Mettiamoci una croce sopra
"Mettiamo la croce sulla bandiera italiana". Roberto Castelli (Lega Nord 29/11/2009).
Se non fosse un onorevole della Repubblica Italiana ci sarebbe da ridere e invece proprio per questo motivo c'è da piangere. Castelli è un personaggio di spicco di quel partito il cui leader Umberto Bossi pochi mesi fa disse: "Io con la bandiera italiana mi ci pulisco il culo". Ed è anche il personaggio di spicco di quello stesso partito che poche settimane fa dichiarò guerra alla Chiesa cattolica ammonendo di rivedere il Concordato e abolire l'8 per mille.
Ora che però Cristo è tornato elettoralmente "di moda" persino i seguaci di Eridano il Bifolco seppelliscono l'ascia di guerra con la Chiesa e si riappropriano di un simbolo che evidentemente non conoscono, forse a causa di troppe bevute dell'acqua del Po o dei troppi matrimoni celtici celebrati negli ultimi mesi.
Il simbolo della croce è presente in molte bandiere soprattutto europee, in particolare nei paesi scandinavi (Finlandia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda) ma è presente in qualche modo anche nella bandiera Svizzera e Inglese. Non sempre il collegamento è alle radici cristiane delle popolazioni, ma è un elemento iconografico molto presente però ben integrato con la bandiera nazionale.
Solo in un caso storico, a memoria d'uomo, ci si ricorda di un caso (oltre 70 anni fa) di un altro "cervello" che ha pensato di applicare una croce su un tricolore. Era Adolf Hitler che nel 1935 propose la bandiera della Guerra del III Reich.
Forse con questo precedente sarebbe meglio evitare di spingere il confronto politico oltre su questo tema.
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