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Il ricatto di Alessandria: lavori, le banche ti prestano i soldi dello stipendio e poi forse lo restituisci con gli interessi

 |  Redazione Sconfini

Il Comune di Alessandria si appresta suo malgrado ad assurgere al ruolo di perfetto specchio dell'intreccio tra malapolitica, lobbies bancarie e avvoltoi.

Alessandria è la proiezione futura di quello che si vivrà in moltissime parti d'Italia tra pochi mesi.

Il Comune è ufficialmente fallito il 12 giugno scorso, come decretato dalla sezione regionale piemontese di controllo della Corte dei Conti. Da allora, le municipalizzate in primis sono entrate in crisi di liquidità pur essendo ancora operative. A farne le spese sono ovviamente i lavoratori che hanno ricevuto una proposta altamente indecente per riuscire a tirare a campare.

Ma facciamo un passo indietro. La grande sfortuna del recente passato del Comune di Alessandria si chiama "abolizione dell'Ici" voluta dal governo Berlusconi pochi anni fa, abbinata al fattore "Piercarlo Fabbio" ex sindaco Pdl che è stato rinviato a giudizio per aver "truccato" il bilancio consuntivo 2012 per rispettare il patto di stabilità. Con lui risponderanno di falso in bilancio, abuso d'ufficio e truffa ai danni dello Stato l'ex assessore Luciano Vandone e l'ex capo della ragioneria comunale Carlo Alberto Ravazzano.

L'ottimo amministratore pidiellino, tra le altre cose, è stato tra i principali protagonisti dell'indebitamento cui il Comune ha fatto ricorso per compensare i tagli nei trasferimenti e l'abolizione dell'Ici con la banca Barclays per un totale di 9 milioni di euro.

La grande sfortuna del presente del Comune di Alessandria è il sindaco Pd Rita Rossa, ma ancora di più il marito Ezio Guerci che secondo la stampa locale sarebbe dietro al ricatto che stanno subendo i lavoratori delle municipalizzate alessandrine. Guerci è infatti consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria fusa con la Legnano e azionista della controllata Bpm.

Ebbene, arriviamo alla "proposta" fatta ai 500 lavoratori di Atm (trasporti), Amiu (rifiuti) e Aspal (pluriservizi) che da questo mese sono senza stipendio:

1) aprire un conto corrente con la Banca di Legnano (a zero spese);

2) accendere una linea di credito con la banca per vedersi prestati i soldi del loro stipendio;

3) accettare il fatto che, se il Comune non ripagherà con gli interessi la banca, questa possa rivalersi con i dipendenti chiedendogli indietro i soldi con gli interessi (i primi 3 mesi sono a 0 interessi).

Si può certo convenire che un Comune fallito farà parecchie difficoltà a pagare i debiti che si accumuleranno così i lavoratori continueranno a lavorare, usufruiranno di un prestito anziché avere uno stipendio e poi restituiranno tutti i soldi con gli interessi alla banca.

Ecco dove ci porta l'acquiescenza dei politici nei confronti delle banche. Al fatto che queste si prendono tutto, con i nostri soldi: le municipalizzate e la vita dei cittadini inermi.

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