La Brambilla commissaria l'Aci. In pole ci sono il suo compagno, il figlio di La Russa e il figlio di un fedelissimo di Silvio
L'Aci (Automobil Club Italia) di Milano è nella bufera. Dopo le cinque lettere di dimissioni in due mesi ad iniziare da fine 2009 da parte di altrettanti membri del vecchio Cda, la situazione è precipitata e l'importante Ente che gestisce un ingentissimo patrimonio immobiliare nonché il Gran Premio di Monza è di fatto decapitato. Fin qui sarebbe una situazione ancora abbastanza "normale" sebbene si parli di intrighi e sospetti. Ma il bubbone esplode definitivamente quando a metter mani sul potente e ricco Ente sono i soliti berluscones, che ormai sembrano aver rotto definitivamente gli argini del comune senso del pudore. In fondo, se festeggiano una condanna a 7 anni per mafia del numero 2 di Berlusconi, cos'altro può fermarli?
Ed ecco che la patata bollente viene presa in mano dal Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, la quale è all'opera per commissariare l'Ente e formare il nuovo Cda. E indovinate quali sono, tra gli altri, i nomi in gioco?
Il Commissario Straordinario già nominato è Massimiliano Ermolli (38 anni), figlio di Bruno Ermolli detto "er duro", uno degli uomini più vicini al premier Berlusconi nonché uno dei consulenti incaricati dal premier di seguire il dossier Alitalia. Tra gli altri nomi sul tavolo ci sono poi Geronimo La Russa (figlio del ministro della Difesa Ignazio) e Eros Maggioni. Quest'ultimo è nientemeno che il compagno della stessa Michela Vittoria Brambilla.
Scelte mirate, certamente, frutto di una selezione durissima e della più limpida meritocrazia. Senza dubbio.
Anche se le elezioni si terranno il 22 luglio, saranno Ermolli, Maggioni e La Russa a governare l'Aci. L'altra lista in gara, "Per la trasparenza", non è stata ammessa dallo stesso commissario Ermolli per vizi di forma, decisione che ha provocato un ricorso al Tar. "Noi sentiamo l'Aci come un'istituzione da difendere - dice Iacopo Bini Smaghi, uno dei candidati esclusi - . Vogliamo evitare che arrivi chi la spogli del suo patrimonio". C'è il Gran Premio che vale circa 50 milioni di euro, ma anche un patrimonio di palazzi - tra cui corso Venezia 43 e 45 - terreni, aree ora occupate da distributori di benzina che valgono altri 70 milioni".
Un nuovo caso-Telecom in miniatura si intravvede all'orizzonte.
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