Lo shopping di Silvio: ecco i 7 dell'Ave Maria che daranno fiducia al governo
Non restava altro da fare che spingere sullo shopping sfrenato di deputati e senatori. Ovviamente da pescare tra gli uomini modello che siedono nell'arco parlamentare. Altrimenti, per il premier Berlusconi, rischiano di aprirsi intanto le porte dei tribunali e in seconda battuta potrebbero scattare le manette. Oggi finalmente, dopo due estenuanti mesi di trattative, sono state resi note le generalità dei 7 uomini che abbracceranno in ginocchio il "governo del fare". Ovviamente per il bene del Paese. Cinque provengono dall'Udc di Casini. Due provengono da quel magma infido che è l'Api di Rutelli, bravo a raccogliere alcuni nominati di Veltroni che nulla avevano a che fare con la socialdemocrazia professata (a parole) dal Pd e ben lieti di ricollocarsi nelle file del liberismo paramafioso del centrodestra.
Ecco i 5 dell'Udc:
1. Calogero Mannino: il 13 febbraio 1995 viene arrestato con l'accusa di concorso in associazione mafiosa (un patto con la Mafia per avere voti in cambio di favori). Strano che un personaggio del genere - sebbene poi i fatti sono stati giudicati insussistenti dalla Cassazione nonostante la condanna in Appello nel 2003 - non sia già al fianco di Silvio. Comunque, il buon Mannino era stato condannato prima del colpo di spugna a 9 mesi di carcere e ben 13 anni di domiciliari.
2. Francesco Saverio Romano: nel 2003 viene indagato dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Anche questo caso viene archiviato ("Gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l'accusa in giudizio"). Nel 2009 Romano torna ad essere iscritto nel registro degli indagati dopo che Massimo Ciancimino lo ha accusato di avergli pagato tangenti per 100mila euro. Al momento è indagato per concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento di Cosa Nostra. E' in buona compagnia: con lui ci sono anche Totò Cuffaro e Salvatore Cintola (Udc) e Carlo Vizzini (Pdl).
3. Giuseppe Drago: dal 2009 è un perfetto candidato Pdl. E' stata infatti confermata in Cassazione la condanna a tre anni e l'interdizione dai pubblici uffici (sentenza n.23066) per essersi appropriato in nobile compagnia di 123.123,00 euro di fondi riservati alla Regione Sicilia. La pena detentiva è stata condonata. A causa di quella accessoria (interdizione dei pubblici uffici) dovrebbe perdere il posto occupato alla Camera dei Deputati. Ma nessuno per il momento si sogna di alzare la mano per ricordarglielo e così un personaggio del genere diventerà uno degli uomini chiave nella politica italiana dei prossimi giorni. Entro poche settimane, in ogni caso, dovrà fare le valigie da Montecitorio e quindi dovrà presto trovarsi un lavoro. Qualcosa però suggerisce che l'abbia già trovato. Memorabile il suo discorso nello spot elettorale: "Bisogna premiare i più bravi". Correttamente non ha specificato a fare cosa.
4. Giuseppe Ruvolo: incredibilmente con la fedina penale pulita, è però uno dei principali esempi mondiali di salto della quaglia. Fino al '94 è uomo della Dc, nel 1998 sceglie il centro sinistra (PPI), alle politiche del 2001 (vittoria del centrodestra) viene eletto con il partito di D'Antoni sempre nel centrosinistra. Nel 2003, nel bel mezzo della legislatura, passa al centrodestra con l'Udc (di cui è anche uno dei fondatori!). Nel 2006 vince il centrosinistra ma lui è eletto alla Camera con l'Udc (pensa che sfiga l'uomo: si candida sempre con lo schieramento perdente, ovvio che poi deve fare i salti mortali). Nel 2008 è di nuovo eletto (anzi nominato) con l'Udc. Di nuovo a metà legislatura la conversione: sosterrà Silvio. Fossimo nel Cavaliere inizieremmo a fare gli scongiuri.
5. Michele Pisacane: ex Udeur (forse è sufficiente questo per descrivere il personaggio). A fine luglio era dato per certo il suo passaggio al Pd. Oggi ha scelto anche lui Silvio con una motivazione profondamente etica: "L'Udc mi ha perfino spostato di fila in aula". Imperdonabile leggerezza quella di Piercasinando.
Ma veniamo ai due goliardici personaggi che sono finiti nel lettone di Putin dopo essere stati nominati in parlamento dal Pd con il benestare di un altro involontario (?) sostenitore del Cavaliere (Veltroni) ed essere transitati dall'Api di Rutelli.
6. Massimo Calearo: eletto per volontà di Veltroni, ma senza la volontà degli elettori, alla Camera con il Pd è un berlusconiano di ferro. Fonti attendibili dicono che la sua vecchia suoneria del cellulare era l'inno di Forza Italia. Un uomo perfetto per il Pd targato Uolter. Già presidente nazionale di Federmeccanica e dell'Associazione industriali di Vicenza dal 2004 al 2008 (di certo non uno con il cuore "operaio") era stato scelto per allargare la rosa ad "esponenti della società civile". Bravo Veltroni. Peccato che hai allargato qualcos'altro, ma almeno ci hai provato.
7. Bruno Cesario: anche lui nominato dal Pd alla Camera, ha seguito Rutelli nell'Api ma ora sosterrà Berlusconi. "Ma non mi muovo dal gruppo misto" ha dichiarato l'integerrimo deputato.
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