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Il Tg1 tarocca l'intervista di Berlusconi alla CNN

 |  Redazione Sconfini

video, berlusconi, intervista, taroccata, cnn, tg1Incredibile! La disinformazione e la manipolazione delle notizie sulla Rai sta raggiungendo livelli assolutamente fuori da ogni canone civile. Nei giorni più duri per il presidente del Consiglio Berlusconi, attaccato da tutte le parti dopo l'indiretta condanna per aver corrotto l'avvocato Mills e la piccante storia con l'ex minorenne Noemi Letizia, ad accorrere in soccorso del potente padrone d'Italia ci pensano i solerti leccapiedi dell'ex servizio pubblico. Intervistato dalla CNN, Silvio Berlusconi ha dovuto difendersi da una serie di attacchi e rispondere ad alcune domande pepate (ma non troppo) rivoltegli dall'intervistatrice. E già il fatto che le domande gli sono state rivolte da un emittente straniera è quantomeno inquietante.

Era chiaro, ad ogni modo, che il premier era come un pugile alle corde, incapace di rispondere proprio a tutte le domande, evidentemente troppo compromettenti, ma il Tg1 (nel servizio rilanciato anche dal Tg3) in post produzione aggiunge un nuovo elemento: "Berlusconi, contrattacco a tutto campo".

Insomma, dalla difesa, nella testa degli italiani beoti, il cavaliere passa all'attacco. E già qui si potrebbero fare alcune riflessioni di metodo, ma tuttavia siamo ancora nel campo dell'interpretazione critica e tutto sommato accettabile.

Ma a far saltare il banco è il posticcio logo del Popolo delle Libertà applicato alla sinistra di Berlusconi (a destra dello schermo) con tanto di effetto ombra, come se si trattasse di un adesivo posto su un vetro. Un taroccamento tanto spudorato quanto mal riuscito poiché come si vede dalla tenda la luce viene dal basso e quindi l'ombra dell'adesivo posticcio doveva andare verso l'alto.

Ma questi sono dettagli. Il problema è l'ennesima leccata di piedi gratuita dei servi del potere. E soprattutto, il problema è che la Rai dei servi sciocchi si permette di fare spot elettorali filogovernativi in piena campagna per le Europee. Roba da Pravda, da Minculpop. Da non crederci.


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