al di pancia: stress e alimentazione, fattori da non sottovalutare
Il mal di pancia è un dolore causato da diverse alterazioni: erroneamente spesso percepito come banale, anche se perdurante o recidivante a livello dell’intestino, tende a manifestarsi soprattutto nelle persone che soffrono di colon irritabile.
L’esperienza e la professionalità del medico sono fondamentali per raccogliere l’anamnesi del paziente e ricercare la causa di questo dolore (addominale o gastrico acuto) che potrebbe anche nascondere una patologia grave. Gastrite, gastroenterite acuta, ulcera peptica, appendicite, colica biliare e renale, pancreatite, diverticolite, infarto del miocardio e molte altre condizioni possono evidenziarsi con la sofferenza localizzata in uno o più dei quattro quadranti, le regioni in cui convenzionalmente l’anatomia dell’addome viene suddivisa.
Dolore localizzato o dolore generalizzato, dolore spontaneo e alla palpazione: la suddivisione schematica è importante per orientare e interpretare l’origine del dolore anche se talora il dolore è proiettato in sede diversa da quella d’origine. Il dolore spontaneo, che può essere accresciuto dalla palpazione, può insorgere per la presenza di un’irritazione, un’infiammazione della superficie interna di un organo cavo (la mucosa dello stomaco o del colon), per una contrazione brusca e improvvisa della muscolatura liscia della parete di un organo cavo (intestino, uretere), per irritazione del rivestimento degli organi addominali (peritonite) o infine per distensione della capsula che racchiude un organo (milza o fegato). Tutte queste situazioni possono portare alla comparsa di un dolore diverso per durata, intensità, localizzazione, concomitanza con altre condizioni.
La sindrome del colon irritabile è un disturbo della motilità che interessa non solo l’ultima porzione dell’intestino ma anche il tenue, rappresenta una delle più frequenti e tipiche cause di dolore diffuso all’addome. Non esiste alcuna anomalia strutturale dell’intestino sul versante della mucosa, ma è la muscolatura che si muove in maniera irregolare. In particolare, si è visto che i muscoli circolari e longitudinali dell’intestino sono sede di alterazioni del normale movimento e questo provoca l’anomala progressione delle feci, con la conseguente comparsa del mal di pancia associato a gonfiore, mal di testa, diarrea o stitichezza. Quasi sempre la sindrome dell’intestino irritabile colpisce le persone già in età giovanile e può essere collegata con la cattiva alimentazione, l’instabilità psicologica e lo stress.
Molti, se non la maggior parte, dei disturbi derivanti da un’alterata funzione anche dello stomaco, sono legati all’alimentazione e influenzati dal sistema nervoso. La scelta dei cibi, la loro quantità, la qualità, la periodicità della loro introduzione, sono elementi determinanti per mantenere condizioni di salute valide e per prevenire disturbi spesso molto fastidiosi.
Negli ultimi decenni il fattore “sistema nervoso” è indicato come quello che provoca maggiormente le affezioni. Disturbi della secrezione gastrica (gastriti), ipereccitabilità della contrazione del grosso intestino (coliti), contrazioni abnormi delle vie biliari, accelerazioni di transito di materiale intestinale: sono tutte disfunzioni collegate a condizioni abnormi del sistema nervoso. I sintomi ad esse collegati non sono di tipo nervoso ma sono riferiti all’organo o al tratto intestinale nel quale si manifesta l’alterato controllo nervoso. Così la comparsa di diarrea in condizione di particolare tensione, di paura o di carica emotiva. Così i disturbi colici di soggetti ansiosi e così le gastriti, fino all’ulcera gastrica, di individui sottoposti a stress emotivi particolarmente gravi e perduranti.
Gli elementi negativi spesso poi si sommano: frequentemente gli ansiosi che si trovano in condizioni ambientali e di lavoro stressanti assumono anche abitudini di vita disordinate: orari variabili per i pasti e alimentazione sbilanciata e sregolata, assunzione di alcool e abuso di fumo, scarsa o nulla attività motoria e fisica. Se questi pazienti non accettano un radicale cambiamento di abitudini e consuetudini come base per una terapia, questa non sarà che un palliativo e i sintomi si ripresenteranno via via più gravi.
Occorre sempre accertarsi che il dolore alla pancia sia davvero legato a questa sindrome e non ad altre lesioni che richiedono un intervento diagnostico e terapeutico più approfondito. Se il disturbo non è costante e si presenta durante i periodi di maggior tensione e magari è associato a diarrea o stipsi, soprattutto se chi ne soffre è giovane, si può ragionevolmente pensare si tratti proprio di colon irritabile. Ma anche in questo caso, quando i fastidi non accennano a placarsi, meglio parlarne con il proprio medico curante. È legato alla contrazione muscolare e quindi risponde poco agli analgesici che si usano, per esempio, per il mal di testa o i dolori articolari. Occorre assumere quindi farmaci che limitino le contrazioni, i cosiddetti antispastici.
Una volta passato l’attacco acuto, comunque, occorre cercare di far lavorare l’intestino al meglio. Una dieta adeguata che “riempia” il canale intestinale ed eviti che si contragga “a vuoto”, è la prima delle regole del mangiare bene per vivere bene, che presuppongono anche di scalare una marcia nella propria folle corsa quotidiana.
Ignazia Zanzi
BOX: Attenzione all’addome acuto
L’evenienza dolorosa più drammatica è l’addome acuto: dolore addominale violento e continuo, acuito da ogni altro movimento. Il paziente rimane immobile talora con le gambe ripiegate per diminuire la tensione dei muscoli addominali. La parete addominale è contratta, tesa, tale da impedire la palpazione. È presente un quadro di shock: bassa pressione arteriosa, polso frequente, respiro frequente e superficiale, pelle pallida e umida (sudore freddo). Può comparire febbre, anche alta, con stato confusionale o torpore.
Le cause possono essere varie ma la serie di sintomi richiede in ogni caso l’intervento immediato e sicuro presso un centro che sia in grado di agire chirurgicamente, urgentemente. In caso di addome acuto ogni ritardo si traduce in un pericolo serio per il paziente.