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Sì ad anticoncezionali nelle scuole

 |  Redazione Sconfini

E' unanime il parere di ginecologi e medici di famiglia: è necessario introdurre nelle scuole superiori la distribuzione diretta e controllata di anticoncezionali. Nel nostro Paese, infatti, solo lo 0,3% delle giovanissime sotto i 19 anni ha una buona educazione sessuale, appena una su quattro riesce a raggiungere un livello sufficiente. Visti i dati non stupisce che l’Italia si stabilizzi agli ultimi posti per l’utilizzo di mezzi contraccettivi: nel 53% dei casi le ragazzine non vi ricorrono per superficialità, nel 38% per ignoranza, nel 9% per inesperienza. L’introduzione della pillola del giorno dopo non ha modificato l’atteggiamento delle giovanissime sulla contraccezione.

 

Il quadro emerge da un sondaggio che ha interessato 616 camici bianchi di tutta Italia, promosso dal programma “Scegli tu” con SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) e SIMG (Società Italiana di Medicina Generale).

“Risultati che fanno riflettere – chiarisce la prof.ssa Alessandra Graziottin, direttrice del Centro di Ginecologia e Sessuologia medica del San Raffaele di Milano – ed evidenziano la “vulnerabilità contraccettiva” delle italiane. Alla luce di questo scenario appare quindi necessario cambiare orientamento: se i giovani non vanno al consultorio familiare, è opportuno che il medico vada nelle scuole a parlare in modo corretto di sessualità e metodi contraccettivi sicuri, in particolare per le fasce sociali più esposte; anche con lo psicoterapeuta”.

 

“Servono soluzioni concrete: per esempio – spiega il prof. Emilio Arisi, consigliere nazionale della SIGO – chiederemo al Ministero della Pubblica Istruzione che venga previsto all’interno degli istituti un punto di riferimento stabile per l’educazione sessuale”. “Nel nostro Paese forse è eccessivo parlare di allarme – continua – ma sono in aumento anche da noi le gravidanze fra le più giovani. Al di là della numerosità statistica, sono casi drammatici per la gravità e le pesanti ripercussioni sulla psiche e le condizioni sociali della ragazza e della sua famiglia. È dimostrato inoltre che le adolescenti cadono più facilmente vittime di aborti clandestini. Una gravidanza a questa età presenta importanti ripercussioni mediche e sociali, sia che si decida di interromperla che di portarla a termine. E le ragazze italiane non sono abbastanza informate”.

 

L’ignoranza resta quindi il “nemico” numero uno da combattere. Compito di specialisti, insegnanti e medici di famiglia è perciò quello di educare ed informare.

 

tratto da www.farmaciadigretta.it 

 

 
In collaborazione con Help!

 

 


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