Debito pubblico: l'Italia ai vertici della classifica mondiale
Il debito pubblico italiano è sempre più alto e sempre più fuori controllo. A dicembre 2008 è schizzato oltre il 104% e l'Unione Europea prevede un 2009 nerissimo per il Paese, che vedrà aumentare ancora il rapporto deficit/Pil oltre quota 109%. Ma la gravità della situazione non può essere compresa fino a che non è messa a confronto con tutti gli altri Paesi del mondo.
Stando a diverse stime redatte da The World Factbook della Cia, l'unica a fornire i dati di tutte le nazioni, dall'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e dal Fondo Monetario Internazionale, nella speciale classifica tra gli Stati meno virtuosi del mondo l'Italia galleggia tra il quinto (Ocse) e il settimo posto (Cia e Fmi) tra i Paesi più indebitati del mondo!
Sono solamente 7 i Paesi al mondo che sforano in tutte le stime il tetto del 100% e tra questi, appunto, è presente anche il Belpaese. Comanda incontrastato in questa "classifica al contrario" lo Zimbabwe con un irraggiungibile 218,2%, seguito dal Libano (186,6%) e dal, udite udite, Giappone (170% per la Cia) che secondo il Fmi sarebbe secondo con un disavanzo del 198,6%.
Quarto posto per la Jamaica (126,50%), quinto posto contesto tra il Sudan (105,9%) e l'Italia (113% secondo l'Ocse), seguiti dall'Egitto (105,8%). L'Italia secondo la Cia e il Fmi è al 7° posto (104% - 104,3%).
A completare questa poco incoraggiante top ten Singapore (96,3%), Seychelles (92,3%) e la Grecia (89,5% secondo la Cia, 100,8% per l'Ocse).
La Germania è 20°, la Francia 23°, gli Stati Uniti 27°, il Regno Unito è solo 40°, la Spagna addirittura 55° e la Cina 90° con solo il 18,4% di debito. I cinque paesi più virtuosi? Guinea Equatoriale, Estonia, Oman, Cile e nientemeno che la Libia, cui tra l'altro l'Italia - attraverso il premier Silvio Berlusconi - si è impegnata a pagare 5 miliardi di dollari come risarcimento del periodo coloniale. Praticamente l'intero piano anticrisi varato dal Governo.
Insomma l'Italia è nettamente la pecora nera dell'Europa e, salvo il Giappone, è il peggiore degli Stati maggiormente industrializzati. I dati sulla continua crescita del debito, del recente sforamento dei parametri di Maastricht e sul vertiginoso aumento della disoccupazione, non fanno altro che peggiorare la situazione in prospettiva futura.
Un piccola boccata d'ossigeno sono gli interessi bassi da pagare sui Bot appena emessi, ma dare l'1,84% lordo di interessi può causare, dopo questa fase di corsa ai titoli di Stato, una fuga dei risparmiatori nel futuro prossimo soprattutto se torneranno a salire i prezzi delle case e la Borsa si riprenderà dalle ultime mazzate.
E allora? Tornerà di moda il vecchio discorso sul rischio bancarotta dell'Italia?