Berlusconi e Dell'Utri indagati per strage? Chi l'avrebbe mai detto...
Venerdì 4 dicembre 2009, poche ore dopo le dichiarazioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza, certi delle menzogne propinate dalla stampa di regime, alla luce delle clamorose rivelazioni del killer di Cosa Nostra, su Sconfini siamo approdati ad una possibile conseguenza che abbiamo riportato nell'articolo: Il conto alla rovescia è cominciato.
In quel momento in pochi si erano effettivamente accorti che il berlusconismo aveva impattato con i numerosi scheletri nell'armadio che l'avevano generato. Noi però scrivemmo
Spatuzza è stato ascoltato nell'alveo del processo Dell'Utri ma c'è un altro atto che probabilmente dovrà essere compiuto dalle procure che stanno indagando su altri fronti, cioè quelli delle stragi: l'iscrizione nel registro degli indagati del premier Silvio Berlusconi forse con l'accusa di concorso in strage o di concorso esterno in associazione mafiosa. Il passo diventerà pressoché obbligato se le parole di Spatuzza saranno ritenute credibili e veritiere dai giudici.
E infatti già allora, ma si stanno cominciando ad avere le prime conferme solo in queste ore, proprio mentre noi giungevamo a questa conclusione, Berlusconi e Dell'Utri sono stati probabilmente iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Firenze che sta indagando senza soste dal 1993 a caccia dei mandanti occulti delle stragi che hanno insanguinato quel periodo a Firenze, Milano e Roma.
A scriverlo oggi è il quotidiano l'Unità (in un articolo di Claudia Fusani riportato anche dal Fatto Quotidiano) che rivela che i due compaiono nel fascicolo numero 11531 del 2009 con generalità protette "Autore Uno" e "Autore Due". Entrambi furono già indagati subito dopo le stragi ma le loro posizioni furono archiviate: 7 morti e decine di feriti il bilancio di quel periodo extra-siciliano di stragi. Finora non sono giunte smentite dai diretti interessati, né dalla Procura di Firenze.
Il tutto ovviamente alla faccia di chi disse (mentendo sapendo di mentire) che Filippo Graviano aveva smentito Spatuzza. Qui sembra anzi che le dichiarazioni di Spatuzza abbiano rovesciato le indagini come un calzino.
Il salto di qualità dell’inchiesta è stato determinato innanzitutto dalle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, il boss di Brancaccio, vicino ai fratelli Graviano, poi diventato collaboratore di giustizia. “I Graviano mi dissero che gli attentati di Firenze, Milano e Roma non ci appartenevano. Quello era terrorismo. Ma mi dissero anche che era bene portarsi dietro questi morti, così chi si doveva muovere si sarebbe mosso”. E ancora: “Giuseppe Graviano mi disse che avevamo chiuso tutto e ottenuto quello che cercavamo. Mi parlò di Berlusconi e Dell’Utri: con loro ci eravamo messi il paese nelle mani”.
Ora l’indagine di Firenze, coordinata dai sostituti procuratori Giuseppe Nicolosi e Alessandro Crini e dal procuratore Giuseppe Quattrocchi, dopo un anno di lavoro, ha ottenuto una proroga di altri sei mesi. Dovrà trovare riscontri alle dichiarazione “de relato” di Spatuzza sulle bombe del 1993 agli Uffizi, al Pac di Milano, a due basiliche romane e sul fallito attentato allo stadio Olimpico della capitale.
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