non fiatano sulle malefatte sfornate a getto continuo dal Cavaliere amante delle statuette di Priapo.

Ora però nuovi scenari si aprono all'orizzonte: uno di essi in particolare è verosimile specialmente dopo le parole di Zanda. Cosa accadrebbe se Pd, Sel e M5S votassero l'ineleggibilità di Berlusconi? Il Pdl ha già fatto sapere che Letta cadrebbe prima. Ma poi? Il Pd da solo non potrebbe fare nulla ma ci sarebbero i margini per ricucire un rapporto coi pentastellati come suggerisce la base animata da Puppato e Civati. Non solo per ragioni che hanno a che fare con il bene dell'Italia (questo è scontato che interessa a pochissimi) quanto per ragioni di opportunità. In caso di elezioni entro il 2013 il Pd ne uscirebbe sicuramente sconfitto, perderebbe metà dei deputati e una buona parte dei senatori molti dei quali si ritroverebbero senza i 20mila euro al mese, senza un seggio e costretti a tornare a lavorare (coloro che avevano già un lavoro) e senza vitalizio. Un suicidio economico esagerato per non calarsi le braghe (specialità della casa peraltro) di fronte alle proposte, almeno quelle più ragionevoli, dei 5 Stelle.

Berlusconi sarebbe fuorigioco definitivamente e il Pdl, senza il leader che nel frattempo avrà probabilmente cumulato numerosi anni di condanna nei vari processi che lo riguardano, perderebbe ogni residuo appeal retrocedendo nettamente al di sotto del 15%.

Non far cadere Letta in questo momento è vitale per Berlusconi. Le colpe della crisi economica e morale, così come le colpe dell'immobilismo programmatico stanno già ricadendo sul Pd e il Pdl ne sta approfittando in chiave di sondaggi. Ma senza la certezza di un immediato ritorno alle urne, la caduta del governo potrebbe essere un clamoroso boomerang per Berlusconi e i suoi.

---

diventa fan su facebook

 


Altri contenuti in Politica

Bocciata anche la lista di Formigoni. Sul Lazio ironia e sarcasmo sul web. A Padova votano pure i morti

Ma cosa diavolo sta succedendo in casa Pdl? La corazzata berlusconiana che pareva avere in mano molte comode vittorie, per abbandono dell'avversario, alle imminenti elezioni amministrative perde ...

Energia pulita dai rifiuti: l'ecobusiness del futuro

Perché l’Italia spende, per non riuscire e gestire i rifiuti, 31 miliardi di euro l’anno, pari al 2,1% del PIL nazionale, quando la Germania ne spende solo 16,8 con risultati più che eccelsi? Oltre...

Mengelderoli

Dunque è ufficiale. Il piede di porco con cui la decadente partitocrazia tenta di scardinare la volontà del popolo attraverso la riscrittura della legge elettorale lo tiene in mano Calderoli. L'inv...

Renzi il camaleonte. Analisi delle fotografie alle sue spalle durante le interviste

Deve essere una specie di maledizione quella che attanaglia gli elettori del Pd. Persone educate, garbate, misurate, prevalentemente oneste ma costrette da quando esiste il loro partito di riferime...

Ecco perché l'M5S ha fatto centro

La reazione della casta plutocratica asservita alle lobby nei confronti dell'opposizione parlamentare dura e dalle nuove velleità di comunicazione televisiva di alcuni esponenti del Movimento 5 Ste...