Cio: La fiaccola olimpica solo nel paese ospitante.
La scelta è dipesa dai grandi problemi che il cammino della fiaccola ha dovuto affrontare in tutto il mondo, prima di entrare in Cina. Proteste per i diritti umani, per la libertà di stampa, e soprattutto manifestazioni a favore del Tibet avevano spesso messo in secondo piano il valore simbolico dei tedofori e della fiamma.
"Nel 2004 (anno della prima staffetta della fiamma olimpica fuori dai confini dal paese organizzatore) - ha affermato Gilbert Felli, direttore esecutivo del Cio - avevamo già concluso che sarebbe meglio che la torcia resti all'interno del paese. In modo da essere controllata meglio". "Pechino - ha proseguito Felli - aveva organizzato una staffetta internazionale e noi l'abbiamo accettata. Abbiamo però concluso, avendo visto quanto accaduto lo scorso anno, di non farlo più".
Era dal 1928 che l'idea del sacro fuoco olimpico, nata nell'antica Grecia, era rientrata anche nelle Olimpiadi moderne. Dal 1936 (Berlino), ogni edizione olimpica ha iniziato a fregiarsi di una fiaccola "personalizzata", ma l'idea della staffetta - all'interno del Paese ospitante, è stata introdotta in occasione dei VI Giochi olimpici invernali di Oslo 1952.
Con una curiosità: Il fuoco non venne acceso ad Olimpia, ma a Morgedal, Norvegia, nel caminetto della casa di Sondre Norheim, uno dei pionieri dello sci. Il fuoco venne acceso nello stesso luogo anche per le edizioni del 1960 e del 1994.
Eccetto che nelle Olimpiadi del 1956, quando la fiaccola partì da Roma, la staffetta prese il via da Olimpia anche per tutti gli altri Giochi Olimpici invernali. La fiaccola veniva all'epoca trasportata in aereo nel paese ospitante.