L'Aquila: a scuola con due cappotti in tende-scuola a 5°C
Guido Bertolaso a nome del Governo disse il 15 settembre scorso: "Entro la fine del mese saranno smontate tutte le tendopoli in Abruzzo". Erano i giorni della consegna-farsa delle casette di Onna, i cui meriti andavano ripartiti tra la provincia di Trento e la Croce Rossa Italiana e che invece furono arrogati dal premier Silvio Berlusconi.
Si trattava purtroppo dell'ennesima presa per i fondelli dei terremotati. Il freddo autunno dell'Aquila è arrivato assieme alle prime nevicate, ma a metà ottobre sono ancora ben 6.000 gli aquilani (distribuiti in 2.000 tende) che sono costretti a vivere nelle tendopoli.
Sono lontani i giorni in cui L'Aquila era la passerella del Presidente del Consiglio, del G8, dei "miracoli del Governo", delle case per tutti prima dell'autunno.
I terremotati si sentono soli, abbandonati e soprattutto al freddo: il maltempo ha flagellato l'Abruzzo nelle scorse ore e la situazione delle tendopoli è difficilissima. "E' una situazione drammatica - denuncia il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente - ore le temperature si sono abbassate notevolmente, è arrivato l'inverno, fa freddo e le montagne si sono innevate. Queste persone vogliono la certezza di una casa".
Anche le scuole, nelle tendopoli, sono ricominciate. Ma le aule sono celle frigorifere e gli alunni sono costretti a seguire le lezioni con due cappotti addosso a una temperatura di 5°C. "Con il freddo arriva anche l'influenza e c'è bisogno di vaccini e assistenza medica per i bambini e gli anziani soprattutto - dicono dalla tendopoli di Piana di Navelli" peccato che molti presidi medici allestiti nelle tendopoli sia già stato chiuso".
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foto tratta da wikimedia