Europee, analisi dei flussi elettorali. Renzi ha vinto inglobando berlusconiani e montiani.
Un'analisi dei flussi elettorali su questo voto europeo è resa difficile perché per avvicinarci a una comprensione il più possibile precisa non abbiamo a disposizione sufficienti dati delle europee 2009.
Ciò perché allora non esisteva il M5S né il partito di Alfano (in quei tempi impegnato a difendere il suo lodo per salvare l'ex datore di lavoro Berlusconi), né tantomeno Tsipras. Tentare di spiegare i flussi elettorali con quella elezione sarebbe quindi assurdo.
Vediamo invece come sono andati i partiti principali 15 mesi fa, in occasione delle politiche 2013. Il dato non è omogeneo perché allora ci si presentava in coalizione e non con il proporzionale puro, tuttavia alcuni indizi sono evidenti.
Il PD passa dal 25,4 al 40,8% (+15,8%)
Il M5S Passa dal 25,5 al 21,1% (-4,4%)
Forza Italia (allora Pdl) passa dal 21,6% al 16,8% (-4,8%)
La Lega Nord passa dal 4,1% al 6,2% (+2,1%)
Tsipras (per comodità la associamo a SEL) passa dal 3,2% al 4,0% (+0,8%)
Fratelli d'Italia passa dal 2% al 3,7% inglobando lo 0,5% di FLI (+1,2%)
Nuovo Centrodx esordisce con il 4,4 ma porta in grembo l'1,8 dell'Udc (+2,6%)
Come potete vedere Pd a parte gli scarti sono ridotti e i flussi elettorali abbastanza chiari. NCD prende il 2,6% da Forza Italia che cede il restante 2,2% quasi interamente a Renzi e le briciole alla Lega Nord.
Metà dei voti persi dal M5S (2,2%) può considerarsi voti ex berlusconiani transitati da Grillo per essere recapitati al nuovo uomo della Provvidenza, Renzi. L'altra metà spiega perfettamente la rimonta della Lega Nord e la buona performance di Tsipras che si è posta come lista anti-sistema ma ideologizzata e ha quindi pescato nel voto di protesta ideologizzata del Movimento 5 Stelle.
Ma quindi se il Pd ha recuperato solo poco più di 4 punti da M5S e Forza Italia dove è andato a prendersi il restante 11%? In piccola parte dalle briciole della galassia della sinistra italiana ma in grandissima parte ingoiandosi l'8,3% di Scelta Civica. Considerati i relativamente scarsi scarti degli altri partiti è evidente che il voto orientato dalle grandi corporazioni bancarie, finanziarie e dell'Istruzione privata sono in massa finiti nel partito di Renzi.
E questo non è un buon segno. Sono in vista svendite di aziende strategiche oggi in mano pubblica e una batosta di tasse.
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