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Un Parlamento incostituzionale eleggerà il suo secondo Presidente della Repubblica (fino al 2022)

 |  Redazione Sconfini

Dal Quirinale filtrano notizie buone e altre meno buone. Finalmente Napolitano sembra deciso a lasciare la poltrona che occupava dal 2006 di Presidente della Repubblica.

Fin qui la buona notizia. I suoi "risultati" sono sotto gli occhi di tutti. Avvallo dello scudo fiscale, firme di leggi incostituzionali e ad personam a iosa tra le quali la più grave fu il lodo Alfano, mancato scioglimento delle Camere del 2010, nomine di 3 presidenti del Consiglio senza passare attraverso nuove elezioni (Monti, Letta, Renzi) con risultati sul fronte economico disastrosi, accettazione della rielezione in barba allo spirito dei Padri Costituenti, ingerenze continue negli affari che dovrebbero essere di competenza del Legislatore, un passato politicamente a dir poco ondivago (fascista, comunista, stalinista, craxiano, antiberlingueriano, mollemente berlusconiano, fortemente neoliberista), amicizie pericolose con sospettati di aver tradito lo Stato trattando con la Mafia e chi più ne ha più ne metta.senato

Ora però una minaccia ancora maggiore si affaccia all'orizzonte. Ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica sarà lo stesso Parlamento drogato dall'incostituzionale premio di maggioranza e che dovrebbe da tempo essere tornato alle urne che ha già rieletto Napolitano. Il prossimo Presidente della Repubblica, che con Napolitano ha ormai tracimato le iniziali prerogative diventando un soggetto protagonista anche della vita legislativa del Paese e non più "semplice" custode della Costituzione che anzi è stata spesso calpestata dell'attuale inquilino del Quirinale.

Essendo che tra questi grandi elettori ci sono sostanzialmente gli stessi 101 che impallinaro Prodi e che rivotarono Napolitano nonostante le proteste di piazza, è assai difficile pensare che la risma del nuovo Presidente possa essere diversa, tanto più che al momento, nonostante le tattiche diversive, sono Renzi e Berlusconi ad avere in mano i numeri (come per la rielezione di Napolitano) per eleggere il sostituto dell'attuale PdR. Il contesto quindi non è cambiato: l'inciucio sinistra-destra è stato sublimato in Renzi e dalle sue azioni politiche quindi mancherà anche il pudore dell'altra volta nell'elezione di un Amato, di una Finocchiaro, un Letta Zio o una Boldrini.

Con due enormi problemi in più:

1) Nel frattempo la Consulta ha dichiarato incostituzionale il porcellum con liste bloccate e premi di maggioranza abnormi che non avrebbero dovuto esistere.

2) il nuovo Presidente della Repubblica siederebbe al Quirinale fino al 2022. Un arco di tempo sufficiente a far sparire l'Italia dal quadro macroeconomico internazionale oltre che causare tensioni sociali spaventose se la linea ideata da Napolitano dovesse proseguire.

Stavolta non si può sbagliare.

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