Lazzaretto Pd. Oggi avrebbero potuto far cadere Silvio. Ma erano a letto malati
E così alla Camera è passato con 20 voti di scarto lo scudo fiscale. Tra chi si straccia pittorescamente le vesti come Di Pietro (che ha accusato pubblicamente Berlusconi e il Pdl di essere mafiosi) e chi esulta per il successo, bisogna registrare un'altra costante. Il Pd (o meglio, gli assenti del Pd) ha fatto sì che questa legge vergogna passasse.
Già in occasione del voto sulla pregiudiziale di incostituzionalità i tanti assenti del Partito che Franceschini si appresta a servire in cocci a Bersani avevano fatto la differenza. Fortissime sono state le polemiche, e per questo molti elettori del centrosinistra speravano in una riabilitazione dei loro "rappresentanti" al momento dell'approvazione. E oggi infatti, accanto alle assenze di un deputato di Italia dei Valori, 6 dell'Udc sono risultate decisive le assenze di ben 23 deputati del Partito Democratico.
Questi collaborazionisti del Governo Berlusconi, che sarebbe stato anche sfiduciato da un voto negativo della Camera in quanto sul Decreto è stata imposta la fiducia, rispondono ai nomi di: i Pd Ileana Argentin, Paola Binetti, Gino Bucchino, Angelo Capodicasa, Enzo Carra, Lucia Coldurelli, Stefano Esposito, Giuseppe Fioroni, Sergio D'Antoni (che fa sapere di essere ricoverato in ospedale), Antonio Gaglioni, Dario Ginefra, Oriano Giovanelli, Gero Grassi, Antonio La Forgia, Linda Lanzillotta, Marianna Madia, Margherita Mastromauro, Giovanna Melandri, Lapo Pistelli, Massimo Pompili, Fabio Porta, Giacomo Portas.
Se oggi Berlusconi resta ancora in sella è colpa loro e... dei loro guai di salute. Il profilo sanitario dei deputati del Pd è quello di un lazzaretto. Di questi assenti il 50% è assente per malattia! E leggete cosa dichiarano per scusarsi con gli elettori al Il Fatto Quotidiano alcuni di loro dopo lo scandalo suscitato dalle loro assenze alla precedente votazione.
Barbara Pollastrini: “Caro direttore, anche per un fatto personale di sensibilità nei confronti di lettori de Il Fatto, sento il dovere di scriverti. Vivo la discussione democratica per dare una leadership e un'identità al Pd, come via per mettere ko Berlusconi e un clima di regressione civile e democratica. Per questo, penso che tutti coloro che hanno questa volontà debbano sapersi rispettare, ascoltare e unire. Ero nella mia città, Milano. Bloccata da ragioni di salute. Credimi, mi è dispiaciuto profondamente, mi ha fatto rabbia, di non poter essere lì. Ciò detto, continuerò con ogni forza il mio impegno contro un governo illiberale e vessatorio. Anche Enzo Carra ci scrive: “Quel giorno avevo una visita per problemi di calcoli renali”. La lettera di Angelo Capodicasa: “Mio malgrado compaio nella lista degli assenti. Purtroppo sono stato ricoverato in ospedale. Avessi potuto recarmi in ospedale con la flebo sarei andato volentieri. Ma al reparto rianimazione del San GIovanni di Dio, ad Agrigento, sono piuttosto rigidi”. Sandra Zampa spiega: “Ero a Bologna, per una visita medica, ho perso il treno”. Gabriele Cimadoro: “Il mio voto non è stato registrato e non ho avuto la prontezza di farlo mettere a verbale. Ma c’ero”.
A ciò si aggiunge Sergio D'Antoni che ha fatto sapere di essere all'ospedale. Insomma, questi poveri deputati hanno uno stato di salute troppo precario. Sarebbe meglio andassero in aspettativa. Perenne!
L'occasione era unica per far saltare il Governo: i finiani infatti erano gran parte assenti. Nel Pdl si sono registrate ben 56 scranni vuoti.
Mancavano all'appello anche Aurelio Misiti dell'Idv, mentre nell'Udc gli assenti erano Francesco Bosi, Amedeo Ciccanti, Giuseppe Drago, Mauro Libè, Michele Pisacane, Salvatore Ruggeri. Segnatevi i loro nomi.
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Foto tratta da Wikimedia Commons