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Il senatore verdiniano D'Anna tra eiaculazione precoce, tradimento e... semina. Parola di padre Costituente

 |  Redazione Sconfini

C'era una volta l'Italia. Quella liberata dal nazifascismo. Che si affidò a uomini di cultura, integerrimi sotto il profilo morale, di molte estrazioni ideologiche ma uniti da un comune denominatore: donare la democrazia al Paese per il quale hanno combattuto per anni a costo di prigionia, persecuzioni, esilio e rischio quotidiano di venir uccisi.

Nacque così la Costituzione dei Nenni, degli Einaudi, dei Calamandrei, dei Pertini e dei Parri. Un monolite che è stato il faro per molte costituzioni democratiche in tutto il mondo.

Oggi purtroppo, come dicevano i latini, mala tempora currunt. E nello sbrodolamento etico e politico di questa Italia post-berlusconiana da operetta, trovano spazio nuovi padri costituenti. Personaggi che nel '46 neppure potevano ambire a far i consiglieri comunali oggi riscrivono quella Costituzione. Boschi, Renzi, Verdini e i suoi uomini, tutti uniti per scardinarne le regole basilari.

Tra questi, il senatore Vincenzo D'Anna, che ieri si è lasciato andare in un ragionamento profondo, ardito e coraggioso. In grado di far tremare i polsi ai tedeschi e di far elevare di nuovo l'Italia nell'empireo della cultura mondiale: "Ieri ho condiviso un link secondo il quale noi corpulenti non abbiamo problemi di eiaculazione precoce. Non so se sia vero che chi ha la pancia non ne soffre, ma bisogna precisare che l'eiaculazione precoce in realtà non è un problema. Questo tipo di difetto, molto comune negli uomini, in realtà non è un difetto. E' un meccanismo psicologico, non ormonale, ma poi noi uomini siamo stati costruiti per essere veloci. Quando si è veloci il seme che si produce è fresco, non si surriscalda, e quindi più fertile. Poi siamo costruiti per spargere questo seme nella più vasta zona possibile. Ecco perché gli uomini sono più inclini al tradimento rispetto alle donne. Il compito dell'uomo è quello di garantire la produzione della specie. Più vasta è la semina maggiore è il raccolto". Non lo ringrazieremo mai abbastanza.


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