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Il Foglio: "Blogger puzzoni e allupati curiosoni"

 |  Redazione Sconfini

foglioferraraChe la rete dia fastidio a molti è un fatto risaputo. Al potere e ai suoi cortigiani non piace che i sudditi possano esprimere opinioni, scambiarsi pareri e informazioni di varia natura. Probabilmente qualche giornalista e qualche direttore di giornali sono rimasti indietro alla metà del secolo scorso, quando l'informazione più autorevole e influente proveniva dalla carta stampata.

I tempi però sono radicalmente mutati e molti di quei giornali hanno perso lettori (alcuni ne avevano molto pochi) e credibilità. Un fulgido esempio è Il Foglio diretto da Giuliano Ferrara. Nel 2006 non riusciva a vendere neanche 15.000 copie ogni giorno pur essendo un quotidiano a distribuzione nazionale ed essendo sostenuto da diversi milioni di euro frutto del finanziamento pubblico ai giornali organi "politici".

Interessante, prima di capire i motivi dell'articolo che stiamo per analizzare, scoprire la natura societaria del giornale. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Ferrara a Report (23 aprile 2006) tra i proprietari del giornale ci sono Veronica Lario (ovvero Silvio Berlusconi) al 38%, e Denis Verdini (ovvero Silvio Berlusconi) al 15%. Sì proprio lui, il famoso coordinatore nazionale Pdl indagato in diverse storie di corruzione e appalti truccati.

Ebbene, svetta oggi in prima pagina del Foglio un articolo dal titolo "Evviva Steve Jobs". Fin qui niente di male, ma tanto per capire i motivi di questa sortita, è entusiasmante leggere il sottotitolo: "Il numero uno della Apple sgrida i blogger puzzoni e prepara la super battaglia contro Google".

Blogger puzzoni? Una banalizzazione che da sola meriterebbe forse una denuncia. Ma se vi pare poco, ecco il seguito: "Siamo arrivati in redazione, abbiamo acceso i computer, abbiamo aperto le agenzie, abbiamo curiosato tra le ultime notizie e abbiamo scoperto con piacere che l’allegra sputtanopoli a disposizione permanente degli allupati curiosoni internettiani da ieri mattina ha un nuovo nemico: Steve Jobs".

E inoltre: "La rabbia genuina di uno degli uomini più amati del pianeta contro le disgraziate pulsioni diffamatorie di una parte consistente della così detta blogosfera..."

Allegra sputtanopoli a disposizione permanente degli allupati curiosoni internettiani? Ma che razza di definizione è per descrivere centinaia di milioni di persone che per hobby o passione scrivono il loro pensiero on line?

Le VERE parole di Steve Jobs certamente non volevano dire questo, ma  (l'autore di questo capolavoro di obiettività) ha tutto il diritto di interpretarle come meglio gli comoda (o comoda ai suoi padroni) ma approfittare per insultare a casaccio, senza una spiegazione, senza portare un esempio, senza specificare minimamente un'accusa così vigliacca e generalizzata è un po' esagerato.

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