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Gli autogol di Di Pietro

 |  Redazione Sconfini

Dove non è riuscita la propaganda di regime, ci è riuscito Di Pietro, con le sue stesse mani. L'obiettivo di gettare fango e discredito sull'ex pm e sul suo movimento da parte della servitù mediatica berlusconiana, ha raggiunto il suo apice nelle ore precedenti al congresso farsa di Italia dei Valori che ha acclamato, in perfetto stile Pdl, Tonino presidente del movimento: prima la foto bufala della cena con i carabinieri e Contrada di 17 anni fa, poi la ridicola ostensione di un assegno di diversi anni fa e ovviamente mai incassato dal partito e gentilmente e offerto ai servi del capo dalla stessa fonte, un ex amico di Di Pietro che già 18 volte ha perso le cause in tribunale con il leader di Idv. L'elettorato Idv, storicamente uno dei più ben informati, non aveva fatto una piega su questi goffi tentativi di disinformazione di regime. Poche ore dopo, però, è giunto il dardo avvelenato, sorprendentemente scagliato proprio da Di Pietro in persona.

Nel corso del congresso il simbolo della stagione di Mani Pulite ha commesso quelli che apparentemente sembrano essere 4 autoreti clamorose:

1. La richiesta al Pd di una "fusione" di Idv nel partito di Bersani. Un tentativo di nuovo Ulivo? La fine di Italia dei Valori? Un'opa ostile sul Pd? Gli obiettivi sono tutt'altro che chiari.

2. L'aver liquidato troppo cinicamente e frettolosamente la provocazione di Gioacchino Genchi, il quale in un clima da standing ovation aveva affermato (supportato da De Magistris) che forse l'aggressione a Berlusconi di piazza Duomo era una montatura, facendo riferimento ai tanti video apparsi su youtube tesi a rafforzare la tesi complottistica.

3. L'aver sostenuto che il ricorso alla piazza non è sufficiente, marginalizzando e disconoscendo così anche quella parte di cittadinanza apolitica che aveva creduto nella sua ferrea opposizione (una parte del popolo viola, una parte dei grillini, ma anche i sostenitori dell'ala De Magistris e Sonia Alfano).

4. L'aver infine sposato e accolto con un tripudio di applausi l'intevento di De Luca, ufficiale candidato del centrosinistra alla regione Campania: indagato per reati gravissimi come associazione a delinquere, concussione, falso e truffa.

I sostenitori di Di Pietro e del suo movimento, che rappresentano un voto di opinione più che un voto ideologico, sono decisamente spiazzati da questa "svolta ad castam" di Italia dei Valori e a questo punto il relativamente piccolo seguito che si era riuscito a creare (circa il 7%) rischia di evaporare per calcoli di corto respiro, ma che presenteranno un pesante conto tra qualche tempo.

Questa svolta moderata sembra spalancare anzi il campo ad una scissione interna tra il "vecchio partito" e l'ala più ortodossa rappresentata proprio da Alfano, De Magistris, Genchi e grillini i quali godrebbero di uno spazio politico impensabile fino a pochi giorni fa e nel quale potrebbero tuffarsi a capofitto.

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