I soprannomi più divertenti e oltre le righe del web
Internet è una comunità all'interno della quale, mancando il rapporto diretto della conversazione faccia a faccia, le barriere psicosociali e mentali che governano e regolano il comportamento sociale sono molto più basse. La telescrittura garantisce in alcuni casi l'anonimato, ma in tutti i casi la lontananza fisica del bersaglio contro cui si ragiona. Sui siti, sui blog e sulle edizioni on line dei giornali "meno seri" è nato un vero e proprio genere letterario: il soprannome a mo' di sberleffo.
In alcuni casi il livello delle prese in giro è infimo, ma in alcuni casi i soprannomi affibbiati da comici e giornalisti a politici, starlette, uomini e donne dello spettacolo e giornalisti stessi sono davvero divertentissimi. In una prima fase di questo nuovo trend, pareva che a dominare la scena fossero coloro che utilizzano il web per protestare, ma nel tempo anche figure che dovrebbero rappresentare equlibrio si sono fatte prendere la mano da questa moda, con risultati a volte ugualmente umoristici, in altri casi velati da livore gratuito.
Comunque, ciò che l'ingessato giornalismo tradizionale, neppure si sognava di far leggere al proprio pubblico fino a un lustro fa, ora diventa addirittura un'arma per catturare consenso e nuovi lettori. In questo articolo abbiamo raccolto alcuni tra i soprannomi più famosi, divertenti, fantasiosi, in alcuni casi geniali, affibiati a personaggi più o meno conosciuti. Senza voler per questo essere esaurienti ecco un elenco sul quale vi chiediamo di esprimere un parere per votare "il soprannome dell'anno".
Leader indiscusso e vittima preferita dei soprannomi è il premier Silvio Berlusconi, che viene così apostrofato:
- Testa d'Asfalto per il comico Beppe Grillo, che prende di mira la "criniera" antinaturalistica del Presidente del Consiglio. Nella versione trash, di cui non si conosce l'ideatore, Testa d'Asfalto diventa Er catrame. Nella versione di Marco Travaglio il premier è Bellachioma.
- Psiconano, sempre per Grillo, che usa il nomignolo nelle non rare occasioni in cui Berlusconi si dimostra "oltre le righe" e contraddittorio.
- Al Tappone secondo il giornalista Marco Travaglio, che mette contemporaneamente in luce la bassa statura del Cavaliere e la sua condotta politca e imprenditoriale spesso fonte di problemi legali. Altre varianti sulla statura: Nanefrottolo, Silviolo, Cainano e Cai-Nano (variante del Caimano di Nanni Moretti).
- Sua Emittenza, in virtù dell'enorme potere mediatico di cui dispone e in ossequio al conflitto d'interessi.
- Cavaliere Mascarato, per il gusto ad apparire sempre perfetto e telegenico anche a costo di investire quintali di mascara e trucchi vari, per Striscia la Notizia.
- Meno famosi Burlesquoni, in omaggio alla sua goliardia, Bandanano da quando accolse Blair e signora con la bandana in testa, L'Unto, Nano Pelato e Berluskaiser.
Berlusconi stravince la sfida sui soprannomi ma anche dall'altra parte politica troviamo qualche esempio divertente e dispregiativo.
L'ex Presidente del Consiglio Prodi è stato spesso definito:
- (Er) Mortadella, un po' per il suo volto e un po' per la sua indole caratteriale.
L'attuale leader dell'opposizione Walter Veltroni ha subito alcuni nomignoli del tipo:
- Uolter, per deridere la sua scarsa personalità
- Topo Gigio, per la mollezza politica nell'affrontare il ruolo di capo dell'opposizione
- Divertente anche la definizione Patito Democratico.
Al magrissimo Fassino due soprannomi fin troppo scontati:
- Spillo (già utilizzato però ai tempi di Alessandro Altobelli, campione del Mondo '82)
- Grissino
Anche Massimo D'Alema è finito spesso sotto tiro:
- Il leader Massimo (in onore della sua fede comunista dura a morire)
- Baffino, per il vezzoso baffo strategico che non lo abbandona mai (nella variante di Pansa diventa Baffino d'Acciaio)
L'ex leader di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti è stato chiamato:
- La voce della Duma
Tornando al centrodestra ecco il leader della Lega, Umberto Bossi:
- Boss(ol)i secondo Beppe Grillo, da quando il Ministro ha detto che quelli della Lega erano pronti a imbracciare il fucile se non si fosse avviato il federalismo.
- Celoduro (e la variante Celavevoduro) in ricordo del Bossi prima maniera
- Lega Khan invece non ha avuto molto successo.
Di grande diffusione i nomignoli affibiati a molti ministri dell'attuale Governo Berlusconi: Angelo Alfano e Mara Carfagna sono nel mirino di molti.
Su Alfano, quello del famigerato Lodo Alfano, i soprannomi più gettonati sono:
- Little Angel (del suo capo Berlusconi) ma soprattutto Angelino "Jolie" Alfano in onore non tanto della sua avvenenza quanto per la sua facilità a "piegarsi" ai voleri del suo padrone. Senza offesa per la bella Angelina Jolie, si intende.
Su Mara Carfagna, per decoro, non riportiamo i nomignoli più volgari. Ricordiamo solo quello più soft:
- la flautista. Chissà perché poi...
Splendido anche il soprannome affibiato da Travaglio a Capezzone, il più fulgido esempio di viscido trasformista voltagabbana leccapiedi della storia politica italiana:
- Big Nipple (in inglese capezzolone).
Ma è un piccolo capolavoro anche il nomignolo su Nicola Villari il senatore trasformista di scuola mastelliana che ha tradito il suo partito (PD) per diventare con i voti del Pdl presidente della commissione di vigilanza Rai e che non vuole schiodarsi dalla poltrona ottenuta:
- Vinavillari.
Anche in passato, seppur molto più elegantemente e con maggiore pacatezza, i politici avevano dei nomignoli, basti pensare a:
- Bettino "Nerone" Craxi.
Divertenti anche i soprannomi da alcuni cantanti, come Baglioni che per la sua magrezza è stato chiamato da molti amici Agonia. Anche Gino Paoli, detto il Mesto alla genovese, ha avuto il suo nomignolo.
Neanche il mondo dell'imprenditoria è immune ai soprannomi.
- Tronchetto dell'Infelicità è il soprannome dato da Beppe Grillo a Marco Tronchetti Provera e per i suoi disastri manageriale e le svendite, ad amici e collusi, di ex società statali come Telecom.
Molto vivace il confronto tra giornalisti. Il bersaglio preferito da molti è l'ossequioso (al potere) Bruno Vespa: detto "Neo confesso" o "L'Insetto".
Spettacolare la sfida a colpi di penna, anzi di tastiera, tra Filippo Facci (berlusconiano doc) e Marco Travaglio (giustizialista duro e puro).
Quest'ultimo definisce Facci: bugiardo con le meches oppure pseudogiornalista mecchato.
Facci risponde: Monico Lewinski di Antonio Di Pietro. Un'immagine disgustosa ma di grande effetto.