Approvato il "Collegato Lavoro", abrogati molti diritti costituzionali
Brutte nuove, ancora una volta, per i lavoratori precari. Con il proprio futuro appeso a un filo (quello della ripresa economica che non c'è) e la loro ricattabilità alle stelle, la fetta di lavoratori privi di contratti a tempo indeterminato, oltre a essere sempre più ampia, viene sempre più provocata dal legislatore.
Sembra quasi che si voglia vedere fino a che punto l'italiano riesce a farsi schiavizzare. Il problema principale è legato al fatto che questa fascia di cittadinanza non ha accesso al controllo dei media, che se ne disinteressano completamente a tutto vantaggio degli inserzionisti e dei rispettivi datori di lavoro, e non ha nessun tipo di reale rappresentaza parlamentare.
Inevitabile che della piaga del precariato non importi un fico secco a nessuno. In questo affascinante contesto politico il 18 ottobre scorso è stato approvato alla Camera in via definitiva il "Collegato Lavoro", che contiene una serie di nuove norme tutte votate a piegare la dignità e a sottrarre altri diritti ai lavoratori precari.
Ed ecco l'ultimo (in ordine di tempo) assalto al castello dei diritti dei lavoratori faticosamente costruiti negli ultimi 200 anni:
- Possibilità per i contratti individuali certificati (anche da consulenti del lavoro) di derogare alla legge e dai contratti collettivi. Ergo, il dipendente, se ricattato dal datore di lavoro, pur di avere il contratto potrebbe essere "invitato" a fare rinunce incredibili sui suoi diritti (ferie, malattia, maternità, permessi, diritto di sciopero...). La dicitura "derogare alla legge" nello stilare un contratto la dice lunga sui reali obiettivi di questo Collegato Lavoro.
- Impossibilità per i lavoratori precari di rivalersi contro un ingiusto licenziamento oltre i due mesi dall’evento. Insieme a questo si introduce anche il termine di due mesi per impugnare il licenziamento orale. Questa norma è particolarmente significativa, in quanto nella pratica “certifica”, anche se non ufficialmente, l’introduzione di questa nuova forma di licenziamento. Infatti ad oggi non esiste un termine temporale proprio perché è impossibile al lavoratore provare quando è stato licenziato “a voce”. Se un lavoratore va a denunciare un ingiusto licenziamento orale, il datore di lavoro potrà sempre dire di averlo comunicato "oralmente" più di due mesi prima. In questo modo sarà più semplice per il lavoratore prendere "analmente" il licenziamento.
- Introduzione del termine di sei mesi per iniziare la causa del lavoro, mentre fino ad oggi non esisteva alcun termine e riduzione del risarcimento per i contratti illegittimi limitata al pagamento di un indennizzo che andrà da un minimo di due a un massimo di dodici mensilità (fino ad oggi non c’era alcun limite al risarcimento danni a favore del lavoratore). Insomma, devi fare causa in fretta e sarai risarcito (se mai lo sarai), per legge, pochissimo.
Il ministro Sacconi, dopo aver espresso tutta la sua soddisfazione per l’approvazione del Collegato, ha dichiarato: “Ora il Governo proporrà all'esame del Parlamento il disegno di legge delega sullo Statuto dei Lavori, per realizzare un diritto del lavoro moderno e a misura della persona”. Siamo sicuri che quella persona sarebbe felicissima di abbracciare il ministro.
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