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Dai Sarkò, facce Tarzan

 |  Redazione Sconfini

Quando la caricatura di un politico francese prende per i fondelli un'italica macchietta incatramata, le reazioni non posso essere previste.

E infatti, almeno in Italia, piovono insulti e accenni di scherno (abbastanza centrati visto che il personaggio è il politico internazionale più vicino al modello berlusconiano di fare politica) contro il neo papà Sarkozy.

Senza pietà, si è scatenata contro di lui e la sua maligna risata sul cadavere politico del vecchio pervertito, un'ondata di patriottismo insperata. L'Italiano, finché viene preso per il culo da un altro italiano per di più spalleggiato da mafiosi, si gira dall'altra parte, ma se a prenderlo per il culo è un francese con quell'accento da frocio (con tutto il rispetto per i gay) e la baguette sotto l'ascella allora diventa una bestia.

E infatti la Rete si è ripopolata di video e ricordi delle gaffe di Sarkozy, dei suoi consigli ad abbassare le arie perché lui è messo male come noi (se affonda l'Italia crolla la Francia) anzi peggio: se in Italia arriva un affarista che instaura un regimetto ridicolo lo mandiamo ad Antigua a godersi i soldi che si è rubato dalle tasche degli italiani, ma in Francia se accade solo un decimo di quello che accade a Roma, fanno subito a tirar fuori le ghigliottine. Quella è gente seria, mica bamboccioni italioti.

La più divertente però, a nostro giudizio, è questa: al G8 del 2007 dopo un colloquio (con bevuta di vodka annessa evidentemente) con Putin ecco il nostro Sarkò presentarsi in conferenza stampa completamente ubriaco, con la lingua felpata e la bocca impastata. Al minuto 1:15 poi, un rutto fortunatamente rientrato nelle budella del primo ministro transalpino, per poco non diventava un conato di vomito.

Una vera figuradimmerda su scala interplanetaria. Non c'è che dire Sarkozy è l'unico vero erede di Silvio.

In fondo quella risata su Berlusconi non è stata del tutto negativa. Eravamo nel letame ma avevamo lo sguardo verso il basso, ora almeno, pur restando nel letame, almeno rialziamo la testa.

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