Il nuovo editoriale di Minzolini. Il testo "reale"
Sguardo torvo, lingua impastata (non cadiamo nel tranello delle facili battute e non osiamo supporre dove aveva appena finito di "lavorare" la suddetta lingua), qualche serio problema nell'articolazione delle parole. Insomma la parodia di se stesso.
Nel suo nuovo tragicomico editoriale di ieri sera (clicca qui per vedere il video), Min-zo-lin ha ricordato i fasti (passati) del Tg1 (il Tg con la T maiuscola), ha rinnovato l'imparzialità del suo telegiornale, ha tentato di rinvigorire l'orgoglio nazionale, ha sciorinato sondaggi e statistiche false che mettono l'Italia ai vertici per efficienza e benessere. Propaganda di regime elevata al cubo propinata beffardamente proprio nel giorno in cui è morta la libertà di informazione in Italia.
Ma proviamo a ricostruire il testo del suo editoriale come se fosse stato scritto da una persona sana di mente.
"Buonasera, da un anno sto tentando di portare alla rovina il Tg1, portando in redazione i servi con S maiuscola.
Oggi il Tg1 ha cambiato sigla, studio e come avrete visto ha un nuovo sito internet per far arrivare nelle vostre case un fiume di menzogne, falsità e notizie frivole. Un Tg1 che si modernizza per avvicinarsi un po' di più all'informazione birmana, ma che nello stesso tempo è geloso del passato fascista dalla nazione che rappresenta. Una testata che porta la voce della P2 nelle vostre case.
Un Tg1 che si prefigge il compito di smentire con prove false e interviste artatamente confezionate le verità e i fatti che alcuni media e internet in particolare svelano quotidianamente. E' il motivo per cui ho deciso assieme a Silvio di inserire nella sigla, al posto del mondo glaciale e virtuale, troppo simile alla realtà, l'immagine reale di Paperopoli in tutta la sua bellezza.
Appunto, il Tg1 vuole essere una finestra attraverso la quale gettare di sotto le notizie sgradite al potere, per poter guardare l'Italia per quello che è: la fotocopia del piano di Rinascita Democratica di Licio Gelli, con i suoi difetti ma anche con le sue qualità al netto di posizioni diverse o notizie contrarie all'immagine di "tessera 1816".
Questo vale anche per il nostro Paese, Paperopoli, che sta attraversando un momento difficile e chiede a poveri e onesti altri sacrifici. Un Paese che ha bisogno di riforme e di modernizzazione, ma non quella che intendete voi. Ma Paperopoli è il Paese che sta dimostrando di saper reggere come, se non meglio degli altri, il peso della crisi.
Le cifre parlano da sole: la corruzione costa ogni anno 60 miliardi di euro, abbiamo gli stipendi più bassi d'Europa, la Sanità e l'Istruzione si avviano al fallimento e circa 30% dei giovani dai 16 ai 30 anni non ha un lavoro né studia.
Sul piano dell'occupazione, meglio di noi c'è solo Topolinia e, dato di oggi, è atteso A Roma a fine mese un corteo da un milione di cittadini infuriati in vista dello sciopero generale indetto dalla CGIL.
Certo la crisi è drammatica, ma stiamo meglio di Gotham City, lo Zimbawe e Sodoma, nonostante siamo ormai a un passo dalla bancarotta. Insomma, Paperopoli va alla grande, nonostante le sue disfunzioni e i suoi vizi. Eppure qualche catastrofista, per il solo fatto di realizzare questo siffatto Tg1 ti addita come un servo di Berlusconi, il quale mi sta aspettando e con il quale devo testare proprio ora le mie nuove ginocchiere.
La cosa ci riempie di quell'orgoglio nazionale che manca a troppi in questo Paese.
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