Il carro del rottamatore e il partito con più correnti che elettori
Venghino signori venghino! Tutti a bordo del carro del vincitore.
La galassia lombrosiana delle correnti Pd ormai più numerose degli elettori è in agitazione in vista delle primarie del partito. La regola è sempre una e indivisibile. Spillare altri 2 euro ai malcapitati sostenitori in buonafede sfruttando il lavoro di generosi volontari dando loro l'illusione di poter decidere chi sarà il nuovo segretario e (forse) il nuovo candidato premier quando in realtà tutto è già stato deciso dalla nomenklatura a tavolino.
E' accaduto nel 2007 con Veltroni, nel 2009 con Franceschini (neppure eletto da regolari primarie) e pochi mesi con Bersani che ratificherà solo nel 2012 la sua segreteria con la vittoria su Renzi al ballottaggio delle primarie (semitaroccate) e pochi mesi fa con Epifani (scelto ancora una volta senza consultare nessun elettore). Ovviamente non ha deciso l'elettorato ma i capibastone che hanno messo nel piatto pacchi di tessere frutto delle rispettive correnti.
Veltroniani, dalemiani, franceschiniani, civatiani, bindiani, lettiani, mariniani, renziani, bersaniani ecc. trovano alleanze di volta in volta favorevoli a perpetrare i propri ruoli di potere. Oggi, sputtanati i leader delle diverse correnti che non sarebbero votati neanche dalle rispettive mogli, sembra arrivato il momento di porre sul trono precario della segreteria un "nome nuovo" (in politica dal 1996 e stipendiato dalle istituzioni dal 2004) quello di Matteo Renzi.
A dare il via libera all'operazione l'inconsistenza mediatica (Cuperlo) o del seguito (il povero Civati che pure ha mostrato a sprazzi un po' di coraggio) degli avversari coniugata al classico salto della quaglia di tradizione democristiana: il primo a capirlo è stato Franceschini che in quattro e quattrotto ha fiutato l'aria e da bravo topolino è sceso dalla nave dalemian-bersaniana che fa acqua da mesi a causa dei 101 traditori di Prodi. Ora seguiranno gli altri.
Renzi vincerà le primarie perché la nomenklatura farà tabula rasa di concorrenti e nel frattempo si sarà già spartita le poltrone (sempre meno) future. Nel contempo i cittadini festeggeranno convinti di aver rivoluzionato un partito assolutamente immodificabile dalla base ("mai con Berlusconi" docet) e il Pd godrà di un bello slancio nei sondaggi per qualche mese. Nell'esercito al vertice del partito chiuso a testuggine si farà spazio a una persona in più chiamata a divorare le immani risorse economiche, immobiliari, finanziarie e politiche del partito. Fine.
L'unico dubbio resta quello principale: cosa ha fatto Renzi in questi 9 anni di politica da presidente della provincia di Firenze (la Corte dei Conti gli contesta 600mila euro di spese di rappresentanza poco documentate) e poi da sindaco di Firenze di indimenticabile o particolarmente innovativo (a parte qualche pedonalizzazione e il fatto che in un futuro assolutamente indefinito in centro solo con le auto elettriche) oltre a perdere a causa del suo assenteismo 36 milioni di euro che la UE doveva dirottare a Firenze?
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