Golden Rubbish: indagato il padre della Marcegaglia. Dirigenti Lucchini agli arresti domiciliari
Da un'inchiesta sulla morte di un operaio in un impianto di Scarlino dove venivano trattati rifiuti speciali pericolosi in maniera non corretta, sono emersi presunti movimenti illeciti di colossali quantitativi di rifiuti altamente tossici che sembrano coinvolgere alcuni grandi nomi dell'industria italiana. Famiglia Marcegaglia e importanti dirigenti della Lucchini in primis.
Al momento, nell'ambito dell'inchiesta, è stato sottoposto a sequestro il laboratorio di analisi di Mantova della Made Hse, appartenente al gruppo Marcegaglia. Un tecnico del laboratorio è agli arresti. Secondo fonti investigative risulterebbe indagato anche Steno Marcegaglia, padre di Emma la presidente di Confindustria. E non sarebbe la prima volta (Nel 2006 il tribunale di Brescia ha condannato Steno Marcegaglia, imputato nel processo Italicase-Bagaglino, a 4 anni e un mese per il reato di bancarotta preferenziale e all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Grazie all'indulto, la pena detentiva è ridotta di tre anni. È stato poi assolto in secondo grado dalla Corte d'Appello di Brescia l'11 maggio 2009 - fonte).
Nel laboratorio, secondo quanto emerso dalle indagini, sono stati redatti falsi certificati di analisi sui rifiuti da smaltire provenienti da un'industria siderurgica dello stesso gruppo Marcegaglia di Ravenna. Con i falsi certificati i rifiuti potevano essere destinati a siti non idonei a riceverli, con notevole risparmio sui costi di smaltimento. Il coinvolgimento di Steno Marcegaglia è stato determinato proprio dalla carica da lui ricoperta nel gruppo.
L'operazione denominata "Golden Rubbish" è coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto e condotta dal Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente (Ccta). Alle spalle degli illeciti ci sarebbe un'organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti speciali, anche pericolosi, costituita in Toscana ed avente diramazioni in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Trentino - Alto Adige, Emilia Romagna, Marche, Campania, Lazio, Abruzzo e Sardegna.
E proprio in Venezia Giulia risultano essere sottoposti a regime di arresto domiciliare due importanti dirigenti della Lucchini, l'azienda che gestisce tra le altre, anche la Ferriera di Servola a Trieste, una delle più importanti realtà siderurgiche d'Italia e d'Europa. Si tratta di Francesco Rosato (direttore dello stabilimento siderurgico di Servola) e Vincenzo D'Auria (responsabile Ecologia ed Ambiente).
Il traffico di rifiuti accertato negli ultimi anni è stato stimato in circa un milione di tonnellate, con un lucro di svariati milioni di euro ed un consistente danno all'Erario per l'evasione dell'ecotassa, oltre, naturalmente, ai gravi danni provocati all'ambiente.
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Foto tratta da wikimedia commons