E così dopo 8 anni, la Corte Costituzionale ha finalmente bandito il porcellum la legge elettorale figlia del leghista Calderoli e dell'incesto con Berlusconi.
Il porcellum fu voluto infatti in primis da un Berlusconi già screditato alla fine del suo governo 2001-2006 per mettere il più possibile i bastoni tra le ruote al sicuro vincitore delle elezioni della primavera 2006: Romano Prodi. La legge elettorale appena dichiarata incostituzionale infatti fu il regalo di Natale della maggioranza leghista e forzaitaliota per rendere impossibile avere una maggioranza in Senato con i numeri che si avevano allora a disposizione. Situazione analoga a quella che ha affossato Bersani quest'anno.
Liste bloccate, improbabili premi di maggioranza significano clientelismo a badilate per essere messi in lista (e forse anche corruzione) e una qualità infima dei rappresentanti non scelti dal popolo ma dalle segreterie di partito. Infatti in questi anni il tracollo morale, economico, produttivo, sociale e culturale non ha avuto freni. Senza porcellum addio a Razzi, Scilipoti, ladruncoli annidati nel Pd, colombe, falchi, piduisti, falchetti, truppe cammellate, avvocati di Berlusconi, amanti, puttane e ruffiani. Si torna al territorio, alle preferenze ad un legame più concreto e a maggiori controlli tra eletto e cittadini.
Questa immagine è quella che più di ogni altra segna la fine del berlusconismo inteso come losco e immorale boudoir con cortigiani che si vendono all'imperatore per un posto in lista. I fili non saranno più tirati dai segretari di partito ma dai cittadini: è un importante ritorno alla dialettica democratica.
Ma più di ogni altro ora il popolo deve far pagare profumatamente, constringendolo alle dimissioni, colui che più di tutti ha sfruttato le conoscenze con i segretari di partito: Giorgio Napolitano per ben due volte (2006 e 2013) eletto presidente della Repubblica da un Parlamento illegittimo, illegale e incostituzionale. E con lui devono essere annullate in primis le nomine a senatori a vita soprattutto quella di Monti.
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