La tua vita in una mano
«Molte sono le scienze divinatorie – spiega Mileda Fonda, in arte Maya, che vanta un’esperienza pluridecennale nella lettura delle mani – tuttavia devo ammettere che forse la chiromanzia è quella che mi piace di più, perché, per dirla in un modo sintetico, la mano non mente». Sembra, infatti, che la nostra mano sia la rappresentazione di una mappa di quanto viene registrato, in termini di emozioni, nel nostro cervello. E come tutte le mappe che si rispettino anche questa deve essere interpretata da chi ne conosce i codici.
Come sempre ci sono molti aspetti poco noti che vale la pena approfondire. «Innanzitutto – chiarisce Maya – la lettura non va fatta direttamente dalla mano bensì dal calco che si ottiene colorando con un inchiostro lavabile o con il rossetto o, eventualmente, con la farina la mano stessa, che poi si fa posare su un foglio dove rimane impressa la sua immagine. Ed è da questo calco che si può procedere alla lettura, evitando le false indicazioni che un tessuto elastico come quello della mano può dare guardandola direttamente». «La lettura chiromantica – aggiunge Maya – va fatta su entrambe le mani, mai soltanto su una».
La decodificazione dei segni della mano si divide in tre fasi: la chiromanzia, la chirognomia e la chirologia. La prima è la lettura delle linee della mano, la seconda riguarda l’osservazione del colore della pelle, mentre la terza riguarda la morfologia delle ossa e l’aspetto delle unghie, in particolare delle lunette bianche di queste ultime. «Non molti sanno, infatti, che – sottolinea la sibilla – osservando questi aspetti delle mani si possono cogliere indicazioni importanti sul carattere della persona». «Per esempio – continua – il rossore indica una personalità nervosa e timida. Analogamente la forma delle dita ci fa riconoscere la creatività dell’individuo: coloro che hanno le falangi nodose sono persone dall’acuta sensibilità e sono particolarmente percettive». Anche dalla modalità con cui una persona porge e stringe la mano si ricavano molte informazioni sull’interlocutore, dati, questi, noti anche a chi si occupa di comunicazione.
Ma tornando a quella che è la classica lettura, Mileda Fonda ci spiega che la mano si suddivide in linee principali e in linee secondarie. Quelle principali non mutano dalla nascita fino alla fine della nostra vita e sono: la linea del cuore, della testa, della fortuna (o di Saturno) e quella del destino. «Ad essere in continuo mutamento – rileva Maya – sono invece le linee secondarie, cioè le crocette, le catene, le isole, i ponti, per citarne alcune. Sono, infatti, questi i segni che sono la risposta “grafica” degli eventi che si verificano nelle nostre esistenze».
Proprio perché le gioie e i dolori che proviamo tracciano nel nostro cervello dei solchi che poi, secondo questa mantica, vanno a riprodursi sulla nostra mano, la lettura va fatta una volta all’anno, per dare appunto il tempo a questi segnali di trasformare l’aspetto del palmo.
Si diceva che la mano non mente. Infatti, se diamo per buona la teoria che l’aspetto di essa corrisponde in qualche modo agli eventi che viviamo, ecco che si può anche ammettere che essa sia capace di dirci molto sulla nostra esistenza. Le mani hanno inoltre una caratteristica particolare: sono sempre diverse le une dalle altre. Persino i gemelli omozigoti presentano segni diversi. Non è un caso, infatti, che le impronte digitali siano considerate elementi incontrastabili per l’identificazione delle persone.
«Bisogna avvicinarsi alla chiromanzia con l’idea di avere un aiuto o, meglio ancora, un’occasione di riflessione e di conoscenza di se stessi», afferma Maya. Vero è che sembra che nelle nostre mani esistano anche le indicazioni di accadimenti futuri. «Tra i miei clienti abituali – racconta la sibilla – ho numerosi uomini di affari che mi consultano prima di fare manovre finanziarie importanti».
Anche quest’arte divinatoria ha origini antichissime: la praticavano infatti gli assiri, gli egizi, i maya. E come altre volte ribadito, se queste mantiche risalgono tanto in là nel tempo, quando l’uomo era meno disincantato di quello contemporaneo e quando forse conosceva e capiva segni che noi oggi probabilmente non siamo più in grado di vedere, non potrebbe esserci del vero?
Tiziana Benedetti