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Mills condannato. Berlusconi ha corrotto ma si è autoassolto

 |  Redazione Sconfini

david mills, berlusconi, lodo alfano, processo, corruzioneL'assurdo è andato in scena. Ora è tutto chiaro, forse anche ai più stolti. Ecco a chi e a cosa serviva il lodo Alfano. Ecco il perché di tutta quella corsa ad approvare una legge che speriamo presto sarà tacciata di incostituzionalità. L'avvocato inglese David Mills è stato condannato a quattro anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari dal Tribunale di Milano. Per la prima volta nella storia della giustizia italiana (ma forse anche mondiale) si conosce il corrotto (e lo si punisce) e si conosce il corruttore (il premier Silvio Berlusconi) ma non lo si può giudicare. Incredibile. Il paradosso storico però, non finisce qui.  

Mills è anche stato condannato a risarcire 250mila euro alla parte civile, ovvero la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ovvero colui che lo ha corrotto. Una situazione da piegarsi in due dalle risate se non fosse così drammatica.

Il legale inglese, nel luglio del 2004 aveva raccontato ai pm Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo di aver ricevuto 600mila dollari dal gruppo Fininvest per dire il falso nei processi in cui era coinvolto Silvio Berlusconi. Il premier era in un primo momento imputato insieme all'avvocato, ma la sua posizione, come già abbiamo avuto modo di ribadire, è stata stralciata in seguito all'approvazione del "Lodo Alfano" sull'impunità delle 4 più importanti cariche dello Stato (la quarta carica è proprio quella ricoperta dal presidente del Consiglio) da parte del Parlamento.

Il mondo sghignazza di questa situazione. L'Inghilterra inorridisce per la corruttibilità di alcuni suoi legali e gli italiani? Votano il corruttore, of course, vedi Abruzzo e Sardegna tanto per fare i due esempi più recenti.

Ma il progetto berlusconiano di riuscire viscidamente ad uscire da questa situazione, che graverebbe sul suo desiderio di diventare il prossimo presidente della Repubblica, non è finito qui. Il bello deve ancora venire: il 6 febbraio 2009 la Corte Costituzionale ha stabilito con una sentenza, che le sentenze definitive «valgono» come prova nei processi in corso. Il giorno dopo, nel solito silenzio dei media e dell'opposizione, il Governo inserisce nel ddl sulla giustizia un codicillo che dice il l'esatto contrario: le sentenze definitive non valgono più, salvo che nei processi di mafia e terrorismo.

Da quando sarà approvato questo cavillo (ovviamente incostituzionale come il lodo Alfano) ciò che ha accertato irrevocabilmente la Cassazione dovrà essere ridimostrato ogni volta, richiamando tutti i testi già sentiti nel processo già definitivamente chiuso. Ovviamente i tempi dei processi saranno allungati e indovinate a favore di chi finirà questo generoso emendamento? Ma a favore dell’imputato Berlusconi, naturalmente, se e quando tornerà in tribunale, per corruzione del testimone Mills, condannato proprio oggi a 4 anni e 6 mesi.

Da non crederci.


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