Expo: comunque vada sarà il più disastroso flop economico della storia delle Esposizioni
Ormai l'Expo Milano 2015 ha superato ampiamente la boa di metà durata. La kermesse ha da sempre vissuto in un turbine di polemiche, fin dalle promesse (mancate) fatte alla BIE che ha assegnato al capoluogo lombardo lo scettro dell'Esposizione Universale e dall'acquisto dei terreni (pagati 160 milioni quando forse ne valevano 20).
Poi ci si è infilata come al solito qualche italica cricca e il disastro è diventato visibile: opere mai finite, altre rimaste per settimane dopo l'apertura coperte da pannelli, lo scandaloso affidamento a Eataly della gestione dei ristoranti, l'ingresso di ditte tutt'altro che integerrime nella realizzazione degli appalti ecc. Ora però parliamo di numeri. Quelli, non sono (troppo) manipolabili.
Il Fatto Quotidiano in un articolo del 7 agosto ha ricordato che complessivamente per questo Expo sono stati e saranno spesi circa 2,4 miliardi di euro così ripartiti: 1,25 miliardi a fondo perduto, 960 milioni per spese di gestione, 160 milioni per i terreni. A fronte di questo esborso monstre i dati sugli incassi (fermo restando che i numeri ufficiali non ci sono, sono comunicati in via informale o sono contraddittori rispetto ad altri numeri) sono decisamente meno pingui. Il Commissario Giuseppe Sala inizialmente aveva dichiarato che l'obiettivo realistico era quello di vendere 24 milioni di biglietti a un prezzo medio di 22 euro (poco meno di 530 milioni di euro), cui aggiungere 300 milioni provenienti dalle sponsorizzazioni e dalle royalties (diritti sugli incassi di ristoranti e merchandising) e stando larghi (aggiungiamo noi) altri 280 milioni se si rivendono i terreni. Quindi se tutto fosse andato bene Expo avrebbe incassato 1,2 miliardi circa.
In realtà però non tutto è andato bene. Infatti, l'obiettivo (ottimistico) è stato ufficialmente abbassato a 20 milioni di visitatori e il prezzo medio del biglietto a 19 euro. Peccato che il costo medio del biglietto si sia ancor più basso tenendo conto di: promozioni (Trenord, Trenitalia), 3,5 milioni spesi dal Ministero dell'Istruzione per finanziare visite da parte delle scolaresche, ingressi serali a 5 euro, accrediti vari e biglietti omaggio a chi lascia l'auto negli enormi e semivuoti parcheggi attigui oltre a quelli distribuiti agli anziani e persone con basso reddito in agosto. Quindi se tutto va bene gli incassi dei soli biglietti scenderanno, ragionando nella migliore delle ipotesi, a meno di 380 milioni. Il che prefigura un incasso globale comprensivo della vendita dei terreni di poco più di 1 miliardo di euro.
A fronte di costi certificati di 2,4 miliardi vi rendete conto che siamo di fronte a una voragine di quasi 1,3 miliardi di euro. Chi pagherà? Indovinate.
A testimonianza della tragedia finanziaria rappresentata da Expo ecco alcuni numeri sulle edizioni successive al Secondo Dopoguerra:
BRUXELLES 1958 - 41,4 milioni di visitatori
SEATTLE 1962 - 9 milioni di visitatori più l'eredità dello Space Needle
MONTREAL 1967 - 50,3 milioni di visitatori
OSAKA 1970 - 64,2 milioni di visitatori
SIVIGLIA 1992 - 41,5 milioni di visitatori
HANNOVER 2000 - 18 milioni di visitatori
SHANGAI 2010 - 73 milioni di visitatori
MILANO 2015 - 8,9 milioni di visitatori a fine luglio (proiezione circa 18 milioni)
Fino ad oggi Hannover 2000, nonostante i tentativi per raddrizzare in corsa con eventi e testimonial di grido oltre che una serie di infrastrutture tra cui strade e linee di metropolitana ancora oggi molto usate, è stata dal punto di vista economico l'edizione più fallimentare con un debito complessivo di quasi 1,2 miliardi di euro.
Di una cosa possiamo essere sicuri: stavolta i tedeschi li battiamo perché il debito finale di Expo Milano 2015 sarà di almeno 1,3 miliardi di euro.
Fare peggio di noi sarà impossibile.