Nuova straordinaria perla di umorismo involontario (?) del camerata Storace che, preso dalla garibaldina foga delle promesse elettorali, se ne è lasciata scappare una davvero memorabile.
"Prometto che, se sarò sindaco di Roma convocherò in Campidoglio l'ambasciatore dell'India per dirgli che se i marò non tornano in Italia entro dieci giorni chiuderemo tutti i ristoranti indiani in città... perché al ricatto si risponde con fierezza e con la dignità". (CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO)
Ora, sappiamo che il prossimo sindaco di Roma avrà una montagna di problemi quasi invalicabile da scalare: le macerie lasciate dal commissario renziano, sommate a quelle di Marino e sopratuttto alla montagna di letame di Alemanno sembrano un groviglio inestricabile. Al punto che il Movimento 5 Stelle teme che il Pd voglia abbandonare appositamente Roma ai grillini per lasciarli con il cerino in mano, il Pd gioca al "ciapa no" candidando l'ex radicale e ora renziano Giachetti, il centro destra è nel caos totale, tra Marchini, Salvini, Bertolaso, Meloni che non sanno che pesci pigliare. Ora la dimostrazione che anche Storace voglia tirarsi fuori con questa iperbolica uscita.
Intanto gli spacciatori di curry tremano mentre 1,5 miliardi di indiani sono nel panico per le mancate esportazioni dei loro prodotti alimentari nel comune di Roma.
Come i greci a cui durante il fascismo dovevamo "spezzare le reni". Vero Storace?